"Reporters sans frontières" (RSF) ha diffuso il rapporto delle violenze sugli operatori dell'informazione. Nel suo bilancio annuale l'Ong riporta che nell’anno pronto a cedere il passo al nuovo, 66 giornalisti , meno dell’anno precedente, sono stati uccisi mentre svolgevano il loro lavoro. Il rapporto precisa che alla cifra delle vittime vanno aggiunti undici collaboratori non giornalisti dei media e 19 'citizen journalists'. Nel 2014 sono stati uccisi 66 giornalisti in tutto il mondo.

Il Paese più pericoloso per i giornalisti è stato la Siria dove sono morti 15 reporter. Sette durante il conflitto nella Striscia di Gaza. I posti più a rischio per esercitare la professione sono stati Siria, Palestina, Ucraina, Iraq, Libia. Negli ultimi dieci anni i giornalisti uccisi sono stati 720. I rapiti quest’anno 119 (il 35 percento in più del 2013), quaranta ancora nelle mani dei rapitori. I giornalisti in prigione sono 178, quelli costretti a lasciare il loro Paese per le minacce ricevute 139, gli arrestati 853. I giornalisti che hanno ricevuto minacce 1.846 (Giovanni D'Agata, presidente “Sportello dei Diritti”).