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01/03/2008

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Il potere della grasta imperversa in mondi di fantasia

Clicca per Ingrandire C’era una volta…
Oggi vogliamo raccontarvi una favola. Sì, perché accade in un paese di fantasia dove il diritto di proprietà è regolamentato, oltre che dalle leggi dello Stato cui appartiene, anche da un semplice oggetto di uso domestico: la grasta, che non deve avere particolari requisiti, solo essere sufficientemente pesante da evitare di venire agevolmente spostata. Ecco perché, in molti casi, si preferiscono pozzetti per fogna, quelli, per capirci, utilizzati per incanalare le acque luride delle abitazioni, di aspetto meno nobile, certo, ma in grado di svolgere più che egregiamente la “funzione” di “delimitare lo spazio circostante l'abitazione”.
In questo paese… fantastico basta piazzare il modesto contenitore e il gioco è fatto: si diventa proprietari, titolari di quello spazio con tutti i consequenziali diritti tutelati dalla legge. Lo spazio pubblico si trasforma come per incanto (nel paese esistono le fate, non dimentichiamolo!) in spazio privato di cui poter disporre a proprio piacimento per tutta la vita e non solo. Infatti, i diritti acquisiti dalla grasta, col passare del tempo si rafforzano, aumentano di dimensioni e accrescono il potere esercitato sul territorio al punto che se ci si vuole allargare un attimino spostandola più in là, lo si può fare tranquillamente. Oppure, se ci si vuole allargare posizionando un’altra grasta in modo da avere maggior spazio disponibile, lo si può fare senza alcun problema. Eggià, perché se non è un problema posizionare una grasta, figuriamoci cosa comporta posizionarne due, tre, quattro… Il tutto, naturalmente, sempre a scapito della collettività.
Questo stato di “occupazione arbitraria”, oltre a essere tramandato ed ereditato da padre in figlio, viene anche compravenduto con pseudo “atti notarili” unitamente all’abitazione di cui gli spazi in questione sono divenuti pertinenze, figurando in effetti come accessori, con diritti reali così come detenuti e posseduti dal venditore. Per cui, chi acquista un’abitazione con annessa limitrofa occupazione (pagata fra l’altro profumatamente), acquisisce sul bene in questione autorità e tutti i diritti tutelati-tutelabili dalla legge!
Eh sì, il paese è un po’ particolare: ogni abitante di case a pianoterra è proprietario anche del tratto di marciapiede corrispondente alla propria abitazione, recintabile quando si vuole e in qualsiasi momento per sottrarlo all’uso pubblico e adibirlo a uso esclusivo di pertinenza della propria casa (“cosa che spetta di diritto...”). Anche il posto macchina, a volte più di uno, situato oltre il marciapiede, diventa di uso esclusivo. Tutto ciò è ben risaputo e oggetto di rispetto da parte degli altri abitanti, ma… quando arrivano i forestieri, a evitare che qualcuno di loro, dopo aver girato per ore in cerca di un “buco”, osi parcheggiare in uno di questi spazi, allora viene fuori, oltre alla grasta, anche la… sediola, spostata all’occorrenza solo quando ritornano dal mare i congiunti.
Naturalmente tutti gli abitanti di questo paese (ripetiamo, di fantasia) sono molto bravi nel predicare buone maniere e comportamenti corretti nei confronti della cosa pubblica e delle pubbliche istituzioni. Tutti sono pronti a puntare il dito contro amministratori, vigili, tutori dell’ordine (ci sono anche lì), dicendo che la causa di tutto sono loro e se mancano controlli e tutela sul e del territorio, è solo loro la colpa.
Chiaro che la tutela riguarda le aree occupate dagli altri, non le proprie, per le quali s'è presa l’abitudine di sbandierare ai quattro venti una pesudoautorizzazione rilasciata “legittimamente” dalle autorità comunali. Quindi, la tutela che gli organi istituzionali dovrebbero esercitare sul territorio riguarda le aree occupate da altri, non quelle che interessano la propria abitazione.
Un’ultima citazione la meritano i cosiddetti moralisti o moralizzatori, persone all’apparenza integerrime, di grande rigore morale e infinite virtù. Fra loro, molti sono originari del paese ma vivono in città ordinate e disciplinate, per cui hanno acquisito una mentalità “cittadina”… o pseudotale, atteggiandosi a personaggi integerrimi e permettendosi di criticare e contestare questo stato di cose talmente diffuso da coinvolgere l’intera collettività, nessuno escluso. Ebbene molti di questi pseudomoralisti (o moralizzatori) sono i peggiori. Predicano bene e razzolano male, nel senso che ordine e correttezza li tirano fuori solo dove risiedono perché quando tornano in paese… si adeguano all’andazzo generale.
Ovviamente la colpa non è loro se hanno commesso eventuali abusi, ma dei vigili che non sono intervenuti subito a fermare i loro intenti poco nobili! E tutto ciò è diffuso in ogni famiglia e talmente radicato nel modo di fare e di pensare da far sembrare che in questo posto vigano leggi differenti rispetto a quelle dello Stato cui appartengono.
Il guaio è che solo in questo modo si riesce a mantenere un equilibrio (apparente) in cui ognuno rispetta lo spazio dell’altro, certe volte anche ingoiando bocconi amari. E, rispettando gli spazi ben delimitati e delineati dalla presenza della grasta, si ha netta la consapevolezza che chi non ha mai peccato, meglio: chi non ha mai… occupato, prima o poi scaglierà la prima… grasta.
Ma intanto vivono tutti felici e contenti.
IL NOVELLIERE

 "punto di stella" - mensile d"informazione del gargano

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 25/03/2008 -- 16:48:00 -- Giulio

La grasta è sempre la grasta ......

 
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