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06/03/2009

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LO STALKING ENTRA NEL CODICE PENALE

Clicca per Ingrandire M. ha vissuto in una famiglia dove le percosse erano piatto quotidiano. M. accarezzava la mamma in viso, sporcandosi la manina di pomata, spalmata per cercare di nascondere i segni viola. G., durante una colluttazione fisica col marito cade a terra, incastrata tra la sua ira e la parete. Continua a prendere calci fino a rompersi otto costole. D. subisce violenza dal padre da quando era una bambina ma non vuole credere che il mondo sia formato da soli 'mostri´. Tutte donne che hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto, il coraggio di comporre un numero telefonico e raccontare, il coraggio di denunciare violenze che lasciano i segni e non solo esternamente. Sono violenze che lacerano il cuore.

Ancora più pesanti sono le violenze psicologiche perché lì mancano i segni, i lividi, e bisogna faticare anche per farsi credere. Ed è una violenza che ti annienta, ti fa perdere la voglia di vivere. Violenza psicologica sotto forma di continue minacce, dispetti, vessazioni, sceneggiate in pubblico, sguardi che atterriscono. Veri e propri atti persecutori che, come scritto sull´articolo 612 bis della legge n. 40, possono portare le persone ad alterare le proprie abitudini quotidiane, dal cambio del numero di telefono al trasferimento in un´altra casa o città fino ad arrivare al licenziamento dal lavoro.

Il cosiddetto stalking (atti persecutori; ndr) dallo scorso 23 febbraio è entrato nel codice penale. L´Italia si è dotata soltanto da pochi anni di una legislazione sulla violenza sessuale. L´avere stabilito, con legge 15 febbraio 1996 n. 66, che la violenza sessuale è un reato contro la persona e non contro la morale, già costituisce una grande conquista, ora il decreto Carfagna introduce gli atti persecutori come reato condannabile dai sei mesi ai quattro anni. E già fanno notizia i primi arresti per stalking avvenuti nei giorni scorsi. La legge ha permesso non solo di far emergere il fenomeno, incoraggiando la denuncia da parte delle donne, ma anche il diffondersi di centri e case antiviolenza su gran parte del territorio nazionale, associazioni di donne che svolgono un´importante funzione di accoglienza e assistenza.

Ed è ciò che è emerso durante la conferenza stampa, tenutasi lunedì scorso in questura, dopo aver visionato i dati. In effetti dal 2006 al 2008 i casi di violenza e maltrattamenti sono raddoppiati, i maltrattamenti da 50 a 110 e le violenze sessuali da 23 a 46. “Ma sicuramente questi dati si riferiscono all´emersione del fenomeno”, spiega Daniela Poduti, vicequestore responsabile dello sportello antiviolenza della questura. “Noi ci stiamo migliorando per quanto riguarda l´ascolto perché una donna che viene a denunciare ha paura ed è intimidita. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne adulte che hanno subìto violenza nell´ambito familiare o da parte dell´ex coniuge”, continua. La questura collabora con associazioni presenti sul territorio, centri antiviolenza, Comune e Federazione dei medici di base proprio per favorire l´emersione dei casi. Tutte istituzioni presenti alla conferenza stampa a testimoniare l´impegno di tutti e l´importanza del lavoro in rete.

Secondo i dati del Ministero dell´Interno, gli autori di stupro sono di nazionalità italiana nel 60,9 percento dei casi. Solo il 7,8 percento dei violentatori, invece, è romeno, mentre il 6,3 è marocchino. In Italia gli episodi di violenze sessuali nel 2008 sono comunque diminuiti dell´8,4 percento, secondo dati diffusi dal dipartimento della Pubblica sicurezza. La maggior parte degli stupri rientra nelle violenze sessuali non aggravate, anche queste in diminuzione del 7,4 percento. Le vittime di violenza sessuale sono per lo più donne (85,3) e di nazionalità italiana (68,9).

Lo scorso anno le forze di polizia hanno individuato 8.845 autori di violenze sessuali, a fronte di 8.749 segnalazioni nel 2007 e di 7.715 nel 2006. La psicosi dell´uomo straniero che ci violenta per strada forse é un po´ troppo allarmante, visti anche i dati. Il maggior numero di violenze avvengono in casa dove non ci sono ronde che controllano, dove tutto sembra scorrere nella normalità. E spesso anche ai figli si regala un simulacro di famiglia felice. Inutilmente, perchè i bambini che vedono commettere atti di violenza è come se li avessero subiti. Anche se con animo masochista si volesse sopportare una violenza perpetrata quotidianamente, non servirebbe a nulla perché l´uomo non si tranquillizza, anzi approfitterebbe della quiescenza della donna.

Per fortuna le cose stanno cambiando, sono sempre più le donne, di qualsiasi ceto sociale e di qualsiasi età, pronte a cambiar vita, denunciare l´uomo e sopportare tutto ciò che ne consegue. “L´uomo è come una fiera che difende il proprio territorio, guai se una donna vessata da anni trovasse consolazione in qualcuno che le fa la corte... Abbiamo avuto casi di mariti pronti a investire le mogli e addirittura i poliziotti chiamati a intervenire, mariti che con taniche di benzina hanno incendiato i portoni. Scaricano la loro rabbia e le loro frustrazioni in famiglia”, continua Rosaria Capozzi. L´uomo resterà sicuramente più forte dal punto di vista fisico ma l´intelligenza è, invece, qualcosa che va al di là della genetica e dei cromosomi.

Emma Gioseffi

 Foggia&Foggia (testo e foto)

 

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