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08/03/2009

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MA SI PUO DIRE CHE SIA VERA FESTA?

Clicca per Ingrandire Le origini della Giornata Internazionale della Donna, sono stranamente controverse. Anche i libri di storia forniscono versioni diverse: c’è chi dice che la Giornata delle Donne sia stata istituita dall’Assemblea dell’Onu per ricordare le 129 operaie, in gran parte italiane e di origini ebraiche, morte nell’incendio della Cotton di New York (o di Chicago?) l’otto marzo del 1908; e chi scrive che fu istituita a Copenaghen, il 29 agosto del 1910, nel corso della conferenza Internazionale delle Donne Socialiste, in ricordo del grande sciopero delle lavoratrici tessili di New York, al quale parteciparono 30 mila donne, l’otto marzo del 1848. Altre fonti affermano che fu Rosa Luxemburg a proclamare la Giornata Internazionale di Lotta.

In ogni caso, questa Giornata non è una festa. È una giornata di lotta, di riflessione, di provocazione. Mi è sempre dispiaciuto vedere distrutti tanti alberi di mimosa e non ho mai capito il motivo per il quale bisogna comprare o regalare il mazzetto giallo per ricordare agli "Uomini di Potere", i problemi delle donne. Soltanto alcuni giorni fa, da un rapporto di Amnesty International, abbiamo saputo che un miliardo di donne nel mondo vengono ogni anno picchiate, stuprate, mutilate, assassinate da fidanzati, mariti, amici, familiari. Basterebbe questo singolo dato per dimostrare, da solo, che l’Otto Marzo non è una festa.

Se si pensa poi a tutte le donne disoccupate, precarie, co.co.co., single o separate, coi figli da mantenere. Se si pensa che in gran parte delle città italiane, una casa in affitto costa come una vacanza esotica, le liste d’attesa negli asili nido sono lunghissime, è stato ridotto il numero degli insegnanti di sostegno per bambini con handicap, si vuole abolire o ridurre drasticamente il tempo pieno, forse si può capire che l’Otto Marzo non è una festa. Se il nostro è un paese vecchio (e non bastano mille euro per il secondo figlio) forse qualche motivo c’è ed È VERAMENTE STUPIDO far finta di non vederlo. Milioni di "persone" non hanno ancora diritto alle otto ore lavorative, non hanno un regolare contratto di lavoro, non godono di ferie o periodi di malattia retribuiti (vedi Sanità, Scuola, Università, Informazione).

Nel Terzo Mondo milioni di donne non hanno acqua e cibo per sé e per i figli, non hanno medicine per curarsi, vivono in paesi in guerra... Più ci penso e più mi chiedo: cosa c’è da festeggiare l’Otto Marzo? (girodivite.it)









 Redazione

 

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