Si allunga l’elenco di lettori che partecipano al dolore della famiglia di Emanuele Braj, il carabiniere salentino morto in un attacco terroristico ad Adraskan in Afghanistan. Fra le tante giunte in redazione abbiamo scelto in rappresentanza di tutte la testimonianza di uno dei lettori più affezionati e presenti della nostra testata: Vincenzo Campobasso.

(Ancora un militare ucciso…) “... e non sarà l'ultimo se insisteremo a portare una pace che gente avversa non apprezza nel suo valore. I morti (nostri e non nostri) finiranno quando ci saremo ritirati nei nostri confini, questi, sì, sacri, da difendere. La pace, la democrazia e altri sentimenti, non che difficile, pare quasi impossibile esportarli.

“Per quanto attiene alla Puglia, pare normale che i nostri giovani siano falciati di più: evidentemente c'è una preponderanza numerica di nostri corregionali. E ce ne sono di più, sempre per la medesima ragione: da noi c'è un'accentuata carenza di lavoro. La vita militare è uno dei pochi e sicuri sbocchi per sbarcare il lunario. “Sbarcare il lunario”, ho detto, non assicurarsi “pensioni d'oro”, privilegio solo di quella casta i cui emolumenti, pensioni incluse, noi cittadini, datori di lavoro dei parlamentari, dovremmo stabilire e non ci viene concesso di fare.

“Le mie personali condoglianze alla famiglia del giovane caduto” (Vincenzo Campobasso).