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06/11/2008

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PREZZO OLIO: CHI LO TIENE BASSO?

Clicca per Ingrandire Nei frantoi del Gargano Nord si aggirano compratori che ai piccoli agricoltori, stremati da una lunga siccità, offrono 2 euro e 90 per litro d’olio. Molti scelgono di non vendere. Ma chi è alle strette si fa strozzare dal neonato cartello.

CHI HA DECISO DI TENERE COSI’ BASSO IL PREZZO?
CHI LO STA IMPONENDO A TUTTI I COMPRATORI DEL DISTRETTO?

L’anno scorso, annata ad alta produttività, il prezzo proposto si aggirava intorno ai 4 Euro per litro. Mentre, quest’anno, la produzione è stata gravemente compromessa dalla persistente siccità degli ultimi mesi, tanto che la Confederazione italiana agricoltori, nella persona del presidente regionale Antonio Barile, ha chiesto lo stato di calamità per l’olivocoltura pugliese.

Il calo di produzione stimato dalla C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) si aggirerà tra il 40 e il 50 percento, ovvero sui 5 milioni di quintali di olive pari a quasi un milione di quintali di olio. Il governo centrale dovrà predisporre sopralluoghi per accertare lo stato di eccezionalità atmosferica.

Se ne desume che non desta stupore il dato che i giovani non scelgono più l’agricoltura come attività in cui impiegarsi. Eppure, proprio l’agricoltura è l’unico baluardo in grado di salvaguardare il territorio dall’incuria e dall’abbandono. Neppure i cosiddetti contadini della domenica, persone impiegate altrove ma con l’hobby della cura del campicello, sono invogliati a esercitare la loro passione. Infatti, se hanno la disponibilità finanziaria per acquistare un terreno agricolo sicuro ma non abbastanza vasto da potervi costruire un’abitazione, devono desistere e qualcuno ha dovuto optare per una località in zona alluvionale ma dichiarata edificabile, così con l’ultima piena si è visto invadere la casa dalla potenza delle acque.

L’antropizzazione del territorio non è il male maggiore. Non si possono creare tabù come la non edificabilità “tout-court” di appezzamenti di terreno di modeste dimensioni ma idro-geologicamente sicuri, mentre la piana di Peschici è stata eccessivamente cementificata per far posto all’industria del turismo. L’inclusione o l’esclusione di una località in un Piano di Fabbricazione dovrebbe dipendere dalla valutazione d’impatto ambientale e da una oculata gestione dei rischi-benefici. Avendo sempre presente la tutela del territorio, che non va abbandonato all’incuria, ma affidato nelle mani di quelli che sanno prendersene cura.

Maria Mattea Maggiano

 Redazione

 

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