“Gli esuberi sono sempre gli stessi, non c’è traccia degli stipendi e non abbiamo più un interlocutore. E’ normale che gli animi si siano inaspriti”. Così l’rsa dell’Ugl Lorenzo Pellecchia interviene sulla spinosa questione del don Uva di Foggia che ha esasperato gli animi dei lavoratori che sono arrivati a minacciare di lanciarsi nel vuoto. “Quando non ci sono soldi per mantenere la propria famiglia - continua Pellecchia - e non si arriva a fine mese, quando si rischia di perdere il lavoro, quella dei lavoratori del don Uva diventa la conseguenza più immediata, anche se estrema. Gli animi sono esacerbati, c’è da meravigliarsi che questa bomba non sia esplosa prima. E la politica ha la sua parte di responsabilità. A noi sembra essersi fermata a guardare con la speranza di un fallimento e di un commissariamento della casa di cura. E’ dal 2007 che come sindacato denunciamo questo immobilismo”.

Un immobilismo che sembra avere le ore contate. Lunedì 10 dicembre si è riunita la task force regionale e in Consiglio Comunale si è stabilita la data dell’assise cittadina monotematica. Giovedì 13 ci sarà un tavolo in Prefettura. “L’Ugl - evidenzia il segretario territoriale Ugl Foggia, Gabriele Taranto - non demorderà in questa che è una lotta non solo per il diritto al lavoro di uomini e donne che continuano a svolgere il proprio dovere nonostante i seri problemi, ma anche per il diritto alla salute. E’ una vertenza che va avanti da oltre un anno fra l’incudine di una debitoria di 300 milioni di euro e il martello delle accuse di truffa e peculato. Occorre trovare subito una soluzione. Confidiamo nella disponibilità dei direttori generali a concertare coi sindacati una risoluzione definitiva”.