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22/11/2008

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CULTURA E TURISMO: “PREPOTENTE” BINOMIO

Clicca per Ingrandire “Nella storia dell’Italia pre-romana Celenza Valfortore e Carlantino (nella foto FOTO; ndr) sono state il crocevia di culture, rapporti e scambi tra le diverse civiltà che hanno trovato dimora in quest’area dei Monti Dauni”. E’ quanto sostengono esperti e studiosi di archeologia che venerdì, nel corso di un convegno, si sono confrontati sul tema: “La ricerca archeologica nel comprensorio del lago di Occhito-I territori di Carlantino e Celenza Valfortore”.

Negli ultimi anni sono stati migliaia i reperti archeologici ritrovati nei due Comuni e raccolti nei rispettivi depostiti archeologici. “I nostri beni archeologici - ha dichiarato Francesco Santoro, sindaco di Celenza Valfortore, - data la loro importanza, devono essere valorizzati e pubblicizzati sia per dare un contributo alla storia sia per incrementare il turismo in una zona particolarmente ricca dal punto di vista naturalistico”.

Su Monte San Giovanni, a Carlantino, è stato rinvenuto un casale medioevale risalente al settecento, di epoca longobarda, distrutto dal terremoto del 1450. All’inizio dell’anno, sempre in agro carlantinese, è stata scoperta una chiesa all’interno della quale sono state trovate numerose sepolture. In località Santo Venditti, invece, è stato scoperto un monastero benedettino con un pavimento composto da mosaici che, a loro volta, raffigurano diverse forme geometriche.

Altri scavi sono in corso nella cripta sottostante l’altare maggiore dove i ricercatori hanno già rinvenuto alcuni affreschi dell’ottavo secolo. “Gli scavi archeologici sono importantissimi da un punto di vista storico e culturale - ha dichiarato il primo cittadino di Carlantino, Vito Guerrera. - La valle del Fortore è una zona ricca di storia e di cultura che dobbiamo inserire in una progettualità di più ampio respiro”.

Al convengo è intervenuto anche Gianfranco De Benedittis, docente dell’Università del Molise che circa due anni fa ha realizzato il libro “Carlantino-La Necropoli di Santo Venditti”, necropoli, ha dichiarato De Benedittis, che “si presenta per tipo di corredo assai lontana dalla cultura dauna e molto vicina a quella sannitica, fino ad oggi mai rinvenuta a sud del fiume Fortore”.

Per questo motivo il volume è stato considerato di notevole spessore scientifico perché può rivelarsi uno strumento decisivo nella ricomposizione storica delle complesse vicende che hanno caratterizzato il territorio. Nel 2005 sono stati catalogati tutti i reperti raccolti ma soprattutto è stato realizzato il primo progetto di restauro delle monete in bronzo e in argento appartenenti a un lungo lasso di tempo che parte dal terzo secolo avanti Cristo fino ad arrivare all’epoca svevo-angioina.

Fra i reperti catalogati spiccano, in una raccolta di indiscusso valore, stemmi di età normanna, corredi funebri, dardi, ceramiche e un disco corazza (parte di armatura indossata dai guerrieri) risalente al periodo sannitico. Approfondimenti e materiale fotografico: http://celenzavalfortore.blogspot.com e http://tuttiacarlantino.blogspot.com



 COMUNICATO CONGIUNTO dei COMUNI di CELENZA V. e CARLANTINO

 

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