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14/11/2008

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AUREA A FOGGIA? UN “CONSIGLIO” DI 3 ANNI FA

Clicca per Ingrandire “Ammontano a 14 milioni i pellegrini che ogni anno visitano i 2058 santuari italiani”, annuncia Monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Numeri che se associati a una motivazione anche culturale, toccano i 35 milioni di visitatori l’anno.

“Tramonta l’immagine del pellegrino che soffre nel suo viaggio a piedi nudi con il sacco sulla spalla - dice Monsignore. - Oggi i pellegrini occupano circa 100mila camere d'albergo l’anno, il 12 percento di tutta la capacità ricettiva”. Parliamo di un turismo che non è più solamente "religioso", ma diventa "tematico" ed è frutto della necessità di un arricchimento interiore, di una contaminazione nelle altre culture, di coinvolgimento nella storia artistica e nei patrimoni culturali di un paese.

Non a caso, in un recente incontro a San Giovanni Rotondo, Enrico Letta ha parlato dell’esistenza non del turismo, ma di “turismi” e della necessità di abbandonare l’approccio artigianale nel modo di affrontarli, raccomandando alla classe dirigente e imprenditoriale: più rigore professionale e più metodo scientifico.

A tal proposito, la Borsa o Fiera del Turismo Religioso e delle Aree protette ha cominciato a mostrare i suoi limiti già alla sua seconda edizione, tanto da motivare Napoli e la Regione Campania ad avanzare una proposta di candidatura per il terzo appuntamento. Alla luce dei fatti, l’intuizione lungimirante di due anni fa rischia di vedere affievoliti gli entusiasmi, se si conserveranno attenzioni solo per testimonianze campanilistiche, che tendono a soffocare in fasce le potenzialità di un evento, che promuove “prodotti” dalla forte carica emozionale e dalla marcata vena devozionale.

Dare a questo appuntamento il taglio del vero grande evento internazionale, immaginarlo in una sede più adeguata alle esigenze espositive, facilitarne l’accesso e la raggiungibilità, fornirlo di un respiro più consono alle aspettative, vuol dire averne a cuore il successo e la tenuta nel tempo, favorendo anche in termini logistici una crescita della manifestazione e un incremento dei partecipanti.

Diventa allora interessante l’ipotesi di strutturarlo in tal senso e fare in modo di prevederlo nel più conforme complesso fieristico di Foggia. Sarebbe un’occasione per rilanciare quest’area e il complesso a disposizione, razionalizzandone l'utilizzo e rivalutando una risorsa, che altrimenti rischia di diventare l’ennesimo monumento all’incapacità di modernizzazione, più volte lamentato alla classe dirigente di Capitanata.

In un’ottica di sistema, ripetutamente invocata soprattutto in questo comparto, la scelta del capoluogo non significherebbe l’abbandono di San Giovanni Rotondo e di Monte Sant’Angelo. Esse resterebbero le mete regine dell’evento, con relativa e dovuta visibilità, in un corollario tendente a promuovere l’intera offerta turistica religiosa. E potrebbero essere il centro dove prevedere apposite sezioni tematiche, tendenti a valorizzarne capacità di attrazione e potenziale ricettivo.

Il viaggio del pellegrino cominciava con un passo, esigeva coraggio e determinazione per avanzare nel suo itinerario e veniva ripagato, alla fine, dalla soddisfazione non di aver raggiunto la meta, ma di averlo fatto in compagnia. Imparando a conoscere e apprezzare la forza della condivisione e la ricchezza della mutualità.

Antonio V. Gelormini


(N.B. – E’ dal 2006 che Antonio V. Gelormini ha cominciato a parlare e insistere su una più consona “sistemazione” di “Aurea” (la Borsa o Fiera del Turismo Religioso e delle Aree Protette). Basta scorrere l’elenco - in calce - degli organi di stampa che accolsero il suo suggerimento e scatenarono un diffuso scetticismo. Adesso si gode in silenzio “l’agrodolce sapore della soddisfazione, per aver visto giusto con largo anticipo e fra la derisione di tanti. Nonché l’avversione degli stessi organizzatori, ancora oggi restii ad accettare l’approdo foggiano di Aurea per rilanciarla e darle il respiro adeguato alle aspettative legittime, oltre a un saldo ancoraggio alla terra di Puglia”.

Infatti, afferma, “i padri della soluzione si sono moltiplicati”, anche se si avverte ancora l’impressione che le logiche autoreferenziali si discostino abbastanza dalle reali potenzialità di una scelta, che potrebbe davvero dimostrarsi innovativa, “se solo - aggiunge - si riuscisse tutti ad alzare lo sguardo verso un orizzonte meno prossimo, da scrutare con coraggio, tanto entusiasmo e un pizzico di sana fantasia”.

- Pubblicato da “Il Frizzo.it” – Editoriale il 9/2/2006
- Pubblicato da “Cult time” – Attualità il 15/2/2006
- Pubblicato da “Capitanata.it” – Economia il 9/2/2006
- Pubblicato da “Patrimoniosos.it” – Interv:/Recens. 6/3/06
- Pubblicato da “Luceraweb.it” – E-mail il 10/2/2006
- Pubblicato da “Corriere del Mezzogiorno”-Voce citt. 24/2/06
- Pubblicato da “La Gazzetta del Mezzogiorno” – Commenti il 22/2/2006
- Pubblicato da “il Provinciale” – Prima pagina n. 2 Febbraio 2006

p.g.)

 Redazione (foto - modificata - di newsgargano)

 

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