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31/05/2012

AGEVOLAZIONI FISCALI E STRUTTURE OSPEDALIERE

 DA UGO LISI (parlamentare) = Incentivare la partecipazione del settore privato a progetti a sostegno del mondo della cultura e dello spettacolo così come avviene nei principali Paesi industrializzati. È questo lo scopo della Proposta di Legge che ho presentato insieme ai colleghi Meloni, Farina, Beccalossi e De Corato. Obiettivo è di agevolare l’investimento prevedendo maggiori agevolazioni fiscali e maggiori semplificazioni per il riconoscimento dei benefici. L’iniziativa di legge - partendo dalla modifica del Testo Unico delle Imposte sui Redditi di cui al Decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986 in materia di agevolazioni per le erogazioni liberali in favore dei soggetti operanti nei settori della cultura e dello spettacolo per la tutela dei beni di interesse artistico, storico e paesaggistico - intende creare un quadro completo e organico di incentivi di cui i contribuenti possono usufruire nel momento in cui decidano di finanziare attività a scopo culturale.

Nello specifico, per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), in relazione alla promozione e valorizzazione dei beni di interesse artistico, storico e paesaggistico, si sostituisce il meccanismo della detrazione con quello della deduzione integrale. Riguardo, poi, l’imposta sul reddito delle società (Ires) la proposta prevede la detassazione delle erogazioni liberali. Tali agevolazioni saranno integrali per gli enti riconosciuti per la valorizzazione del patrimonio artistico e nei limiti del 5% per gli enti di promozione della cultura e dello spettacolo.

Infine, per i soggetti sottoposti a Irpef e Ires si modifica l’ambito soggettivo dell’art 14 comma 1 del decreto legge nr. 35 del 2005, sostituendo le associazioni e le fondazioni riconosciute aventi per oggetto statutario la tutela, la promozione e la valorizzazione dei beni di interesse artistico, storico e paesaggistico perché già comprese con gli enti, le istituzioni pubbliche, le fondazioni e le associazioni legalmente riconosciuti senza scopo di lucro operanti nel settore della cultura e dello spettacolo e si modificano i limiti di deducibilità previsti dall’articolo succitato, prevedendo l’aumento a 15% (ora al 10%) del reddito complessivo dichiarato e comunque nella misura massima di 100mila euro. Questo l’impianto generale che dovrà poi essere coordinato da una nuova normativa in materia di semplificazione amministrativa e di autocertificazione dei requisiti per l’ottenimento delle agevolazioni.


DA ANTONIO BARBA (consigliere regionale) = Se la Giunta Vendola pensa di far passare in maniera così sottaciuta il depotenziamento di storiche strutture ospedaliere del territorio che, con la loro puntuale attività, hanno contribuito a mantenere dignitosi i livelli di assistenza sanitaria, commette un gravissimo errore di valutazione che le si rivolterà contro come un boomerang. Non è pensabile che chi ha carpito il voto dei cittadini con la promessa di una sanità partecipata, possa ora rinchiudersi all’interno di stanze inaccessibili, decidendo, sulla base di non si sa bene quali criteri, quali professionalità e quali contesti di appartenenza conservare e quali gettare in mare, in un futuro nebuloso di cui non si conoscono le demarcazioni.

Può essere il numero, per fare un solo esempio, di nascite realizzatesi nell’anno precedente il discrimine in base al quale decidere se chiudere o meno un reparto di ostetricia e ginecologia che ha rappresentato un punto di riferimento per intere generazioni di cittadini? E come, poi, non comprendere che il depauperamento delle professionalità e delle strutture nei servizi sanitari si ripercuote anche sullo standard generale del buon vivere quotidiano, essendo causa di un impoverimento generale? Che ne è stato di quei proclami altisonanti che hanno reso famoso il Governatore che proprio sulla sanità aveva impostato e vinto le sue battaglie elettorali? Perché, adesso, non scende in campo in prima persona, dopo aver rispolverato i programmi che lo resero famoso, a spiegare in prima persona la ‘ratio’ di certe scelte scellerate?

Invece siamo costretti a brancolare nel buio, aspettando gli spifferi di quelli che un tempo erano suoi alleati e ora, pur non avendo il coraggio di abbandonarlo e farlo cadere, sono diventati i primi detrattori perché non ascoltati, considerati e condivisi. Non si può pretendere di razionalizzare gli sprechi e aggiustare i bilanci senza toccare le vere cause del dissesto e mettendo mano, invece, esclusivamente a servizi essenziali che non possono subire alcuna decurtazione. E non solo per l’attività dell’opposizione, ma anche dalla viva voce dei cittadini il Governo Regionale si renderà ben presto conto di aver sbagliato strada.

Non si può pensare di privare Gallipoli e le realtà salentine in generale di reparti così importanti per la storia e la ineccepibile funzione finora svolta sul territorio, rendendole monche allo stato attuale e facendole avviare lentamente ma inesorabilmente, a quanto si paventa, verso la black list della soppressione e della chiusura. Noi certamente, essendo stati delegati dal nostro elettorato a difendere l’interesse generale delle nostre collettività, non staremo a guardare.

 
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