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11/02/2009

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FOIBE: RIFLETTERE PER NON DIMENTICARE

Clicca per Ingrandire Per molto tempo la tragedia delle foibe - le cavità carsiche nelle quali furono sotterrati vivi dai partigiani del regime titino tanti italiani sul finire del secondo conflitto mondiale (foto 1 sotto; ndr) - è stata avvolta dal silenzio. Silenzio caduto anche sull’esodo degli oltre 300mila connazionali di Istria, Dalmazia e Fiume per sfuggire alla ferocia della pulizia etnica.

Questo silenzio è stato rotto con la legge del 30 marzo 2004 che riconosce il 10 febbraio “Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale”. Per celebrare questa memoria storica, la Provincia di Foggia, in collaborazione col ‘Comitato 10 febbraio’ ha ospitato la sera del 9 scorso, nella Sala del Tribunale della Dogana, la conferenza “Memento. Riflessioni per una memoria rimossa” (foto del titolo).

All’incontro, moderato dal giornalista Michele De Feudis, hanno partecipato Antonio Pepe, presidente dell’Amministrazione provinciale di Capitanata, Billa Consiglio, assessore provinciale alle Politiche culturali, Giuseppe Mainiero, presidente del “Comitato 10 febbraio” e lo scrittore Marcello Veneziani, autore di testi importanti come “L’antinovecento”, “La cultura della Destra” e “Processo all’Occidente”.

“In realtà - ha affermato Marcello Veneziani - sarebbe meglio se non ci fosse una giornata del ricordo, poiché spesso, in queste occasioni, si sviluppano antagonismi politici che danno vita a una penosa lottizzazione della memoria. Forse, questo giorno, dovrebbe essere dedicato al silenzio per evitare le solite strumentalizzazioni”.

Lo scrittore biscegliese, inoltre, ha ricordato che il genocidio condotto sul fronte orientale, senza distinzioni di sesso, età, ceto sociale e idee politiche, non può essere attribuito esclusivamente al Maresciallo Tito, poiché quest’ultimo riuscì a muoversi anche grazie alla complicità del comunismo internazionale, compreso quello italiano.

“La cosa scandalosa - ha proseguito Marcello Veneziani - è che l’eccidio delle foibe ha continuato a verificarsi anche a guerra ormai conclusa, permettendo agli aguzzini non solo di restare impuniti, ma di percepire perfino una pensione. Per molto tempo, di questa tragedia, nemmeno una parola nei testi scolastici. Infatti, ancora oggi, tanti ragazzi non conoscono questa pagina dolorosa della nostra storia. E’ dunque necessario che la storia venga rivista, per evitare il sopravvento dell’indifferenza, arma assai pericolosa, poiché rischierebbe di uccidere nuovamente coloro che hanno perso la vita in questa persecuzione”.

Una sola fiction, “Il cuore nel pozzo, realizzata coraggiosamente anche grazie all’intervento di Marcello Veneziani, allora membro del Cda Rai, spezzò i timori e le censure che circondavano l’argomento, ottenendo un discreto successo.

“E’ doveroso per tutte le istituzioni - ha sottolineato Antonio Pepe - applicare la legge del 2004, perché questo genocidio non venga ignorato o peggio dimenticato. L’unica cosa che vogliamo è restituire dignità a quei martiri evitando quel silenzio che spesso è più doloroso di qualsiasi affermazione”.

Nella stessa serata, inoltre, è stata inaugurata nella ‘Sala Mutimediale’ di Palazzo Dogana, una mostra fotografica per ripercorrere i momenti salienti della vicenda mentre, la mattina successiva, è stata deposta una corona commemorativa al monumento ai martiri delle foibe, in piazza Martiri Triestini, a Foggia.

Monica Tropeano

  Mediafoggia – giornale on line

 

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