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24/10/2008

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RICONFERMA TV DELLO CHEF PESCHICIANO

Tanti i modi per fare ristorazione. Diverse le filosofie che ispirano gli chef. Ma quelli di Domenico Cilenti, il “nostro cuoco” peschiciano, è la vincente. In due “scontri” televisivi alla “Prova del Cuoco”, l’ormai consolidata trasmissione di RaiUno condotta dalla straripante (ora più che mai visto che è in attesa) Antonella Clerici, ha sbaragliato colleghi di altre regioni italiane. Se venerdì scorso il 37enne garganico si è sbarazzato di un friulano, oggi è capitato a uno chef umbro che si è visto surclassare da un 63 percento di televoti assegnati al rivale. Due utenti su tre hanno scelto Domenico.

Ma cosa fa di Dom Cilenti il “cuciniere” più amato dagli italiani? Due parametri indispensabili, oggi più di prima, nel carniere di chi ha inalzato la cucina, per ereditarietà e passione, a personale luogo di lavoro e personale realizzazione: gusto e risparmio. Il gusto, perché deve “accalappiare” il cliente o il giudice (se si tratta di un concorso). Il risparmio, perché il ridotto potere d’acquisto della moneta sollecita le buone forchette a scovare il meglio a buon prezzo.

Tale accoppiata ha segnato, già quasi in partenza, il destino della gara di oggi. “Sarachelle e ‘ntrocëlë”, il piatto forte (piccole sarde e troccoli, con un sughetto ottenuto da pomodori a diversa maturazione e tanto basilico). A degno, quasi consequenziale corollario, “pizza ‘a vampë”, sorta di calzoncello farcito con “spunzalë” (cipolle giovani, in alcune zone le chiamano cipollotti) e dopo l’avvampata del fuoco filetti di acciughe aggiunti “crudi”. All’assaggio, il gourmet collaboratore della trasmissione, l’immarcescibile Beppe Bigazzi, raffinato buongustaio, è rimasto senza parole ma il volto ha rivelato tutto il suo gradimento, o per meglio dire: appagamento.

Sull’altra sponda della tenzone culinaria, agnello con castagne che, pur ricevendo il plauso degli esperti, non ha trovato l’accoglienza capace di portarlo alla vittoria. Ruolo fondamentale, oltre al gusto, ha giocato l’altro elemento di cui si diceva, la quantificazione dei costi: quindici euro (per 4 persone) il piatto umbro, solo dieci (stesso numero di persone) l’offerta garganica. Un trionfo.

Venerdì prossimo, il “nostro” affronterà un terzo concorrente. Inutile aggiungere che l’appuntamento non è da perdere per nessuna ragione al mondo in modo da ricevere la conferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, della preparazione e della sapienza culinaria di un giovane peschiciano che ha saputo attingere dalla propria terra indicazioni e ispirazioni necessarie ad affermarsi in un universo che, affrontato con certe modalità, diventa autentica”arte”.

Bravo Domenico, ci vediamo fra due giorni (per la festa che tu sai) nel tuo “Porta di Basso” dove i sapori che solo tu sai creare si sposeranno con gli albatros sfreccianti dietro le tue finestre sul mare coniugando una serie di verbi tutti in “are”: assaggiare, gustare, assaporare, mangiare, saziare, appagare… AMARE! Sì, perché se non c’è amore, i tuoi piatti e le tue ispirate invenzioni diventano semplici pietanze anche se preparate dalla più brava massaia.

p.g.

Redazione

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Commenti dei Lettori:

-- 24/10/2008 -- 16:57:13 -- Carlo

Bravo Domenico, sei l'esempio positivo del nostro territorio, hai dimostrato che con passione e buona volontà si puo' emergere e contribuire con le proprie capacità alla promozione del nostro turismo Garganico. Ti auguro ogni bene per la tua carriera , io nel mio piccolo ti ringrazio per il generoso contributo offerto alla tua "Peschici".