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01/02/2008

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Nuove norme sugli Usi Civici: gran passo in avanti

Clicca per Ingrandire In Puglia (provincia dauna in particolare) la gestione degli Usi Civici non è solo un aspetto di ordinaria attività della P.A. ma elemento strategico per: sviluppo economico del territorio, tutela dell’ambiente naturale, governo democratico della società moderna (teso ad allargare socialmente i diritti a proprietà e libera impresa), generale progresso della civiltà da cui traggono concreti vantaggi le popolazioni pugliesi. E' il dato saliente emerso dal convegno “Usi Civici: nuove norme”, organizzato a Peschici dal gruppo consiliare regionale Udc con l’intervento di rappresentanti della Regione, amministratori locali e semplici cittadini.
Il dr. Berardino Eroli (funzionario della Regione Puglia esperto di Usi Civici) ha illustrato il quadro normativo che in passato li ha disciplinati partendo dal 1806, quando Napoleone varò le leggi di eversione sulla feudalità per attribuire ai cittadini gran parte del demanio del Regno di Napoli. “Con queste leggi - ha spiegato Eroli - nasce la proprietà privata della terra. Molto di quanto stabilito dalla Commissione Feudale (1810-1813) costituisce il pilastro della successiva giurisprudenza demaniale. Nel periodo postunitario s'è poi avuta una grande attività dei prefetti, che emanarono moltissimi atti di conciliazione tra cittadini occupanti le terre demaniali e autorità locali. Nel 1927 entrò in vigore la L.1766 che disciplinò la materia degli usi civici su tutto il territorio nazionale per i decenni successivi”.
Esaminando le normative attuali nel campo degli Usi Civici, Eroli ha evidenziato come in Puglia l’istituzione regionale sia sempre venuta incontro alle esigenze di sdemanializzazione per motivi legati allo sviluppo socioeconomico. “La recente legislazione regionale - ha chiarito Eroli - dispone che gli occupanti di terre civiche possono essere legittimati d’ufficio. In tal modo i Comuni sono in grado di dare ai cittadini interessati l’opportunità di affrancarsi dal vincolo e diventare pieni proprietari. Con legge regionale 19/07, inoltre, il cittadino può pagare una somma di affrancamento inferiore alla stabilita in passato. Il destinatario delle terre civiche - ha concluso - è il coltivatore con la sua famiglia. Chiaro, quindi, che dalle norme sull’eversione della feudalità sino alla legge del 1927 e alle attuali disposizioni legislative regionali, lo scopo fondamentale della normativa sugli Usi Civici è l’assegnazione della terra a chi la lavora, ossia agli agricoltori che ne traggono sostentamento e alle popolazioni rurali”.
Nel suo intervento, il presidente del gruppo consiliare Udc alla Regione, Angelo Cera, ha sottolineato che le nuove norme vanno incontro a chi abbia avviato attività produttive sulle aree demaniali. “Le recenti leggi - ha affermato - sono nate proprio per creare condizioni di sviluppo del territorio, consentendo ad esempio la realizzazione su terreni sdemanializzati di strutture alberghiere o campeggi. Tale attenzione da parte della Regione è tesa a dare certezze alle nostre popolazioni”.
L’assessore regionale all’Urbani-stica, Angela Barbanente (titolare del dicastero competente per il demanio) ha concluso i lavori ponendo in rilievo la grande potenzialità insita negli Usi Civici (proprio in virtù della loro natura di beni collettivi), che comporta la necessità di attivare una seria ricognizione degli stessi sull’intero territorio pugliese e procedere al perfezionamento della normativa del settore al fine di promuovere una loro valorizzazione sul piano della tutela paesaggistico-ambientale e del progresso economico locale. “E’ indispensabile - ha proseguito - costruire nuovi patti tra cittadini e istituzioni per garantire trasparenza e certezza del diritto. In tal senso potremmo creare un gruppo di lavoro comprendente rappresentanti di Regione, Comuni e cosiddetto partenariato sociale e professionale. E’ importante, dunque, scrivere insieme le leggi, perché il punto di vista regionale non sempre coincide con quello dei Comuni e dei rappresentanti delle professioni. Finora, le relazioni tra Regione e Comuni sono state di contrapposizione e conflitto. Ora occorre che tali rapporti divengano più collaborativi, anche nel campo degli Usi Civici e delle destinazioni d’uso urbanistiche. Ciò vuol dire migliorare le condizioni del governo del territorio, favorendone lo sviluppo attraverso nuova programmazione regionale e pianificazione strategica, strumento di cui dispongono le comunità locali”.
“Abbiamo bisogno - ha concluso - di una nuova politica territoriale e paesaggistica per la regione. Sotto tale profilo, la presenza degli Usi Civici dev'essere finalizzata alla valorizzazione dell’ambiente e rientrare pertanto nell’elaborazione del piano paesaggistico regionale. Fino a questo momento ambiente e paesaggio sono su piani di contrasto con lo sviluppo economico. Dobbiamo perciò realizzare un giusto equilibrio tra difesa dell’ambiente ed esigenze della crescita economica, tenendo presente che il patrimonio ambientale rappresenta il motore principale dello sviluppo di un contesto peculiare come quello del Promontorio garganico”.
gianluigi cofano

 "punto di stella" FEBBRAIO 2008

 

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