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21/01/2009

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CALENA: IL SUONO DELL”ALTRA CAMPANA

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Com’è accaduto per il porto turistico di Peschici, circa otto anni fa, il tam-tam dei NO che fa capo al comitato composto dai soliti noti che non vivono il nostro quotidiano, ha iniziato una nuova guerra mediatica sulla localizzazione dell’area individuata per la realizzazione della nuova “Zona 167” riportandola in vari articoli e commenti, e facendo emergere la mancanza di conoscenza della reale situazione. Parlando e scrivendo, quindi, solo “per partito preso”.

L’area (ben nota a chi vive a Peschici) è stata individuata lungo la Strada Statale 89 (Peschici-Vieste), posta a circa 700 metri dalla tanto richiamata Abbazia di Kàlena e NON “nelle immediate adiacenze”, come erroneamente scritto e riportato. Mi corre doveroso ricordare che la delibera approvata dal Consiglio comunale del 15 gennaio 2009, altri non è se non l’approvazione di uno schema di convenzione con individuazione dell’area e non il rilascio del Permesso di costruire, poiché si dovrà provvedere alla redazione di un Piano di zona che dovrà essere sottoposto al vaglio del Consiglio comunale, da inviare in seguito agli Enti preposti al rilascio dei necessari pareri.

La votazione del Consiglio comunale è stata unanime poiché, correttamente, il presidente dell'Assemblea ha provveduto nei giorni precedenti a indire la conferenza dei capigruppo con discussione monotematica: “Nuova Zona 167”, approvato da tutti. Ad oggi il Piano di zona non è stato sottoposto all’attenzione dell’Amministrazione comunale in quanto ancora a farsi. Per cui, mi sembra strano che qualcuno ne descriva le caratteristiche costruttive (leggi palafitte che si utilizzavano durante il periodo compreso tra il Neolitico e l’età del bronzo in Europa, specialmente in Svizzera, in Austria, nella Francia).

Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico della Regione Puglia (PUTT/P) nelle Norme Tecniche di Attuazione prevede una tutela, come nella fattispecie, di una fascia di rispetto indicata in un raggio pari a mt. 300 dal complesso abbadiale; distanza entro la quale non è consentita l’edificazione, per cui l’area oggetto della discussione sarebbe ben oltre tale limite. Si sottopone all’attenzione di tutti che nei pressi dell’Abbazia di Kàlena, tra l’altro alla regolare distanza prevista dal PUTT/Puglia, la competente soprintendenza si è espressa rilasciando giusto Nulla Osta paesaggistico per la realizzazione di una struttura che in seguito è stata realizzata. Questa posta all’incirca a poco più del limite sopraindicato.

Si è parlato tanto di pianura alluvionale e rischio di dissesto idrogeologico, ma come tutti sanno, o mi auguro sappiano, l’area oggetto del contendere non risulta perimetrata nel PAI (Piano Assetto Idrogeologico) dell’Autorità di bacino della Regione Puglia come area a pericolosità idraulica. Comunque la passata Amministrazione aveva indicato un sito diverso da questo, posto nelle immediate vicinanze del centro abitato, ma si vide respingere la proposta dall’Ispettorato dipartimentale delle foreste, poiché le zone intorno al paese sono sottoposte a vincolo idrogeologico forestale, Parco, SIC (Siti d’Interesse Comunitario). Inoltre, al Tuppo delle Pile (altra area candidata) ci sono zone individuate nel PdF (piano di fabbricazione; ndr) come parco urbano e le restanti sono state percorse da incendio.

Ancora: l’intera zona (per chi la conosce) è fortemente antropizzata. Basti pensare che a circa 30 metri dal sito individuato sorgono: un distributore di benzina (con annessi bar e officina) e un agriturismo che ne delimitano la stessa, residence, alloggi privati, cittadella dello sport con nuovo campo sportivo e un'elistazione. Queste caratteristiche hanno fatto sì che il sito non ricade nella perimetrazione del Parco Nazionale del Gargano, escluso dal Vincolo idrogeologico Forestale e indicato nei PUTT come area esclusa dalle emergenze, pertanto sito non rilevante nell’ambito “D”.

Perché realizzare una nuova “167”?
Da indagini effettuate risulta che le famiglie che hanno bisogno di una casa sono all’incirca un centinaio. La situazione immobiliare a Peschici, come nel resto dei paesi rivieraschi, non consente a tutti di accedere a certi prezzi imposti dal mercato, come i classici € 2.300,00 per mq di appartamento. Per cui le case in edilizia convenzionata del tipo economico popolare abbattono significativamente di un 40 percento e più il costo per mq, calmierando così il mercato, dando a tutti il diritto alla casa. Tra l’altro in un momento di recessione globale, un’iniezione di lavoro sicuramente garantirebbe un benessere diffuso per la gente che non dispone di un reddito fisso (è facile parlare con la pancia piena).

Non si dica poi che a Peschici l’abusivismo è diffuso se non garantiamo l’alternativa a questo fenomeno. Noi non abbiamo altre zone di espansione. Invito le associazioni a trovarne e assieme partecipare a un tavolo che non ci porti alla sterile polemica, ma che dia una risposta concreta ai problemi della gente. Mi si consenta un’osservazione: ogni qual volta a Peschici si tenta di proporre o realizzare un’opera a beneficio della collettività (vedi scuola, porto turistico, e adesso la nuova 167) qualcuno o qualcosa cercano di affossarla. Questa comunità, in passato ha già perso molto a vantaggio dei paesi viciniori, che comunque e giustamente hanno realizzato scuole, edifici pubblici, porti turistici con annessa edilizia privata che ha consentito la realizzazione degli stessi, garantendo la riuscita dell’opera. Non ho visto, mio malgrado, titoloni che ne hanno ostacolato di fatto l’esecuzione delle stesse. Noi invece siamo fermi al “processo alle intenzioni” e al NO a tutti i costi. Di questo passo è difficile garantire i tanto paventati servizi e infrastrutture per poter competere con le altre realtà a noi vicine. Con ciò non si vuole polemizzare ma invitare tutti a lavorare assieme per il bene del nostro territorio. E vi posso assicurare che c’è molto da fare.

Una sola precisazione: il mio intervento in risposta al consigliere di minoranza Giuseppe Falcone - che il PD ha travisato o al quale ha prestato poca attenzione - non era di stupore, in quanto ero già a conoscenza dal 29 ottobre 2007 (quando fui inviato a Bari di supporto, come tecnico, all'assessore comunale Losito per un incontro con l'assessore regionale Introna riguardo agli eventi alluvionali che avevano riguardato principalmente la Baia di Manaccora, e la zona del Villaggio Moresco) che il sito oggi individuato per la realizzazione della nuova 167 non era a rischio idrogeologico e già nel febbraio 2008 si sarebbe potuto procedere all’approvazione della delibera in Consiglio comunale, ma fu rinviata per ragioni a me estranee in quanto all'epoca non facevo parte di quella Amministrazione.

Luigi D’Arenzo

 Redazione

 

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