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19/08/2008

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LA PROTEZIONE CIVILE? UNA “CULTURA”

Clicca per Ingrandire “Pochi incendi in questa estate 2008, e nessuno grave, forse per il meteo favorevole, con poche giornate di scirocco favorevole al fuoco, ma non è escluso che sia anche per il risultato del controllo sul territorio operato per la prima volta dalla Protezione Civile”. Così Raffaele Celeste (a sin. nella foto del titolo col C.te Prencipe; ndr), responsabile della Posizione organizzativa Prevenzione rischi della Regione Puglia, che a partire da giugno e fino a settembre si occupa degli incendi sul Gargano.

Il Programma è la risposta della Giunta Vendola alle polemiche sull’inefficienza della macchina dei soccorsi e la mancanza delle misure di prevenzione. Si basa sul gemellaggio ad hoc, il primo, richiesto dal Dipartimento della protezione civile nazionale tra la nostra Regione e il Piemonte - che partecipa con un contingente della sua Protezione Civile di lungo corso e di provata esperienza - nato molto prima della legge che fa obbligo ai Comuni di predisporre un piano di “pronto intervento” per far fronte alle calamità naturali prevedibili.

“Sono loro - dice Celeste - che gestiscono l’unità operativa Aib (anti incendi boschivi) sul Gargano, in collaborazione con unità di Protezione pugliesi. Oltre ai risultati immediati in termini di limitazione degli incendi, che ci auguriamo possano essere confermati a fine estate, per noi è importante apprendere le tecniche antincendio nell’obiettivo dell’autonomia. E’ un’occasione buona per fare esperienza - aggiunge. - Dobbiamo fare tesoro della collaborazione per ricavare gli insegnamenti su quei particolari che ancora ci sfuggono e c’impediscono di usare al meglio le nostre potenzialità”. Perché non è il numero di aderenti ai gruppi locali di protezione civile l’elemento prioritario, ma la qualità della loro attività.

Secondo Raffaele Celeste “l’aspetto organizzativo è essenziale. Il volontariato nei nostri paesi crescerà solo se le sue strutture si dimostreranno funzionali”. Negli ultimi decenni la sensibilità verso la difesa dell’ambiente è cresciuta, parallelamente con la disponibilità, spontanea, di ognuno di noi a fornire un contributo personale, sopportare anche sacrifici economici, prestare servizio per la cura e la difesa dell’ambiente.

In tempi di crescente disgregazione sociale, gruppi sempre più numerosi di cittadini si tengono insieme, condividendo valori fondamentali che fungono da collante. Uno di questi è sicuramente l’appartenenza al territorio. Ma è fondamentale, in tali circostanze, la capacità di convogliare queste energie verso risultati concreti, gratificanti, altrimenti la sensazione d’inutilità prende il sopravvento ed è il preludio all’abbandono. Un’efficiente organizzazione che in un certo senso conferisce una veste di professionalità ai gruppi di volontari.

Nel corso dell’ultimo anno, molto è stato fatto. Il Dipartimento di Bertolaso ha imposto ai Comuni la predisposizione del Piano di pronto intervento nel rispetto della legge. Quasi tutti hanno risposto. Si spera che tali Piani non esistano solo sulla carta, come purtroppo si è scoperto il 24 luglio 2007. “Gli eventi - precisa Celeste - non sono soltanto quelli legati al fuoco, perché nel Promontorio il fenomeno più temuto è sempre quello sismico». Ma non è trascurabile neanche l’idrogeologico, vista la natura del territorio e lo sfruttamento dissennato e non pianificato di cui è oggetto specialmente la fascia costiera.

Gli uomini impiegati in questa “estate garganica” sono tutti volontari, piemontesi e pugliesi, che offrono il loro servizio gratuitamente. Svolgono turni settimanali che impegnano 50-70 uomini a volta. La loro sede, ideale dal punto di vista logistico, è presso il Distaccamento “Iacotenente” dell’Aeronautica (Foresta Umbra) dalla quale gli equipaggi possono raggiungere con facilità e in tempi brevi qualsiasi zona, sia per il pattugliamento del territorio sia in caso di intervento di spegnimento.

Oltre a perlustrazione e spegnimento, servizi che impegnano quotidianamente dodici equipaggi (otto piemontesi e i restanti pugliesi), i volontari svolgono anche i servizi complementari: squadra sanitaria, ristorazione, stazione radio, centro di coordinamento affidato a due funzionari della protezione civile della Regione e ad alcuni capisquadra. I trecento uomini provenienti dal Piemonte sono tutti volontari dell’Aib che hanno superato corsi speciali di addestramento. I volontari pugliesi non hanno specializzazioni particolari e si occupano di tutto, dalla sanità ai terremoti, al dissesto idrogeologico.

Un particolare, questo delle competenze differenziate e non, spiegabile con la diversa “maturazione” raggiunta dai gruppi dei volontari, la qualità delle loro esperienze acquisite sul campo. Laddove non siano stati ancora raggiunti standard organizzativi e operativi qualificati, non è infatti possibile selezionare gli uomini e occuparli in mansioni specifiche.

La centrale operativa è gestita dai piemontesi, i volontari pugliesi gestiscono mensa e centro medico. Nei servizi annessi e attività di supporto logistico sono impegnati un centinaio di volontari. Oltre agli uomini, la Regione Piemonte ha messo a disposizione i mezzi operativi e un ufficio mobile adibito a sala operativa in loco (nelle foto sotto), fulcro della “macchina” antincendio. Dotata di sistema satellitare GPS, consente di monitorare costantemente l’esatta posizione degli equipaggi in pattugliamento che si spostano senza sosta lungo quattro itinerari strategici: Foresta Umbra-Litoranea direzione Peschici; Foresta Umbra-Litoranea direzione Vieste; Foresta Umbra-Monte Sant’Angelo-Litoranea Mattinata Baia delle Zagare; Foresta Umbra-San Giovanni-San Marco-Cagnano Varano-Litoranea Isola Varano.

Ogni equipaggio è composto di almeno tre uomini su un fuoristrada PK dotato di modulo antincendio da 400 litri di riserva d’acqua. Per gli spostamenti si avvalgono della collaborazione della Forestale, i cui uomini hanno una conoscenza capillare del territorio. In complesso sono dodici i PK disponibili, ai quali sono da aggiungere due camion cisterna, ognuno con due uomini a bordo e una riserva di 3mila litri di acqua. Il rifornimento idrico avviene negli invasi naturali e in punti artificiali (piscine di plastica dislocate dalla Protezione civile stessa riempite sistematicamente).

Due aerei “Fire Boss” sono di stanza da quest’anno all’aeroporto foggiano Gino Lisa e decollano su ordine della Sala operativa regionale. La protezione civile non dispone di un numero telefonico per segnalazione diretta da parte dei cittadini. Interviene sugli incendi che avvista direttamente, oppure su ordini impartiti dalla Sala operativa regionale di Bari che coordina gli interventi e su cui confluiscono le chiamate ai numeri 115 e 1515.

Il costo stimato a carico della Regioni per l’intera “stagione” è inferiore a 400mila euro ed è relativo alle spese vive per spostamenti, vitto, carburante per i mezzi impiegati. Poco, pochissimo, se si pensa ai danni che si sono avuti nel 2007, almeno in parte attribuiti alle insufficienti misure di prevenzione. Sempre in tema di costi, è bene sottolineare che per il volontariato organizzato sono attualmente previsti discreti finanziamenti pubblici. Sono le singole Regioni a definire i criteri di concessione dei contributi alle organizzazioni di volontariato.

“La Protezione civile di Alessandria - precisa in merito Celeste - inizialmente si autofinanziava in varie forme, anche organizzando sagre e lotterie di paese. Negli ultimi anni usufruiscono di cospicui finanziamenti per l’acquisto di mezzi, strumenti e quant’altro necessitano. Sono scesi giù con mezzi eccezionali. Dobbiamo porci anche noi gli stessi obiettivi ambiziosi. I finanziamenti ci sono, dobbiamo solo lavorare per organizzarci meglio, fare esperienza e buoni progetti. Loro - continua - vengono aiutati anche dalle Fondazioni bancarie, che purtroppo nel Meridione sono poco presenti”.

Raffaele Celeste ci anticipa che, per quanto riguarda le tecniche di avvistamento degli incendi, sul Gargano è imminente la sperimentazione sul campo, la prima in assoluto, dell’impiego di un aereo da ricognizione radiocomandato. Un velivolo leggero tipo dirigibile, senza pilota, con un raggio operativo di circa cinque miglia sul quale è montata una telecamera in grado di “osservare” il territorio e trasmettere le immagini alla sala operativa.

“Ma il nostro impegno primario - rimarca il responsabile della Regione Puglia - è diffondere la cultura della protezione civile. Occorre un’intensa azione di sensibilizzazione da rivolgere a tutti i cittadini. Bisogna promuovere l’idea di territorio come valore e come ricchezza. Realizzare un simile programma, iniziando innanzitutto nelle scuole, sarebbe un importante investimento per il Paese”.

Una categoria cui occorre rivolgere raccomandazioni e istruzioni particolari è quella degli agricoltori. Sono loro, spesso, la causa degli incendi. “Non perché piromani - precisa Celeste - ma perché perdono il controllo del fuoco acceso per eliminare i sottoprodotti colturali residui o per ripulire il margine dei campi dalle erbe infestanti. Bisogna convincerli che queste pratiche, oltre al rischio che comportano, sono tecnicamente sconsigliate perché impoveriscono il terreno depauperandone la fertilità».

Silverio Silvestri


 “Il Gargano Nuovo” (agosto 2008)

 

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