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10/02/2009

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FOIBE… DOLORE E VERGOGNA

Clicca per Ingrandire Il gruppo giovani del PDL di Monte Sant’Angelo, in occasione della giornata celebrata in tutta Italia oggi, 10 febbraio, per ricordare la tragedia degli italiani trucidati nelle foibe yugoslave dal 1945 al 1947 (disegno nel titolo; ndr), intende celebrare l’angosciosa ricorrenza anche a Monte Sant’Angelo per non dimenticare il dramma vissuto da tante famiglie della Venezia Giulia che da un giorno all’altro seppero di non appartenere più all’Italia, scoprendo il vero volto del comunismo.

Alla fine delle ostilità belliche, nel 1945, i partigiani di Tito invasero i territori italiani della Dalmazia, dell’Istria e della Venezia Giulia, trucidando intere famiglie di italiani o nel più favorevole dei casi costringendole all’esilio. La tecnica per l’uccisione era quella dell’infoibamento che consisteva nel disporre incatenati i prigionieri, considerati tutti fascisti, in fila per due legati con un filo di ferro. I primi, in ordine di fila, venivano fucilati sul bordo delle doline carsiche istriane (passate alla storia col nome tristemente famoso di “foibe”) mentre gli altri cadevano giù nelle foibe trascinati dal filo di ferro che teneva gli sfortunati prigionieri legati fra loro.

Quello che accadde allora in quei luoghi fu veramente doloroso per l’intera nazione poiché mentre dopo l’aprile del 1945 intere città furono messe a soqquadro dai comunisti di Tito con chiese che vennero bruciate, preti uccisi e uffici delle anagrafi dati alle fiamme, nei mesi precedenti migliaia di giuliani furono deportati nella risiera di San Sabba dai tedeschi.

Abbiamo deciso di riportare alcuni passi significativi di un libro scritto da Arrigo Petacco sul tema, per ricordare il clima di quegli anni e per riflettere sulle scelte difficili di molti antifascisti in quei giorni: “Non era facile per un italiano farsi partigiano in Venezia Giulia. Questo è un altro aspetto della tragicità della situazione giuliana. Mentre altrove i giovani per sfuggire ai fascisti e ai nazisti, trovavano rifugio nelle formazioni partigiane che si andavano formando spontaneamente sulle montagne, nel litorale adriatico non esisteva questa scelta. Arruolarsi nelle bande di Tito significava infatti assoggettarsi ad un altro temibile nemico dell’Italia. Ecco spiegato perché salvo gli illusi che credevano nella fraternità dei popoli, o i militanti comunisti usi ad obbedire ciecamente alle direttive di Mosca, nessun giovane di sentimenti nettamente italiani potè farsi partigiano in Venezia Giulia”.

I giovani montanari non dimenticano.


Poniamo alla Vostra attenzione i seguenti Video che testimoniano la devastazione che riuscì a creare l’uomo:

1) FOIBE: http://www.youtube.com/watch?v=27ia3f7lW9E
2) Foibe, Io non scordo: http://www.youtube.com/watch?v=L0Ks8I6Wu98

 Comunicato

 

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