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14/12/2008

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LE CATENE DEL PROTOCOLLO

Clicca per Ingrandire Riguardo al Teatro Petruzzelli, i cittadini non vogliono solo un teatro riaperto, ma vorrebbero sapere anche se coi loro soldi, oltre al teatro, verrà riaperto tutto il resto
Che l’on. Simeone Di Cagno Abbrescia possa sognare di vedere incatenato il sindaco di Bari, Michele Emiliano, non importa se dal vivo ai cancelli della Regione Puglia, per scongiurare lo svanire dei finanziamenti per il Petruzzelli, o metaforicamente alle verifiche di un programma elettorale che cinque anni fa lo portò a Palazzo di Città, non farebbe notizia. Se non per gli aspetti vignettistici del sogno stesso. Fa notizia, invece, apprendere che, a parere del parlamentare del Popolo della Libertà, nel teatro appena ricostruito sarebbero ancora da verificare una serie di problemi di staticità, checché ne dica il certificato di collaudo statico, rilasciato e a suo tempo firmato dall’ing. Maffei, il collaudatore nominato dal Commissario alla ricostruzione Angelo Balducci.

“Soltanto uno dei tanti adempimenti da portare a termine per ottenere l’agibilità totale dell’immobile”, ha precisato l’ex-sindaco. Un aspetto nuovo a cui, stranamente, il ministro Bondi (foto del titolo; ndr) non aveva mai fatto riferimento. Soffermando invece le sue perplessità sui lavori, non ancora conclusi, della commissione di collaudo tecnico amministrativo e sulle criticità relative alle richieste e alle posizioni della famiglia Messeni-Nemagna.

A fronte di un sentimento diffuso in città, che mal sopporta l’idea di un teatro - patrimonio dell’identità barese - ricostruito solo con i soldi dei cittadini, per il cui uso sarebbe previsto anche un canone annuo di 500mila euro, rivalutabili per 40 anni e senza alcuna contropartita finale, non è chiara ancora la posizione politica del PdL. In pratica, se intende barricarsi sul fronte della difesa a oltranza del Protocollo d’intesa del 2002 e considerarlo una sorta di “moloch” affiancando così gli eredi proprietari, o se far fronte comune per attualizzarne i contenuti e contribuire a una risoluzione finale nell’interesse della comunità.

L’appuntamento elettorale è alle porte. I cittadini non vogliono solo un teatro riaperto, vogliono sapere anche se coi loro soldi, oltre al teatro, verrà riaperto il Bottegone, l’autolavaggio, la pompa di benzina, il parrucchiere, la rimessa per le barche e quant’altro. Se con i loro soldi si possa riaccendere la speranza di un Petruzzelli all’avanguardia della produzione culturale in Italia e in Europa. Non affrontare tali assunzioni di responsabilità, ma soffermarsi sulla tenuta dei corridoi o sull’illeggibilità delle istruzioni del modernissimo impianto antincendio, perché scritte in inglese, rischia di portare in scena solo del deludente e provincialissimo avanspettacolo.
Antonio V. Gelormini

 Redazione (foto pornopolitica.wordpress.com)

 

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