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20/02/2009

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PESCHICINEMA
Clicca per Ingrandire Il prossimo film in programma al cineforum di Peschici è una speziatissima pellicola in bianco e nero, ambientata nella Londra vittoriana di fine Ottocento. Del regista di “Twin Peaks” vedremo la seconda prova come regista di lungometraggi: “The elephant man” (1980, 125’). La visione è consigliata a un pubblico non impressionabile.

Nelle dense latebre dell’Inghilterra ottocentesca visse J. Merrick, uomo nato deforme a causa di una rara malattia ma dall’animo sensibile e sofisticato, benché racchiuso nella straziante prigione di una carne mostruosa. Il cupo quadro d’ambiente esprime sottili suggestioni e la storia biografica dell’uomo-elefante (ha infatti una protuberanza al labbro superiore che ricorda una proboscide) è una storia tristissima e tenera, pennellata dal gusto per l’eccentrico di David Lynch, senza sconfinare mai nell’orrore terrorizzante.

I primi piani da teatro rituale donano ai suoi personaggi un destino contrassegnato da mobile accettazione. Il granghignolesco è evitato sempre, grazie a soluzioni virtuosistiche. In due ore impariamo a comprendere che, quando l’altro ci appare come un mostro, la tolleranza e la conoscenza servono a non cadere nel torto di perseguitare chi ci fa paura. Il racconto affascina per i richiami a personaggi dickensiani e a elementi stevensoniani della cornice.

Londra viene mostrata nella crudeltà degli ignoranti e nella compassione degli aristocratici, un partito preso di forte impatto narrativo, ma assunto aprioristicamente come verità storica. J. Merrick visse 27 anni (dal 1868 al 1890), la sua figura ripugnante nascondeva sotto apparenze disgustose un uomo buono che nel film è mostrato alle prese con situazioni sguaiate e risibili con l’intento di richiamare il diritto del diverso a un’esistenza “normale”.

Maria Mattea Maggiano

 Redazione
 

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  Commenti dei Lettori:

-- 21/02/2009 -- 23:44:05 -- Fiorenzo

Mi chiedo... funziona o no, sto cinema?

 
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