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18/09/2008

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LE “SCOPERTE” DEL TRENINO GARGANICO

Clicca per Ingrandire Domenica 14, una delegazione della sezione del Rotary Club di Manfredonia, guidata da Sabino Sinesi, è giunta a Rodi Garganico col “mitico” trenino delle Ferrovie del Gargano (foto del titolo, una carrozza "decorata"; ndr) accolta da Maria Rosaria Zagaria, presidente della sezione del Rotary Club Gargano (foto 1 sotto). Un arrivo salutato da una pioggia leggera, la prima dopo tre mesi di siccità.

Il percorso “alla scoperta di Rodi” è iniziato con la visita al costruendo porto turistico (foto 2), le cui caratteristiche sono state illustrate su un plastico (foto 3) dal promoter della “Remax Acquachiara”: 360 posti barca, 90mila metri quadri di superficie, profondità di bacino d’ormeggio da 3,5 a 4,5 metri per consentire l’accesso a imbarcazioni a vela e a motore da 8 a 25 metri (con qualche unità di 40 metri), banchina attrezzata con eliporto, bar, ristoranti, locali commerciali, negozi, officine, servizi igienici, uffici, torre di controllo, distributore-carburanti, rimessaggio e riparazione delle barche.

In avanzato stato di costruzione, il porto turistico sarà inaugurato il prossimo maggio e titolato a “Maria SS.ma della Libera”, patrona di una Rodi che conserva nel dna la vocazione per il mare e l’arte della marineria. La prima richiesta per la costruzione di un moderno porto risale infatti al 1908: l´amministrazione comunale cercò, fin da allora, di dotare la città di una struttura al servizio di traffici commerciali.

Dopo la rapida ricognizione delle potenzialità del futuro porto, i Rotariani hanno proseguito la visita guidata recandosi dal centro della cittadina garganica fino al Santuario della Madonna della Libera (foto 4), dove chi scrive (guida turistica decisamente improvvisata!) ha tracciato un rapido excursus sulla storia della città e del Santuario che reca sul frontale la dicitura: «A devozione dei naviganti» ad attestare il ruolo marinaro di una città che allacciò fiorenti traffici con la vicina Dalmazia, il resto del Mediterraneo e l’Oriente esportando vini, arance, limoni e olio.

La costruzione del Santuario fu portata a termine con le offerte dei rodiani, purtroppo nulle negli anni delle terribili “gelate” che negli inverni del 1891 e 1895 fecero svanire il sogno di ricchezza di molte famiglie. In queste occasioni, la Vergine della Libera veniva portata in processione dal suo Tempio fino al Belvedere nella speranza che la neve non gelasse le delicate zagare in fiore.

Nel Santuario sono raccolte numerose tavolette votive con scene di naufragi. Quando i trabaccoli carichi di agrumi scampavano a qualcuno di questi sulle rotte per la Dalmazia, i superstiti si recavano a sciogliere voti alla loro Madonna (foto 5). Eppure molti rodiani abbandonarono gli agrumeti, distrutti da frequenti gelate, e lasciarono l’Italia tra la fine dell’800 e il primo decennio del 900, concentrando le loro speranze di riscatto economico in America, nel New Yersey, a Hoboken, area suburbana di New York diventata nel tempo la loro seconda patria, e portandosi dentro il ricordo della Madonna della Libera tanto da continuare a festeggiarla anche oltremare ogni 2 luglio.

Dopo la “full immersion” nella storia del culto della sacra Icona, il rettore del Tempio, don Michele Carrassi, salutando i rotariani si è soffermato sul significato della denominazione data al Santuario della Madonna della Libera. Il gruppo ha ammirato quindi il Sacro Quadro e, dietro l’altare (foto 6), oltre al “Sacro sasso”, anche una perfetta copia utilizzata durante le processioni per evitare il deterioramento dell’originale custodito, dopo l’ultimo restauro della Soprintendenza di Bari, nella teca monumentale della cripta.

Terminata la visita al Santuario, il percorso è proseguito nelle suggestive viuzze del centro storico, dove sono collocate le principali emergenze architettoniche di Rodi (foto 7-8). L’itinerario ha toccato il primo convento francescano (oggi chiesa di San Pietro e Paolo, quasi sempre chiusa al pubblico), il Belvedere, dove si affaccia la cinta muraria con quel che resta del Castello dei Cavaniglia (foto 9), fino alla torre d’angolo dello Spuntone, la più recente fra le torri d’avvistamento (probabilmente del 1535) costruite da Pietro di Toledo, viceré di Napoli, per difendere il centro abitato dagli attacchi turchi. Da questa struttura si potevano vedere le torri di Monte Pucci e San Menaio, e dal lato opposto la Torre di Calarossa, nei pressi di Torre Mileto.

Scendendo dal Castello e risalendo i ripidi e stretti scalini dei vicoli del caratteristico quartiere marinaro del Vuccolo, di probabile origine longobarda (dove un tempo sorgeva la chiesetta di san Michele Arcangelo), i Rotariani si sono soffermati ad ammirare, oltre ai monumentali comignoli, la Chiesa del Crocifisso, edificio chiuso al culto dopo il terremoto del 1995 e da circa un anno transennato per l’ormai imminente restauro (foto 10).

La passeggiata è proseguita fino all’Hotel Piccolo Paradiso, nel cuore dell’oasi Agrumaria di Rodi, dove c’è stato un conviviale tra i due gruppi di Rotariani, del Club Manfredonia e del Gargano. Alle 16,30 di nuovo in carrozza, sul trenino della Garganica, alla volta di San Severo, per proseguire poi in auto fino a Manfredonia a conclusione di una bella iniziativa, utile senz’altro alla promozione del territorio e alla conoscenza dei beni culturali di questo angolo di paradiso da parte di chi vive nella parte opposta dello Sperone.

Il Rotary ha al suo attivo numerose iniziative a livello nazionale e internazionale che i soci svolgono gratuitamente o autofinanziandosi. Ricordiamo, fra le tante, quella dell’anno scorso quando ha promosso a Peschici un convegno sugli incendi boschivi, donando un automezzo antincendio alle “Giacche Verdi” di Vico del Gargano. Inoltre è partner, con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Unicef e il CDC, della “Global Polio Eradication Initiative” (Sradicamento Globale della Poliomielite). La Puglia, con tutti i suoi Club, è compresa nel Distretto 2120 insieme alla Basilicata. L'Italia fa parte della Zona 12 (divisa in 10 Distretti con a capo altrettanti Governatori) che include anche Albania, Malta e San Marino.

Riguardo al “Treno del Gargano”, verrà presto istituzionalizzato nei pacchetti di offerta turistica del Promontorio portando i passeggeri interessati a nuovi percorsi “culturali” da Foggia a Rodi Garganico e Peschici con carrozze moderne e climatizzate. Sosterà nelle stazioni delle cittadine costiere mentre i turisti verranno accompagnati in visite guidate ai centri storici e ai principali monumenti del territorio ammirando, tra i beni del patrimonio della civiltà marinara, un trabucco, antico strumento di pesca che stava lentamente scomparendo sulle coste garganiche, ripristinato e rilanciato dall’associazione “I trabucchi del Gargano” presieduta da Pina Cutolo.

Il viaggio inaugurale del “Treno del Gargano”, promosso da Marialuisa D’Ippolito, capodelegazione FAI del capoluogo foggiano, avverrà il 21 settembre. Ne ricordiamo ancora una volta il programma. Ore 9: partenza “Stazione di Foggia” - ore 10.30: arrivo “Stazione di Rodi Garganico”, visita guidata del centro storico, degustazione di prodotti tipici - ore 14: partenza per Peschici - ore 14.30: arrivo “Stazione di Peschici”, Concerto di musica folk del Gargano, visita guidata a centro storico e trabucco - ore 18: partenza per Foggia - ore 21: arrivo “Stazione di Foggia”.

Teresa Rauzino

 Redazione (foto Rauzino)

 

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