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15/09/2008

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FIERA DEL LEVANTE, INCIAMPI E DELUSIONI

Clicca per Ingrandire Si aspettava il colpo ad effetto di chi ne sa una più del diavolo, in fatto di comunicazione, ed invece la sorpresa è arrivata dalla platea. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, aveva appena cominciato il suo discorso di saluto e già alla seconda frase sono partiti fischi e contestazioni dal centro della sala. Alle mie spalle, nel settore a ridosso dello spazio-stampa, qualcuno ha parlato di imboscata e chi gli stava vicino ricordava l’analogo clichè andato in scena a Vicenza un anno e mezzo fa. A quel convegno di Confindustria, però, la regia dello stesso Cavaliere fu di ben altra fattura. Qui il dilettantismo dei peones è stato evidente e l’impazienza di manifestarsi è scivolata sul passaggio forte, ma poco chiaro di Emiliano, sull’uso dell’immondizia di Napoli “per tentare di piegare la resistenza di tutti i meridionali”.

Una platea che è rimasta disorientata, di lì a poco, dalle dichiarazioni di affetto e di simpatia del sindaco di una città, che dimostra di voler bene a Silvio Berlusconi (“come potrebbe non farlo anche chi la rappresenta tutta?”). Ricambiate da una totale disponibilità ad accettare tutti gli inviti del primo cittadino: per inaugurare insieme il Petruzzelli, consegnare insieme la Chiesa Russa di Bari al Patriarcato Ortodosso di Mosca, creare un asse con Milano e fare della Fiera del Levante una costola-antenna, rivolta alla sconfinata frontiera balcanica, in occasione di Expo 2015 (col sindaco Moratti ci sarebbe già un accordo di massima).

Smania e irrazionalità, da campagna elettorale, da tempo sono occasione di intemperanza e di eccessi arroganti. Questa volta l’effetto è stato quello di “sporcare” anche un appuntamento tradizionalmente rituale come l’avvio della kermesse barese. Un inciampo ulteriore che ha creato non poco imbarazzo alla macchina organizzativa, in una mattinata carica di aspettative per la 72esima inaugurazione della Fiera del Levante.

Una cerimonia iniziata con vistoso ritardo, per attendere l’aereo presidenziale. Una contestazione in atto ai cancelli d’ingresso contro gli attacchi alla scuola pubblica. L’eccessivo spazio preso dai politici e l’impossibilità paradossale di dare voce, in un tale contesto fieristico, al presidente della Camera di Commercio. L’arrivo della pioggia (miracolo?) mentre parlava il Capo del Governo, che ha compromesso il cerimoniale della visita ai padiglioni e rovinato le acconciature delle signore. Persino il presidente Lacirignola, nel suo caloroso e interessante saluto, è incappato nell’inciampo oratorio di un “ce l’hanno imparato”, non sfuggito alle orecchie più attente in sala.

Un uditorio conquistato e quasi ammaliato, in precedenza, dai rilanci “a testa alta” del presidente della Regione, Nichi Vendola, che ha rivendicato alla Puglia –se capace- il diritto sacrosanto a volare in senso lato. Chiedendo al Governo che “non vengano spezzate le ali” a una regione che sta correndo, come gli indicatori economici testimoniano e lo stesso presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, riconosce. Per questo non timorosa di voler “vedere le carte” del federalismo.

Oltre quelle date al sindaco di Bari, nessun’altra risposta è arrivata dal discorso del Presidente del Consiglio. Un intervento tanto prudente, quanto inconsistente, che non ha toccato alcuno dei temi scottanti del momento. L’aver deciso di non leggere il “mattone” preparato e di andare a braccio, lo ha fatto rimanere piuttosto guardingo. Ripagato da una platea, nel frattempo, distratta e preoccupata dallo scrosciare della pioggia. Peraltro stranamente insensibile (come non lo era stata con Emiliano), anche nell’insolito passaggio di un Berlusconi che ha parlato di “eccessiva evasione fiscale”, e di lotta e impegno per l’emersione di “redditi in nero”.

Uscendo la delusione, questa sì, era bi-partisan. Nel notare lo sguardo di Michele Emiliano, finalmente meno teso e più sereno, il sacerdote che mi sedeva al fianco ha stigmatizzato: “Non lo meritava. Ma Benedetto XVI dice che la sofferenza è luogo di apprendimento della speranza”.

Antonio V. Gelormini
(gelormini@katamail.com)

 Redazione

 

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