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03/11/2008

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MANCINO MEGLIO DI OBAMA

Clicca per Ingrandire Con ancora in bocca il sapore delle cioccolate della calza dei morti arrivo in tribuna stampa. Ci sono una quarantina di tifosi giunti da Arezzo, i più giovani sono in piedi, al sole e senza maglietta, gli anziani sono seduti, all'ombra e ben coperti. Se sono venuti nello stesso pullman avranno passato tutto il tempo a litigare sull'opportunità di accendere o spegnere l'aria condizionata. Direttamente da un ristorante del centro arrivano alcuni giornalisti toscani, ci fanno i complimenti per l'ottima qualità della nostra cucina, gli rispondiamo scherzando che la nostra specialità sono i cuochi e gli attaccanti, perciò stiano attenti...

Si vede subito che l'Arezzo è la squadra più forte vista finora allo Zaccheria, l'organizzazione di gioco è ottima, inoltre spiccano Baclet, Bondi, Chianese e Beati, inoltre la difesa è altissima e spesso riesce a mettere Del Core in fuorigioco. Ogni volta che si alza la bandierina i tifosi protestano, in realtà la sensazione è che Del Core giochi in “posizione Inzaghi”, cioè parta sempre un po' oltre la linea dei difensori salvo poi fare un passo indietro prima del lancio.

Al quarto d'ora Coletti viene espulso per doppia ammonizione, ma il Foggia non si scompone, anzi sembra dar ragione a Liedholm quando diceva che in dieci si gioca meglio. Alla mezz'ora c'è un contropiede rossonero, Del Core potrebbe passare a Salgado ma tiene palla, quasi tutto lo stadio lo insulta, poi l'attaccante barese tira in porta, la palla viene deviata e finisce in rete. Tutto lo stadio esulta e dice qualcosa tipo “ha fatto bene a non passare”. Poi dicono che è solo Berlusconi a rimangiarsi le parole dette.

Il primo tempo finisce 1-0, nella ripresa Novelli schiera Troianello al posto di Del Core, nell'Arezzo Cari fa entrare Martinetti, e sarà proprio il neo-entrato a segnare al 3' il gol del pareggio. A questo punto il Foggia rischia di perdere, l'uomo in meno si fa sentire, e l'Arezzo non sembra certo accontentarsi del pareggio. Lo schema del Foggia diventa un 4-4-1 con il solo Salgado in attacco. Ma col passare del tempo il Foggia cresce, negli ultimi 20 minuti sale in cattedra l'attaccante cileno, che comincia a vincere tutti i contrasti e ogni volta che prende palla costringe i difensori toscani al fallo.

El Pescador riesce anche a segnare il gol del 2-1 ma l'arbitro annulla perché secondo il guardalinee il cross sarebbe uscito. Di solito in tribuna stampa evito di gridare, stavolta però mi arrabbio anche io, non c'è bisogno della moviola in campo per capire che non solo la palla non è uscita, ma non si è nemmeno avvicinata alla linea. Ma si capisce che se giochiamo così possiamo vincere, e infatti a pochi minuti dalla fine Nicola Mancino raccoglie una palla al limite dell'area e riesce a battere Marconato. Sapevo che avrebbe segnato lui, e lo sapevano anche quelli che hanno letto la mia previsione su L'ATTACCO di sabato, ora lo sanno anche gli altri.

Finisce 2-1, altro che serie B, se si giocasse sempre allo Zaccheria batteremmo anche il Barcellona.

Sandro Simone (foto Mariano Russo)


 benfoggianius.blogspot.com

 

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