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15/02/2009

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L”URLO DI MONTE: “ALESSANDRO… PERCHE”

Clicca per Ingrandire Forte la partecipazione della cittadinanza alla fiaccolata per Alessandro Ciavarrella, il 13 febbraio, per le vie della città. Forte commozione tra i presenti, raccolti attorno al dolore della famiglia. Un evento che tanto fa discutere nella cittadina garganica: come può scomparire un ragazzo di 16 anni? Possibile che nessuno sappia?

Ma il problema è più serio, come afferma il rappresentante degli studenti Felice Piemontese: "Chi tace acconsente... ebbene no! Questa volta la classe studentesca di Monte Sant'Angelo si è fatta sentire. Il silenzio in questa fiaccolata sarà la migliore arma per gridare la nostra speranza". Il problema di Alessandro è uno spunto di riflessione sulla questione giovanile nella città.

Il corteo procede: da piazza Vischi, si giunge alla fine davanti al convento dei Cappuccini, dove il corteo si ferma. Parlano Padre Alessandro, in rappresentanza del Vescovo, il sindaco Andrea Ciliberti, e la sorella di Alessandro la quale, visibilmente commossa, scoppia in lacrime dopo pochi secondi, e non riesce più a continuare il suo discorso. La città è vicina a lei, alla sua famiglia e ad Alessandro, e l'ha dimostrato anche in questa occasione. I nostri cuori sono tutti afflitti e in ansia, nella speranza di poter un giorno riabbracciare Alessandro.

"... Perché noi di Alessandro non ci siamo scordati. Alla famiglia la certezza della mia preghiera e della mia affettuosa vicinanza - le parole dell'Arcivescovo D'Ambrosio. - Attendiamo con fiducia e speranza il ritorno di uno di noi. Il Signore protegga Alessandro e lo doni a coloro i quali con ansia l'attendono".

"È un momento triste perché è ormai trascorso un mese dalla sua scomparsa, e ogni giorno è sempre più difficile per noi poterlo riabbracciare, anche se lo speriamo davvero - afferma Andrea Ciliberti, sindaco di Monte Sant'Angelo. - Ringrazio tutti, i cittadini, gli organi di informazione, la stampa, la televisione, anche se a volte fanno apparire la nostra città diversa da quella che è. Grazie a tutte le associazioni, ai giovani, agli studenti, a tutti coloro che hanno preso questa iniziativa.

“Tutto questo - conclude - possa servire per dare coraggio alla famiglia, nella speranza che tutto possa terminare con un lieto fine. Ad Alessandro, se ci ascolta, gli diciamo di farsi vivo, di farsi vedere e di farsi sentire, perché tutti quanti lo aspettiamo, non solo la famiglia".
Domenico Prencipe

 Il diario montanaro (foto Domenico Pacilli)

 

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