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27/08/2008

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OGGI, 3 ANNI FA, MUORE MATTEO SALVATORE

Clicca per Ingrandire Così digilander.libero.it, quel giorno di tre anni fa:

“Oggi Matteo è morto.

“Era malato da tempo. Se n'è andato via un grande artista. Un vero artista. Geniale, imprevedibile, folle, sregolato. Nessun telegiornale ha annunciato la sua scomparsa. Troppo occupati a parlare di banalità sui rientri dalle ferie. Poi come parlare del grande Matteo in pochi istanti, come ridurre la sua complessità. La sua giovinezza fatta di grande miseria, di analfabetismo - condizioni che il nostro paese non ama ricordare ma che hanno riguardato molti nostri connazionali - riscattata con la dolcezza della sua chitarra, la forza poetica delle sue parole.

“Un precursore Matteo Salvatore, l'inventore di un nuovo stile, il cantastorie che ha anticipato la generazione dei grandi cantautori italiani (alcuni di loro lo riconoscono come maestro). Ma anche un "lazzarone", una persona sospettosa, intrattabile, inaffidabile. Insomma un artista. Piero Ciampi diceva: "Morto un poeta, se ne fa un altro". Spiace contraddirlo ma si sbagliava. I poeti sono sempre di meno. E un altro Matteo Salvatore non ci sarà più. Ma le sue canzoni rimarranno per sempre. E ci parleranno ancora di un mondo lontano ma sempre presente, di sentimenti veri, di sogni e bisogni. Un mondo senza silicio, senza plastica.

Addio Matteo”

Chi lo ricorda, chi ne ha preso l’eredità? Esiste qualcuno che ne porterà nel tempo poesia, sentimenti, musicalità, pathos, tragicità? Sì, c’è! Si chiama Nicola Briuolo (nella foto): unico e storico allievo di Matteo Salvatore che fa rivivere con la sua chitarra e la sua voce i versi e i suoni più belli del cantastorie. Di seguito la sua presentazione nella sintesi delle parole di Antonio Mainenti, cantante e strumentista.

“Cosa dovrebbe rappresentare un maestro? Quale funzione dovrebbe avere in una società diversa? Una delle cose del passato che mi intrigano di più è proprio questa: la figura del maestro che sceglie il miglior allievo a cui svelare tutti i segreti. Nessuna scuola di stato o a pagamento ti farà accedere ai "trucchi del mestiere".

“Intorno al duemila, Nicola Briuolo ritorna a Foggia dopo aver lavorato come metalmeccanico all'Iveco di Mantova per quattro anni. Non lavorerà spesso, anche se è un imbianchino bravo e pulito. Un suo amico un pomeriggio lo porta a trovare Matteo Salvatore, Nicola non ha mai preso in mano una chitarra; il maestro lo attendeva, chissà da quanti anni aspettava l'arrivo di Nicola.
Da quel giorno, tutti i pomeriggi, Nicola li passava a casa del maestro a studiare le sue canzoni e la nobile, personalissima tecnica della mano destra per suonare la chitarra.

Nicola ha un repertorio di più di due ore, canta con intensa passione tutte le canzoni del maestro ormai sue: si perché Nicola è anche umile, ha subito accettato di succedere al maestro. Quasi lo reincarna nello spirito, nel fisico e nello stile di vita. Quando l'ho conosciuto, ho capito che dovevo suonare con lui, dovevamo inventarci qualcosa e registrare la sua voce; ho pensato a qualche pescecane del supermercato dei dischi e delle promesse, che prima o poi, lo accalappiava approfittando della sua buona fede.

“Abbiamo iniziato a parlare di diritto d'autore, di suonare in posti occupati, della differenza che passa tra il mercato musicale e la nostra testa. Nicola dice di non interessarsi di politica, io gli ho sempre detto che lui è un anarchico puro e romantico. A Foggia mi viene a prendere alla stazione degli autobus con Rosario, un altro carissimo amico e suonatore di tamburello in stile Gargano; andiamo subito nel suo mondo, Nicola è entusiasta di farmi conoscere la sua vita, come funziona e come si svolge.

“Il primo posto che visiteremo è il club, il luogo più importante dove si passano le intere giornate. Il club è una sorta di scantinato, con la luce bianca del neon e come decorazioni ha appeso ai muri le sciarpe della squadra del Foggia calcio; il bancone è vecchio, le bottiglie dei superalcolici sono quelle poche che si usano in zona: il caffè Borghetti, la sambuca, lo stock 84 e l'amaro Averna. Noi prendiamo invece una Peroni a testa, brindiamo e contempliamo i video poker.

“Matteo Salvatore ha cantato la povertà, la tradizione vissuta, Nicola Briuolo conosce tutto questo: è impressionante, ma sembra quasi che il maestro si sia reincarnato in lui (per dirlo io da ateo!). Il maestro, prima di morire, gli ha ceduto la sua chitarra, la sua voce e i suoi falsetti; possiamo apprezzare brani intensi come "Lu bene mio", allegri doppi sensi come "Pette tonna"

“Nicola senza pretese, è un personaggio scomodo. Scomodo per chi con le canzoni del maestro voleva arricchirsi sentendosi l'erede ufficiale, gente che anche in vita ha sfruttato Matteo Salvatore. Una rivista chic ha sparlato di lui etichettandolo come un ladro che si è autoproclamato "allievo di
Matteo Salvatore". Sarà perché Nicola vive felicemente ai margini della società, non è interessato a suonare per questo pubblico di radical-chic, gente che non sente sua, collezionisti di vecchi cimeli
musicali: gente da bottega equo e solidale.”

N.B. - Nel Video della Settimana un omaggio a Matteo Salvatore di Vinicio Capossela, che canta "Lu bene mio".

 Redazione

 

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