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15/01/2009

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BUFERA SUI PORTICCIOLI DI VARANO

Clicca per Ingrandire Il pubblico ministero chiede al Gip l’archiviazione del procedimento nei confronti del sindaco e del responsabile dell’UTC di Cagnano Varano in merito ai “lavori di sistemazione della strada lungo lago istmo di Varano”, dopo che l’area e il cantiere sono stati sottoposti a sequestro circa un anno fa a seguito dell’intervento dell’Ufficio circondariale marittimo di Vieste in collaborazione con l’Ufficio locale marittimo di Rodi G.co.

Motivi del sequestro: “occupazione e costruzione abusiva sul suolo demaniale marittimo e nella fascia di rispetto dei trenta metri dal limite demaniale marittimo senza la prevista autorizzazione rilasciata dall’autorità competente”; “deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi - invasione dei terreni - danneggiamento”; “opere eseguite in assenza di concessione, in zona sottoposta a vincolo paesistico, ambientale”; “violazioni di norme in materia ambientale”; “violazioni concernenti le prescrizioni minime di sicurezza e di salute nei cantieri temporanei o mobili”.

I lavori ordinati dal Comune di Cagnano Varano sono stati eseguiti a fine novembre 2007. Il progetto è stato avversato dai pescatori, ma soprattutto mancava dei pareri previsti dalla normativa ambientale per opere e manufatti ricadenti in area SIC (siti di importanza comunitaria), ZPS (zone protezione speciale) e aree naturali protette (Parco). Mancano altresì il parere demaniale e le istanze motivate di esproprio, per cui alcuni pescatori hanno esposto denuncia nei confronti del committente (il Comune di Cagnano Varano).

In fase di esecuzione dei lavori, sono state violate le norme in materia di smaltimento rifiuti. Tant’è che esiste una comunicazione trasmessa alla Procura della Repubblica di Lucera in cui si ravvisa un reato: “… nella movimentazione del terreno e nei riempimenti di alcune zone del lago venivano impiegati materiali di scarto di reti di plastica, legname, copertoni, materiale plastico di vario genere e rifiuti vari”. C’è chi dice di aver visto sotterrare nel lungo lago addirittura resti di amianto.

Il rilascio dei pareri previsti per la realizzazione di un’opera pubblica deve essere propedeutico alla sua cantierizzazione. Tra i pareri meritevoli di attenzione: l’autorizzazione del Parco Nazionale del Gargano e la determina obbligatoria di VIA (valutazione impatto ambientale) dell’Assessorato all’ambiente.

La VIA è una procedura complessa, finalizzata “a informare e a rendere partecipi i cittadini nei confronti degli interventi che interessano il territorio e le loro condizioni di vita. Essa prevede tra l’altro, il deposito presso il Comune, la Provincia e l’Assessorato all’Ambiente del progetto e del SIA (studio di impatto ambientale) dell’opera da realizzare; la pubblicazione su due quotidiani (uno nazionale e uno locale), sul Bollettino Ufficiale Regione Puglia a inizio e a fine istruttoria, potendo accogliere il parere dei cittadini. Un iter che richiede diversi mesi di tempo.

“Le procedure di VIA hanno lo scopo di prevedere e stimare l’impatto ambientale dell’opera o intervento, di identificare e valutare le possibili alternative, compresa la non realizzazione dell’opera…”. Nel progetto di sistemazione della strada lungolago di Varano, osteggiato da pescatori e residenti, tali procedure non sono state espletate preventivamente, come può quindi il PM sorvolare e chiedere di archiviare il caso, adducendo il motivo che non ci sono prove a supporto del rinvio a giudizio degli implicati (il responsabile del procedimento, il committente Comune di Cagnano Varano e il direttore del cantiere)?

E’ vero che col tempo l’Amministrazione di Cagnano ha ottenuto due autorizzazioni: a) la valutazione d’incidenza dell’Assessorato all’Ambiente Settore Ecologia della Regione Puglia (20 Marzo 2008, Modugno), a circa un mese dal sequestro, parere comunque insufficiente sulla base dell’art. 4 comma 3 L.R. 11/2001 (a cui fa riferimento l’Assessorato all’Ambiente nella valutazione d’incidenza prodotta), in quanto l’interverno ricade in area protetta; b) l’autorizzazione rilasciata dall’Ente Parco Nazionale del Gargano, sebbene condizionata da alcuni paletti, tra cui “i materiali di risulta vengano conferiti in discariche autorizzate, a distanza di un anno dall’inizio lavori”.

Ciò nonostante, come può giustificarsi la richiesta di archiviazione di un caso nel quale non sono rispettate le norme recepite dalla Regione e riconducibili alla CEE, che prevedono il rilascio dei pareri prima della cantierizzazione e non successivamente, quando impatti negativi sono stati già creati e l’habitat pregiudicato?

Di fatto, l’intervento di risistemazione e pulizia della strada lungolago ha stravolto il delicato equilibrio costiero, minacciato da sesse, maree, venti e moto ondoso. Sono stati creati nuovi porticcioli affatto funzionali, rimuovendo quelli esistenti. Corposi sbancamenti di materiale allo scopo di allineare la strada, hanno prodotto una riduzione del livello di costa, causando l’inondazione dei terreni, l’erosione e l’impaludamento.

In precedenti articoli, ho già evidenziato come l’opera non si sia dimostrata funzionale, peggiorando le condizioni dei frequentatori del lago, pescatori, turisti e altri fruitori occasionali, innescando problematiche di natura idrogeologica e contravvenendo alle Direttive “Habitat”, recepite con il D.P.R. n° 357/1997. C’era, infatti, nell’area, un complesso sistema dunale, caratterizzato da vegetazione pioniera a Salicornia, che ora non c’è più (vedi blog Dina Crisetti). Un attento studio avrebbe potuto conservare tale complesso sistema, armonizzandolo con l’intervento oggetto di queste riflessioni.

In una nota, datata 4/12/2008, il responsabile UTC del Comune di Cagnano Varano, con sollecitudine dichiara “che i lavori devono essere completati e rendicontati entro il 31/12/2008, pena la perdita del finanziamento”, lasciando intuire che bisogna affrettarsi con l’istruttoria. Finanziamenti, che giustificherebbero la fretta di iniziare i lavori - nonostante il parere avverso degli operatori - ma che in realtà pare non esistano. Infatti l’allegato 3 POR Puglia 2000-2006 Misura 4.16 dice espressamente che il progetto “completamento strada lungo lago sull’istmo isola Varano” proposto dal Comune di Cagnano Varano non è coerente con gli obiettivi previsti nella comunicazione (Prot. 36/SP/1385 del 7/08/2007). Motivo di esclusione, il “non dichiarato avvio iter, né ottenimento di autorizzazioni ambientali, seppur necessarie”.

Il sindaco di Cagnano invece, nel disporre l’esecuzione dei lavori, dichiara che il nostro Comune “è titolare di un finanziamento da parte della Comunità Europea PIS n°15 Misura 4.16”. Lo stesso finanziamento dal quale sarebbe [è] stato escluso? I dubbi, a questo punto, sono diversi. Perché le autorizzazioni ambientali ritenute “necessarie all’istruttoria” da parte di chi ha visionato il progetto, escludendolo dal finanziamento, non sono considerate tali dall’Assessorato all’Ecologia, che a un anno dal sequestro rilascia una valutazione d’incidenza favorevole?

E soprattutto, perché un’Istituzione come quella comunale, ordina “opere abusive”, aprendo i cantieri, senza i preventivi pareri o autorizzazioni? Perché Ente Parco e Regione rilasciano pareri indispensabili, propedeutici all’intervento, soltanto ex post? Perché il PM chiede l’archiviazione del caso?

Leonarda Crisetti

 Redazione

 

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