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19/01/2009

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VARATO IL CINEFORUM A PESCHICI

Clicca per Ingrandire Troppo realismo dispiace agli americani? La mancata ammissione di “Gomorra”, la pellicola di Matteo Garrone, tra i film stranieri finalisti per l’Oscar, infrange le speranze italiane di dare visibilità a un cinema socialmente significativo. L’era Bush non consente che si affrontino certi “argomenti” apertamente.

L’edulcorazione delle problematiche nel cinema da Oscar è un passaggio obbligato. Il pluripremiato (4 Oscar) “Rain Man - L’uomo della pioggia” (1988) combina in maniera politically-correct virtù morali e civiche con pregi dello spettacolo e illustra bene l’assunto che i malati migliorano se stanno in famiglia: la cosa migliore è farli partecipare alla vita. La problematica del (potenzialmente pericoloso) “idiota”, qui rappresentato dal “sapiente autistico” Raymond Babbit, fratello maggiore dell’arrogante Charlie, mostra l’innocuità di Rain Man, storpiatura infantile del nome Raymond, e col quale Charlie indicava l’amico d’infanzia, creduto un immaginario “uomo della pioggia”, che da bambino gli cantava una canzoncina che entrambi i fratelli ricordano ancora, ritrovandosi quando scatta in entrambi il riconoscimento (l’agnizione).

Un empito cinefilo mi richiama alla mente un ben altro esito, conseguito in “Uomini e topi” (1992) di Gary Sinise (con Gary Sinise, John Malkovich, Sherilyn Fenn). Descrive il duro lavoro degli emigranti in un ranch, nell'America della Grande Depressione degli anni Trenta. Qui, un omone dotato di forza fisica generosa ma con una mente infantile (tanto che le sue carezze a piccoli animali si trasformano in uccisioni), è protetto fin dall’infanzia da un amico, il quale ha il sogno di comprare una fattoria coi risparmi del lavoro di entrambi. Si rivelerà un miraggio.

L’ investigazione sulla natura umana condotta nel romanzo omonimo del 1937 da John Steinbeck (del quale il film è un adattamento) porta a svelare come la forza bruta prenda il sopravvento e si scateni ogni volta che entri a contatto con la fragilità, in questo caso rappresentata dalla civetteria maldestra della fragile moglie dell’arrogante figlio del proprietario del ranch. Il contatto col gigante infantile ha esito mortale. Nella caccia all’uomo, che il marito della donna scatena, l’amico d’infanzia raggiunge per primo il ricercato e pietosamente lo finisce con un colpo di pistola, che sancisce anche la sconfitta dei sogni di riscatto dei due amici.

Prossimo film in programmazione, sabato 24 gennaio alle 19, nell’atrio della Scuola Elementare, un fantasy per tutti “Un ponte per Terabithia”.

Maria Mattea Maggiano

 Redazione

 

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