Il 24 luglio del 2007 le fiamme che devastarono Peschici partirono proprio da un uliveto della piana di Kalena, ma non intaccarono minimamente l'abbazia. Forse il segno di una vicina rinascita. E così è stato. Dopo dieci anni di battaglie, ieri sera si è finalmente trovato un accordo tra la famiglia Martucci, proprietaria del complesso e il Comune della cittadina garganica al quale è stata affidata, per 40 anni, la gestione delle sole due chiese, che saranno sottoposte a restauro. La firma dell'accordo consentirà di accedere anche ai finanziamenti europei nell'ambito del programma di 'Area Vasta-Capitanata 2020' che porterebbero in cassa circa 3 milioni e mezzo di euro. I criteri di restauro delle chiese, attualmente in completo stato di degrado, erano già stati stabiliti nel 2003 dal soprintendente ai beni architettonici della Puglia, Giammarco Jacobitti, ma rimasero nel cassetto. Ora, dopo cinque anni, quelle carte sono state rispolverate e saranno sottoposte ad una revisione. Prima che le porte delle due chiese si possano riaprire ai tanti turisti vogliosi di ammirarne la bellezza, serviranno almeno altri cinque anni. Per il recupero dell' intero complesso si è mosso anche il FAI, fondo ambientale Italia che nel 2004 promosse un censimento che vide Kalena nella top ten dei luoghi più segnalati. La proprietà di una delle abbazie più antiche d'Italia resta dei fratelli Martucci, ora spetta all'amministrazione guidata da Domenico Vecera occuparsi della gestione e della ristrutturazione delle due chiese.

Marzia Campagna ("Teleradioerre" - 01/10/2008)