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07/03/2009

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GARGANO: A QUALE SANTO CHIEDERE?

Clicca per Ingrandire Non è passato molto tempo da un nostro precedente articolo (“Gargano: primi in turismo ultimi in infrastrutture”) e come sempre la personale casella di posta elettronica trabocca di testimonianze pro e contro. Altra lunga processione di contumelie e affettuose adesioni per un altro articolo di qualche giorno fa: “Meridione, questione infinita o finita”.

Fare riferimento al contenuto della nostra posta, per spiegare il cammino di questo Gargano, è poca cosa e poi non sarei certamente obiettivo. E allora leggiamo alcune cose a noi vicine per cercare di capire come viene guardato questo Gargano e cosa dobbiamo aspettarci dalla politica e da quel governo delle difficoltà che, a nostro parere, sono il vero banco di prova di una classe politica.

Su l’Attacco di oggi, sabato 7 marzo, leggiamo: «Sull’aeroporto del Gargano, Tatarella (eurodeputato Salvatore Tatarella) taglia corto: “Il piano di sviluppo dei trasporti non prevede nessuna nuova infrastruttura per i prossimi 50 anni. Bisogna essere più concreti, e fare piccoli passi alla volta”. Quindi, non si vola per il momento e per i prossimi 50 anni.»

Abbiamo pensato subito alla “mobilità lenta” ma, nel girare la pagina del giornale, leggiamo: “Il Gargano non usufruirà di una mobilità lenta su rotaia”. A dichiararlo è Daniele Giannetta responsabile del settore treni di Ferrovie del Gargano: “Avevamo avanzato una proposta al Parco Nazionale del Gargano, nell’ambito del progetto PIS, ma non abbiamo avuto risposte in merito”.

Come rispondere a queste cose? Come possiamo rispondere a queste cose? Siamo nella condizione di rispondere? Il Gargano possiede una forza e una identità per saper rispondere? Sono tutti interrogativi che resteranno senza risposta se non incominciamo a guardare dentro la nostra comunità. Questo Gargano ricco di storia e luogo di comunità, groviglio di tradizioni e pensieri che l’hanno portato a essere “un’enciclopedia di vite” deve incominciare a porre i primi tasselli per una sorta di convivenza e compatibilità attiva fra i vari interessi: San Giovanni Rotondo con Carpino; Vieste con Monte Sant’Angelo; San Marco con Rodi; Vico del Gargano con Sannicandro, ecc. ecc.

L’auspicio è di riuscire a costruire nel tempo un’identità solida in grado di reggere davvero la pochezza della politica che ci viene sbattuta in faccia quotidianamente. Una identità per costruire insieme le possibili, eventuali, ma sempre più necessarie, modalità di tali aggregazioni, sulla base di una concezione secondo cui anche le diversità quando opportunamente organizzate, possano trasformarsi in punti di forza.

Non siamo a chiedere un modello utopico che neghi le realtà individuali, ma una visione strategica che le contempli insieme nelle rispettive identità finalizzandole però a una crescita generale. Nulla impedisce che gli orizzonti possano essere allargati a tutto il Gargano.

E’ dell’ultimo minuto la notizia che i 258 sindaci di Puglia riceveranno una lettera con la quale si chiede di esprimersi sulla costruzione di centrali elettriche nucleari nella regione. Siamo curiosi di conoscere le risposte dei primi cittadini garganici.

Michele Angelicchio

 Redazione

 

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