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07/03/2009

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STALKING: LA PAROLA AL LEGALE

Clicca per Ingrandire “Finalmente è arrivato lo stalking!” Così esordisce l'avvocato Carlotta Giuliani, presidente dell'associazione “Impegno Donna” (foto del titolo; ndr), salutando positivamente il decreto legge Carfagna che “rappresenta una tutela in più per le donne”. Dal 1996 i volontari dell'associazione hanno attivato il centro di ascolto antiviolenza “Telefono Donna” per creare un dialogo con le donne che subiscono violenza, sia fisica sia psicologica.

Telefono Donna si propone infatti l'obiettivo di favorire, attraverso colloqui con l'utenza e l'ascolto dei casi, un percorso di comprensione e possibili soluzioni delle problematiche più rilevanti che agitano quotidianamente la vita delle donne e delle famiglie nella nostra realtà locale. “Sono tredici anni che è attivo questo servizio - continua il legale - completamente gratuito. Nel corso degli anni è stato anche potenziato e migliorato, e abbiamo avuto un incremento di telefonate pari al 120 percento. Il 90 sono di donne che subiscono violenze nell'ambito del rapporto di coppia”.

La maggior parte delle violenze avvengono proprio nell'ambito familiare ed è anche per questo motivo che le donne, di solito, sono piú restie a denunciare. “I mariti purtroppo riescono ancora a far leva sull'ignoranza di ciò che possono essere i diritti delle donne, minacciano di lasciarle senza casa, senza soldi o, peggio ancora, di portar via loro i figli”, aggiunge.

La violenza psicologica ferisce più di uno schiaffo o di un calcio. “Infatti. Ed è per questo - spiega - che siamo felici che lo stalking, o gli atti persecutori tradotto in italiano, sia entrato a far parte del codice penale. Perché questi atti persecutori dell'uomo sopraffattore, se così lo possiamo chiamare, sono tesi a scalfire la serenità quotidiana della donna”.

Spesso, atti persecutori, minacce, dispetti e quant'altro avvengono dopo che l'uomo è già stato allontanato dal nucleo familiare. “Molte donne sono state costrette, appunto come dice la legge, ad alterare le proprie abitudini, addirittura a cambiare residenza o casa”.

I centri antiviolenza nascono circa venti anni fa in Italia. Da allora molti servizi sono migliorati. “Oggi con il 612bis, forze dell'ordine, presídi sanitari e istituzioni pubbliche che ricevono dalla vittima notizia di reato di atti persecutori, hanno l'obbligo di fornire alla vittima stessa tutte le informazioni relative ai Centri antiviolenza presenti sul territorio, in particolare nella zona di residenza della vittima”, prosegue l'avvocato Giuliani.

Le donne possono telefonare al numero verde 800.229.346 dal lunedì al sabato dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 20,30. Le segnalazioni dei casi di violenza avvengono via filo dopodiché è la donna stessa che richiede i servizi che offre l'associazione: consulenze psicologiche, colloqui con le assistenti sociali, consulenze legali e informazioni orientative sui servizi presenti sul territorio.

“C'é sicuramente ancora molta strada da fare - conclude la presidente di Impegno Donna, - ma la donna si sente più tutelata e moltissimi casi presi in carico da Telefono Donna poi si risolvono positivamente”.

Emma Gioseffi

 Foggia&Foggia (testo e foto)

 

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