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16/01/2009

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I FUOCHI DI S. ANTONIO ABATE

Clicca per Ingrandire Ci sarà anche un inviato di “Qui Touring”, la rivista mensile del Touring Club Italiano inviata in esclusiva a oltre 500mila Soci, alla festa dei fuochi di Sant’Antonio. Seguirà la manifestazione e realizzerà un reportage che sarà pubblicato a marzo in “Speciale Qui Touring”. Negli ultimi mesi, un’altra importante rivista ha dedicato spazio ad Alberona: sul numero 436 di “Plein Air”, il mensile dei camperisti italiani, il borgo dei Monti Dauni è raccontato attraverso immagini e parole.

Domani, sabato 17, la luce di fiamme scintillanti e il bagliore di antiche lanterne celebreranno il giorno dedicato a “I fochë dë Sant’Antonië” (i fuochi di Sant’Antonio), evento tra sacro e profano che dà il via, secondo una tradizione che si perde nella notte dei tempi, al lungo periodo del Carnevale. Il 17, a partire dalle 18, Alberona sarà illuminata a giorno grazie a decine di grandi falò accesi nelle strade e nelle piazze del centro storico. Una giuria sarà impegnata a decretare quali saranno i tre migliori falò e, successivamente, a premiare gli autori dei fuochi più spettacolari.

Fino a notte fonda, attorno alla legna che illumina e riscalda, la gente del paese si riunirà per degustare pietanze tipiche, tutte a base di carne di maiale: fagioli con le cotiche, pizza con i “cicoli” e salsiccia, accompagnati da vino novello (foto del titolo; ndr). Per l’occasione, a partire dalle 18.30, in molti punti del borgo saranno aperti diversi stand di degustazione. La serata, inoltre, sarà animata da uno spettacolo itinerante di giocolieri, trampolieri, mangiafuoco e sbandieratori, artisti di strada che fanno rivivere la magia di un’arte molto radicata nella cultura della Daunia.

Quella dedicata a Sant’Antonio è una Festa molto sentita ad Alberona, probabilmente in virtù dell'ancora forte vocazione agricola del Comune. Nato nel terzo secolo dopo Cristo, eremita nel deserto egiziano, vissuto per scelta in compagnia di soli animali, Santo Protettore di questi ultimi, la fantasia contadina ha fatto di Sant’Antonio Abate un santo strettamente collegato alla vita rurale e, in particolare, alla ripresa dell'attività agraria.

Tra le manifestazioni cerimoniali di cui si compone la festa, la più appariscente è sicuramente quella dell'accensione dei fuochi. Già alcuni giorni prima della ricorrenza, in paese inizia la raccolta della legna che è successivamente accumulata in grandi covoni. L'origine di queste pratiche è connessa probabilmente all'antica convinzione che l'intercessione del santo possa guarire l'herpes zoster, lo sfogo, anche noto come "fuoco di sant'Antonio", che provoca prurito e bruciore diffuso. Il crepitio delle fiamme è accompagnato dall'inizio dei canti e dei balli popolari, che si protraggono fino all'estinzione del fuoco.


 Uff. Stampa Comune Alberona

 

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