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19/07/2010

PROVINCIA: ODG PROBLEMI COMPARTO AGRICOLO - IL PD COMMENTA

 Il Consiglio provinciale riunitosi questa mattina per discutere la ridefinizione delle circoscrizioni dei collegi provinciali e per esaminare la bozza trasmessa dalla Prefettura di Foggia si è riservato di formulare, in tempi brevi, una propria proposta di ridisegno, considerando quella arrivata all’attenzione dell’assemblea “non omogenea” sul piano territoriale. L’assise provinciale, su proposta del consigliere del Popolo della Libertà Emilio Gaeta, ha osservato in apertura di seduta un minuto di raccoglimento per l’anniversario della strage di via D’Amelio in cui perse la vita Paolo Borsellino, inviando un messaggio di solidarietà e vicinanza alla vedova del magistrato.

Rinviata, invece, la discussione dell’Ordine del Giorno presentato dal gruppo consiliare del Partito Democratico a favore dell’Università degli Studi di Foggia. Al tema, infatti, l’assise dedicherà una riunione monotematica alla quale saranno invitati a partecipare anche il Magnifico Rettore dell’Ateneo Dauno, Giuliano Volpe, e il presidente del Consorzio per l’Università di Capitanata, Davide Leccese. Lunga e partecipata la discussione che ha fatto registrare gli interventi dei consiglieri Paolo Agostinacchio (La Destra), Paolo Mongiello (PdL), Franco De Monte (PdL), Rocco Ruo (La Capitanata prima di tutto); Rino Pezzano (Pd), Michele Bonfitto (UdC), Francesco Di Paola (Udeur), Giuseppe Moscarella (PdL), Nicola Sgarra (Pd), Antonio Prencipe (Pd), Benvenuto Nigro (Ps).

L’assemblea provinciale ha infine approvato all’unanimità un Ordine del Giorno dedicato ai problemi del comparto agricolo. Di seguito il testo dell’OdG approvato dal Consiglio.

Il Consiglio provinciale PREMESSO che:
- l'agricoltura di Capitanata, al pari di quella nazionale, è stata pesantemente interessata dalla crisi in atto, con quattro effetti principali: diminuzione dei prezzi agricoli e del fatturato delle imprese, peggioramento del margine di filiera, allargamento della forbice tra prezzi al consumo e prezzi agricoli alla produzione e diminuzione dei redditi;
- il valore aggiunto del settore è diminuito del 5 percento, frutto di una contrazione della produzione agricola e di una riduzione dei prezzi all'origine, a fronte di un aumento dei costi di produzione;
- il settore dei cereali è in forte contrazione, sia sul fronte dei prezzi sia su quello delle produzioni, per effetto dei minori investimenti;
- consistenti flessioni dei listini si sono registrate per il vino, e l'olio, che segna anche un calo accentuato in termini di produzione;
- i prezzi agricoli sono diminuiti del 16,3 per cento nel 2008 e del 6,1 per cento nel 2009, con punte del 200 per cento per il grano duro;
- la diminuzione dei prezzi agricoli, del fatturato e dei redditi è stata aggravata dallo sgonfiamento della «bolla» agricola del 2008 e la crisi economica ha appesantito la situazione economica delle imprese agricole;
- la diminuzione dei prezzi nel 2009 è stata causata anche da fattori strutturali, indipendenti dalla crisi; ad esempio, nel settore vitivinicolo lo squilibrio tra domanda e offerta persiste da anni. A ciò si aggiunge una crescente competizione a livello europeo e mondiale, frutto della liberalizzazione degli scambi e della diminuzione dei costi di trasporto, che hanno avuto un ruolo considerevole nella diminuzione dei prezzi agricoli;
- il reddito agricolo reale per lavoratore (dati Eurostat) ha subito una notevole diminuzione: nel 2009 si è contratto di oltre un quarto (-25,3 percento) rispetto al 2008, anno in cui invece era cresciuto, seppur di poco;
- la situazione del credito in agricoltura è peggiorata: il tasso di crescita tendenziale del credito nel settore agricolo si è più che dimezzato, passando dal 5,9 percento del 2007 al 2,7 percento dei primi nove mesi del 2009;
- la situazione di difficoltà delle imprese è generalizzata in tutta l'Italia, ma colpisce più pesantemente il Sud Italia, dove si concentrano i settori più colpiti dalla diminuzione dei prezzi: grano duro, vino, ortofrutta, olio di oliva;
- l'agricoltura italiana e della nostra regione in particolare necessita di politiche strutturali e di imprese che facciano scelte strategiche e coraggiose, in grado di rilanciare la competitività e la produttività del comparto con scelte imprenditoriali basate su nuove strategie che mettano al centro la ricerca e l'innovazione;
- in questo senso la stessa Regione Puglia ha il dovere di accelerare il pieno utilizzo delle risorse comunitarie a disposizione;
- il fondo di solidarietà nazionale è rimasto senza risorse pubbliche per tutto il 2009, con grave incertezza per le imprese agricole; gli stanziamenti triennali del Governo previsti dalla legge finanziaria per il 2010, dovranno servire a coprire la totale assenza di risorse del 2009 ma saranno del tutto insufficienti a soddisfare i fabbisogni del triennio 2010-2012;
- al settore bieticolo-saccarifero mancano 65 milioni di euro per finanziare le ultime due campagne produttive;
- nel settore cerealicolo non è stata adottata alcuna iniziativa a fronte del crollo dei prezzi, soprattutto nel grano duro, settore che ha toccato il minimo storico dei prezzi, addirittura al di sotto del prezzo del grano tenero;
- nel settore ortofrutticolo non si è intervento per contrastare la caduta dei prezzi alla produzione e la stessa Commissione europea non è intervenuta con misure di gestione della crisi di mercato;
- a tutt'oggi manca a tutti i livelli un disegno organico di rilancio e sviluppo del settore agroindustriale, a differenza degli altri Paesi europei, in particolare Francia, Spagna e Germania, che hanno predisposto una pianificazione strategica nazionale e hanno stanziato ingenti risorse per sostenere il settore agricolo;
- il comparto della pesca sta vivendo una grave emergenza, a causa della normativa europea che inchioda al rispetto di nuove e più rigide regole; se tale processo non sarà adeguatamente governato, guidando il settore verso nuove modalità di gestione dell'attività produttiva e definendo un nuovo ruolo delle imprese ittiche nella filiera, i contraccolpi socioeconomici e occupazionali derivanti da tale cambiamento saranno devastanti;

IMPEGNA

tutti i parlamentari europei, nazionali e i consiglieri regionali a sostenere nelle proprie sedi tutte le iniziative volte a risollevare le sorti del settore agricolo e agroalimentare, in particolare:
a) il potenziamento dei controlli per il miglioramento del funzionamento dei mercati e una maggiore trasparenza, sanzionando gli abusi di posizione dominante, al fine di evitare posizioni speculative, a partire da un deciso intervento del Governo finalizzato alla definizione di un patto interprofessionale che coinvolga per intero le filiere agroalimentari, al fine di stabilizzare i rapporti dal produttore alla grande distribuzione organizzata;
b) la previsione, con la massima urgenza, di un piano di gestione per il settore della pesca che consenta alle imprese ed agli operatori del comparto di far fronte ai nuovi obblighi comunitari, tutelando allo stesso tempo le specificità e le tradizioni del nostro Paese attraverso investimenti mirati per piani di ristrutturazione, l'ammodernamento delle flotte, l'organizzazione di piani di gestione locale, la diversificazione delle attività e la concessione di ammortizzatori sociali anche agli imbarcati a seguito delle misure relative al fermo pesca;
c) l'adozione di aiuti di Stato, recentemente autorizzati dall'Unione europea, fino a 15mila euro per impresa agricola, per sostenere le imprese agricole maggiormente colpite dalla crisi economica in agricoltura;
d) iniziative volte alla proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali e alla eliminazione dell’accise sul gasolio allo scopo di garantire una riduzione dei costi;
e) a istituire stoccaggi nei momenti di forte crisi di mercato;
f) il credito d'imposta per nuovi investimenti produttivi in agricoltura a tutto il territorio nazionale, con priorità agli investimenti che mirano all'aggregazione e alla concentrazione dell'offerta, e alla stipula di accordi interprofessionali al fine di garantire anche un prezzo minimo dei nostri prodotti agricoli;
g) l'individuazione immediata delle risorse necessarie alla sopravvivenza del settore bieticolo-saccarifero;
h) a effettuare una forte azione di marketing a tutti i velli nazionali, regionali ed internazionali per un maggiore consumo dei nostri prodotti;
i) a richiedere maggiori finanziamenti comunitari onde favorire lo sviluppo;
j) una modifica urgente delle misure di gestione e di prevenzione delle crisi nel settore ortofrutticolo, al fine di rendere più flessibili gli interventi, anche attraverso un adeguamento dei prezzi di ritiro dei prodotti, senza che ciò comporti un aumento dei costi;
m) un programma speciale per affrontare lo squilibrio di mercato nel settore vitivinicolo, per promuovere il consumo responsabile di vino, per contrastare la crisi delle imprese viticole con aiuti di Stato e per stimolare la riorganizzazione delle imprese cooperative di trasformazione;
n) l'attivazione in Europa del processo negoziale necessario per individuare un pacchetto di misure e aiuti a sostegno delle produzioni mediterranee (frumento, olio, ortofrutta) fortemente colpite dalla crisi economica;
o) snellimento a livello regionale delle procedure amministrative per lo sviluppo delle imprese e un più facile accesso ai finanziamenti comunitari;
p) creazione a livello regionale di un fondo per il credito agricolo e ripristino di un fondo interbancario di garanzia per una più facile concessione del credito di garanzia;
q) l'accesso al credito e la ristrutturazione finanziaria delle imprese agricole con la trasformazione del debito con gli istituti bancari dal breve a medio e lungo termine e con agevolazioni sui finanziamenti destinati alla trasformazione di esposizioni debitorie contratte con istituti di credito con l'assistenza del fondo riassicurativo presso l'Ismea, per una seria ed efficace politica del credito, che consenta di utilizzare tale strumento come antidoto contro necessità di tipo congiunturale e per fronteggiare la volatilità dei prezzi;
r) una maggiore efficienza dei sistemi di certificazione, etichettatura e controllo della qualità e dell'origine dei prodotti;
s) opportune iniziative normative per il ripristino dello stanziamento del fondo di solidarietà nazionale, al livello di 230 milioni di euro annui, allo stesso livello di quello degli anni 2006-2008;
t) la creazione di un quadro istituzionale che consenta lo sviluppo di un sistema efficiente ed efficace di assicurazione dell'impresa contro i rischi economici e ambientali;
u) una maggiore efficienza e razionalizzazione di Agea, per velocizzare e anticipare i pagamenti dei fondi europei (politica agricola comune, programma di sviluppo rurale ed altri);
v) la realizzazione di una politica nazionale che, nell'ambito del piano nazionale d'azione sulle energie rinnovabili, fornisca regole, condizioni e tempi certi per lo sviluppo delle risorse di biomassa, l'applicazione di dispositivi per la sostenibilità di biocarburanti e delle filiere di biometano, anche nell'ottica di incrementare le fonti di reddito degli agricoltori, facendo sì che l'insieme delle energie alternative realizzabili sul territorio aperto tenga conto della compatibilità e della salvaguardia del sistema agricolo nazionale e che il reddito derivante da tali attività sia inteso prevalentemente ad integrazione e non a sostituzione delle attività agricole.

DELIBERA

di trasmettere il presente Ordine del Giorno al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ai Presidenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, ai Deputati e ai Senatori eletti nella circoscrizione Puglia, al presidente della Regione Puglia.

IL PD COMMENTA = Il Consiglio provinciale svolgerà una seduta monotematica dedicata ai problemi e alle prospettive dell’Università degli Studi di Foggia alla luce dei tagli al Fondo di finanziamento ordinario decisi dal Governo con la manovra economica approvata in Senato. E’ il risultato del dibattito apertosi in seno all’Assise questa mattina a seguito della presentazione di un ordine del giorno del Partito Democratico per manifestare solidarietà ai ricercatori - “per il disagio causato dalla continua mortificazione del loro lavoro e della loro dignità” - e agli studenti - “costretti a subire gli effetti di pluriennali tagli indiscriminati e di continui sconvolgimenti organizzativi” - e impegnare “il presidente della Provincia di Foggia e i rappresentanti della Capitanata in Consiglio regionale e in Parlamento a sostenere in ogni modo e in ogni sede gli sforzi dell’Università nel suo percorso di sviluppo, a 10 anni dalla sua istituzione, fortemente voluta dal territorio”.

“Il confronto sul documento “è stato ovviamente influenzato dalla difficoltà della maggioranza di centrodestra stretta com’è tra la volontà di tutelare l’Ateneo foggiano dal serio e concreto rischio di cessare l’attività o perdere l’autonomia gestionale - afferma il capogruppo Pd, Antonio Prencipe - e la necessità di non contestare apertamente la manovra economica del Governo Berlusconi che avrà il voto favorevole anche del presidente della Provincia, Antonio Pepe”.

Il punto di mediazione trovato “consentirà di approfondire il tema direttamente col rettore Giuliano Volpe, del quale condividiamo la battaglia, e col presidente del Consorzio per l’Università, Davide Leccese, per comprendere se e quale ruolo può svolgere l’Amministrazione provinciale al fianco, innanzitutto, degli studenti e dei ricercatori, cioè di due tra le componenti più vitali della nostra comunità”.

La soluzione unitaria è stata trovata anche rispetto all’ordine del giorno sulla crisi del comparto agricolo proposto dal Pd e condiviso ed emendato dal centrodestra. “L’impianto di sostanziale critica all’operato del Governo è immutato - continua Prencipe - e non poteva essere diversamente vista, ad esempio, la mancata proroga della fiscalizzazione dei contributi previdenziali che provocherà fallimenti e licenziamenti. A questa si è aggiunta la condivisibile sollecitazione alla Regione Puglia ad assumere un profilo più fattivo e operativo particolarmente a sostegno delle aziende in crisi”.

Analogo “atteggiamento dovrebbe avere l’Amministrazione provinciale - aggiunge - a cui abbiamo fornito, in più occasioni e pressoché inutilmente, il nostro contributo di idee e programmi. Avvertiamo per intero la responsabilità di dare voce alle porzioni di società e ai settori economici più colpiti dalla crisi e dalle inique decisioni del Governo - conclude - e gli ordini del giorno presentati sono gli atti, politici e istituzionali, che la esprimono e cercano di tradurla in azione di governo, anche quando non tocca a noi governare o amministrare”.

 
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