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29/11/2008

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PUGLIA: NEL MIRINO DI ROMA?

Clicca per Ingrandire L’impressione è che da qualche tempo l’iperattivismo pugliese non sia ben visto a Roma e dintorni. Che provochi un certo fastidio il recupero di tracce di laboriosità creativa da quel DNA formicolante tante volte descritto dal pennino di Tommaso Fiore. La sensazione è che la sceneggiatura si ripeta puntualmente, seguendo un unico copione, con la contrapposizione degli attori protagonisti, per dar vita a una inusuale recita a soggetto. Col trionfo finale del più assurdo “paradosso”.

La vicenda del Petruzzelli è sotto gli occhi di tutti. Dopo oltre 15 anni di immobilismo, di chiassosa e indecorosa “spartizione delle vesti” e delle mura del “tempio”, con un orgoglioso e corale “colpo di reni” il politeama ritorna a nuova vita. Baresi, pugliesi, italiani, tecnici, artigiani e maestranze si sono prodigati con passione e per questa rinascita non hanno badato al risparmio. E’ pronto, è il teatro più sicuro del mondo, nonché il palcoscenico più ambito del momento. Ma dalla capitale un’insolita e sospetta puntigliosità burocratico-amministrativa lo tiene ancorato al limbo dell’indecisione. Mortificandone le ambizioni di riapertura nell’apprezzabile rispetto dei tempi.

E mentre un altro palcoscenico, quello del turismo, si moltiplica per proporre oltre 80 eventi diffusi per l’intera regione, nell’evento internazionale di una Notte Bianca lunga tre lune, facendo della Puglia la meta più ricercata del long week-end dell’Immacolata, c’è chi ha il buon gusto di annunciare il dimezzamento dei collegamenti aerei Alitalia dagli aeroporti di Bari e Brindisi. Non solo, in un crescendo di irrazionalità, ne blocca anche gli slot inutilizzati per ben tre anni. Quasi come a dire: “Inutile cercare altrove. Dato che anche i treni sono un capitolo chiuso, non vi resta che… il tram”!

Tutto questo mentre l’Assessorato al Turismo persegue con tenacia il progetto di una concreta destagionalizzazione dell’offerta ricettiva e investitori istituzionali, come Italia Turismo e Alpitour, decidono un programma di investimenti di 200 milioni di euro per il rilancio qualitativo di un rinnovato villaggio in area di Otranto, nel Salento.

L’Italia arranca, ma la Puglia dagli osservatori nazionali testimonia pervicacemente una controtendenza ammirevole. Il tacco dello stivale, nella moderna proposizione di innovative linee di design, cerca di onorare con impegno la sua funzione: presentarsi come modello di sviluppo e dare uno slancio deciso alla lunga gamba italiana. La dannata tendenza a uno sciocco provincialismo sta facendo di tutto per spezzarlo. La delusione potrebbe essere cocente. Ridursi in ciabatte non è proprio di chi, da sempre, ha aguzzato lo sguardo verso levante. Abituato a scrutare orizzonti più larghi, nonché avvezzo a fare “di necessità virtù” e a confrontarsi quotidianamente con la sfida dell’intrapresa.

Antonio V. Gelormini

 Redazione (foto lucaturi.it)

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 29/11/2008 -- 13:20:39 -- Michele

Vorrei precisare, riguardo ai voli dall'aeroporto di Bari, che il piano sulla rete infrastrutturale aeroportuale nazionale della C.A.I. prevede solo 6 scali nazionali: Roma, Torino, Milano, Venezia, Catania, Cagliari. A meno che non ci siano cambi di direzione, questi dovrebbero essere i nuovi scali ufficiali dell'Alitalia. E la Puglia? Perchè nessuno fa niente? Si vuole fare turismo senza la compagnia di bandiera? Senza gli eurostar (16 in meno in Puglia) destinati al Nord per l'altavelocità? E sappiamo tutti quanto siano importanti, nel settore turistico. Un'altra cosa: come mai per Puglia Night Parade si possono raggiungere solo gli scali di Bari e Brindisi? Spero di sbagliarmi, ma le affermazioni dell'assessore al Turismo dicono questo. E se voglio prendere un volo per partecipare alla Notte Bianca di Foggia? Devo fare scalo a Bari, e poi? Sarà vero? A me sembra una cosa ridicola. Arrivederci e come dico io: "Gargano: what a wonderfull world!!!" Falco Michele

 
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