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04/12/2008

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GUERRA DICHIARATA AL KILLER DEI PINI

Clicca per Ingrandire Facciamo seguito alla notizia delle “aleppete a rischio”, che precede immediatamente questo aggiornamento, riportando le ultime novità sul parassita che sta “uccidendo” i pini del territorio peschiciano-viestano. Ce le ha fornite, con puntualità, l’assessore all’Ambiente del Comune di Peschici, Michelino Vecera, che ringraziamo anche per le notizie strettamente scientifiche riguardanti il coleottero killer.

Dal sopralluogo tecnico esperito il 19 novembre dai dottori agronomi Vito Marinuzzi (Servizio Alimentazione–Osservatorio Fitosanitario) e Nicola Stingi (Servizio Foreste), e dal perito agronomo Antonio de Girolamo (stesso ufficio), accompagnati dai funzionari locali del Corpo Forestale di Peschici, dallo stesso assessore all’Ambiente Vecera, e dal funzionario del Parco Nazionale del Gargano, dott.ssa Carmela Strizzi, sono stati rilevati numerosi disseccamenti di piante di Pino d’Aleppo, dai quali sono stati prelevati diversi campioni da sottoporre a esami di laboratorio.

Dalla diagnosi fitopatologica effettuata in sede di sopralluogo e dall’esame di laboratorio dei campioni vegetali sono emerse le seguenti considerazioni:
- il disseccamento e la ridotta vegetazione di questa specie vegetale causata dalla prolungata assenza di piogge, può aver predisposto la stessa all’infestazione di insetti lignicoli (scolitidi) che afferiscono al genere Tomicus;
- l’elevata valenza naturalistico-paesaggistica delle aree boschive infestate richiede di prevedere un intervento tempestivo mediante l’abbattimento delle piante disseccate e il loro allontanamento o distruzione con fuoco nel rispetto delle normative previste per le aree con vincoli specifici;
- la necessità di attivare azioni di riduzione della popolazione lasciando sul terreno residui di potatura in quanto gli scolitidi preferiscono proliferare su rami con scarsa vitalità linfatica. Tali residui diventano pertanto fonti di attrazione privilegiata rispetto alle piante in buono stato vegetativo;
- è altrettanto fondamentale e indispensabile, nell’impiego di tale metodo-esca, la bruciatura immediata dei rami-esca alla comparsa dei fori e del rosume.

Il posizionamento dei rami-esca va effettuato in relazione al ciclo dello scolitide di seguito riportato:
- a febbraio, con le giornate più miti, lo scolitide fuoriesce dai getti apicali dove ha trascorso l’inverno per portarsi, ormai insetto adulto, alla colonizzazione dei rami e delle branche dei pini recettivi. Su di essi determina delle gallerie sottocorticali che sino a giugno si riempiono di uova e larve. In tale periodo gli adulti sfarfallano scalarmente con punte di farfallamento verso la metà di maggio. Tali adulti si portano subito sui getti apicali di 1-2 anni di piante vicine, anche in buono stato vegetativo, dove passeranno il periodo estivo più caldo. A partire da settembre, alcuni individui effettuano poi una seconda generazione colonizzando altre parti vegetative. Tale generazione si concluderà nella primavera successiva, riprendendo il ciclo. Pertanto i rami-esca vanno collocati già nella seconda metà di gennaio, per gli adulti che depongono le uova a fine inverno inizio primavera, con la necessità di rimuovere più volte i rami infestati e sostituirli con altri sino a maggio. A fine agosto vanno riposizionati per gli individui che depongono in autunno, con le stesse modalità sopra indicate.

La tempestività degli interventi (abbattimento e rami-esca), come descritti nella loro tempistica, può determinare un notevole abbassamento della popolazione esistente nell’area infestata e ridurre pertanto notevolmente il numero delle piante colpite. La letteratura scientifica segnala, riguardo alla dinamica della popolazione di questi coleotteri, che forti pullulazioni ci possono essere quando c’è abbondanza di materiale legnoso fresco, derivante da pini abbattuti dall’uomo, da eventi naturali, oppure danneggiati dal fuoco. In questi casi si verifica una forte moltiplicazione del parassita, che si traduce nell’anno successivo in una diffusione verso aree limitrofe, con o senza materiale legnoso idoneo. Infatti, in presenza di abbondanza di scolitidi, si verifica un attacco massiccio anche su alberi apparentemente sani. In questi casi sono soprattutto le giovani piante di pino ad essere portate a morte.

E’ stata riscontrata inoltre, su campioni di tronco tagliati sul posto, la presenza di funghi del genere “Ophiostoma” veicolati dagli stessi scolitidi. Quindi si può affermare che tali insetti hanno la diretta responsabilità del danno, ma che la patologia fungina riscontrata indirettamente ha determinato e completato le ragioni del disseccamento dei pini.

Intanto stamattina si è tenuta una Conferenza di servizi sull’argomento alla presenza di rappresentanti di Parco, Bonifica Montana, Provincia di Foggia, e del prof. Orazio La Marca, dello stesso assessore all’Ambiente, Michelino Vecera, del responsabile del 2° settore tecnico del Comune di Peschici, arch. Massimo d’Adduzio, e del sindaco Mimmo Vecera, da cui è emersa la necessità di provvedere con urgenza a taglio e rimozione delle piante bruciate, al solo fine di porre rimedio al proliferare dei parassiti.

Inoltre, si è ravvisata la necessità di procedere a interventi di ingegneria ambientale per la messa in sicurezza dei canali di bonifica e dei piccoli corsi d’acqua allo scopo di scongiurare il peggioramento del dissesto idrogeologico che fuoco e alluvioni hanno portato sul territorio peschiciano. L’importo stimato per i suddetti interventi è di 12 milioni di euro. Il taglio dei pini bruciati inizierà nelle prossime settimane.

 Redazione

 

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