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18/03/2011

OPERAZIONE “CLESSIDRA”: PROCESSO IL 16 GIUGNO

 Il giudice per le indagini preliminari (gip) ha accolto la richiesta della Procura lucerina di processo immediato per 22 dei 23 indagati dell’inchiesta “Clessidra” arrestati dai carabinieri nel blitz del 3 dicembre per presunti appalti pilotati al Comune di Peschici (riparazione strade, abbattimento alberi, messa in sicurezza di canali, manutenzione di immobili) a vantaggio di alcuni imprenditori e amministratori. I ventidue imputati sono tutti liberi: sindaco, assessore, consiglieri comunali, tecnici e dipendenti del Comune, vigili urbani, imprenditori locali e di Foggia, accusati a vario titolo di turbativa d’asta, corruzione, falso, truffa ed estorsione.

La prima udienza del processo davanti al Tribunale di Lucera è fissata per il 16 giugno. Il gip Filomena Mari che firmò i 23 provvedimenti di cattura (undici in carcere e dodici ai domiciliari) ha ritenuto evidente la prova acquisita e accolto quasi integralmente la richiesta del pubblico ministero Alessio Marangeli di saltare l’udienza preliminare. Dal momento della notifica della decisione del gip, imputati e loro difensori (non tutti l’hanno ancora ricevuta) hanno quindici giorni di tempo per chiedere eventualmente il giudizio abbreviato davanti al gup (giudice udienze preliminari).

Al momento, la maggior parte degli imputati non intende scegliere riti alternativi perchè vuole il processo in aula per ascoltare investigatori e testimoni e dimostrare la propria innocenza. L’avvocato Gianluca Ursitti, difensore del sindaco Domenico Vecera, dell’assessore Michele Vecera e di altri imputati, contesta la decisione del gip di disporre il giudizio immediato. “Ne eccepirò la nullità - dichiara - alla prima udienza del processo perché quando il pm ha presentato la richiesta di giudizio immediato pendevano ancora i termini per presentare ricorsi in Cassazione sulla rimessione in libertà di alcuni indagati”. Se l’istanza, e quelle analoghe di altri difensori, dovesse essere accolta, il processo “salterebbe” e gli atti tornerebbero al pm.

Fra le accuse contestate dalla Procura di Lucera nella richiesta di rinvio a giudizio non compare quella di associazione per delinquere, un po’ il “cuore” dell’inchiesta che nell’ottica accusatoria presupponeva l’esistenza nel Comune garganico di un comitato d’affari in grado di pilotare gli appalti e favorire imprenditori che si “sdebitavano” assumendo persone indicate da alcuni amministratori. Per tale grave accusa furono arrestati in otto (sindaco, assessore, consigliere comunale, un dirigente dell’ufficio tecnico e quattro imprenditori), ma il Tribunale della Libertà, esaminando i ricorsi difensivi a fine dicembre, ha ritenuto insussistenti gli indizi in ordine al reato associativo, scarcerandoli limitatamente a questa imputazione, e “suggerendo” al pm di stralciarla. Ciò non significa comunque che ne sia stata chiesta l’archiviazione.

Il gip, si scriveva, ha accolto la richiesta del pm di giudizio immediato “quasi integralmente” in quanto l’ha rigettata per Rocco Tavaglione - manovale peschiciano accusato di concorso in estorsione perchè avrebbe intimato ad alcuni imprenditori di fuori paese di non partecipare a una gara d’appalto - che, difeso da Michele Arena e Giancarlo Chiariello e scarcerato dal Tribunale della libertà, si dichiara innocente. Il gip ha rigettato la richiesta di giudizio immediato, limitatamente ad alcune imputazioni, anche per il tecnico comunale Massimo D’Adduzio (corruzione) e l’imprenditore Giovanni De Nittis (truffa e turbativa d’asta), che vanno comunque a giudizio per altre accuse.

 
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