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29/06/2010

PROVINCIA: LE VOCI DI DENTRO

 DAL PALAZZO = Il Consiglio provinciale ha approvato la mattina del 28 scorso (15 voti favorevoli, 7 contrari e 2 astensioni) lo schema di convenzione per l’affidamento all’Aci dell’attività di gestione dell’Ipt (Imposta Provinciale Trascrizioni) per gli anni 2010/2014; il programma triennale lavori pubblici 2010/2012 e il relativo elenco annuale 2010; lo schema di bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2010; il bilancio pluriennale 2010/2012; la relazione revisionale e programmatica 2010/2012; la relazione previsionale e programmatica 2010/2011; i bilanci di previsione 2010 della Scuola di Pubblica Amministrazione di Capitanata “F. Marcone” e dell’Università della Terza Età “L. Imperati” di Foggia; il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari; il programma per l’affidamento di incarichi esterni di studio, ricerca, consulenze per l’anno 2010. In apertura di seduta l’assemblea ha osservato un minuto di silenzio in memoria del caporal maggiore scelto Francesco Saverio Positano, il militare foggiano deceduto lo scorso mercoledì a seguito di un incidente in Afghanistan.

Lungo e partecipato il dibattito articolatosi attorno a una manovra di bilancio che, come ha sottolineato il presidente della Provincia, Antonio Pepe, “è stata confezionata in un momento di grande difficoltà per il sistema degli Enti Locali, chiamati a un sacrificio che incide in particolare sulla loro capacità di indebitamento. Nonostante questo - ha aggiunto - la manovra varata dall’Amministrazione provinciale, senza tagliare gli stanziamenti per servizi fondamentali come la manutenzione degli edifici scolastici e senza ridurre l’attenzione nel campo del sociale, dove è stato lasciato inalterato il budget predisposto per il cofinanziamento di servizi e progetti dedicati alla sua sfera operativa, contiene obiettivi importanti: su tutti la rigorosa salvaguardia della tenuta dei conti pubblici e le risorse finanziarie necessarie per la stabilizzazione dei 128 lavoratori precari dell’Ente. Oggi la maggioranza ha dato una grande prova di compattezza e maturità, approvando il documento di bilancio in prima convocazione col voto favorevole della totalità dei suoi consiglieri. Le infauste ipotesi formulate alla vigilia della seduta sono state smentite dalla prova del voto”.

Dettagliata la relazione tecnica dell’assessore al ramo Pasquale Pazienza, che ha sintetizzato i tre traguardi contenuti nel documento di bilancio: la garanzia dell’equilibrio contabile, tanto negli aspetti economici quanto in quelli finanziari; la gestione virtuosa, soprattutto alla luce dei vincoli fissati dal Patto di Stabilità; la garanzia che il bilancio sia uno strumento dinamico a supporto delle linee programmatiche e delle politiche di indirizzo. “Finalità - ha spiegato Pazienza - che l’Amministrazione ha perseguito e persegue anche a fronte di alcune oggettive difficoltà, come l’aumento delle deleghe di cui l’Ente deve farsi carico senza ricevere in contropartita un opportuno trasferimento di finanza con cui procedere all’organizzazione dei nuovi servizi, a cominciare da quelli del Genio Civile, a fronte dei quali la Regione non ha predisposto i necessari trasferimenti”.

Il 2010, dunque, “si presenta come un anno non privo di difficoltà, in ragione delle quali l’Amministrazione ha scelto di ridurre il recupero di risorse finanziarie attraverso l’accensione di mutui, impegnandosi nel contempo a cercare di compensare questo aspetto col rafforzamento di un’attività politica, in particolare nei confronti della Regione, per recuperare quelle risorse con cui procedere a realizzare investimenti e interventi strutturali, a esempio i 6 milioni di euro da destinare a manutenzione e rifacimento stradale nell’area del Subappennino Dauno”.

Sul piano tecnico, e in riferimento alle entrate correnti, il bilancio contiene una riduzione complessiva di 4 milioni 400mila euro derivante dalla flessione negativa - per minori consumi - dell’addizionale sull’energia elettrica, che passa da un rendiconto di circa 9 milioni 472mila euro nel 2008 a 7 milioni di euro nel 2010, dell’ Ipt, che passa da circa 10 milioni 600mila euro nel 2008 a 10 milioni 500mila euro nel 2010 e della RCA, che passa da 19 milioni di euro nel 2008 a 18 milioni di euro nel 2010. A queste si aggiunge poi la riduzione di 2 milioni 426mila euro derivante da un minor trasferimento erariale ingenerato dalla rideterminazione operata dal Ministero dell’Interno in favore della nuova Provincia BAT. Una sostanziale tenuta, invece, si registra nel 2010 per il gettito Tosap, riveniente dalle operazioni di recupero di entrate non riscosse a partire dal 2003 cui ha dato corso l'Amministrazione.

Sul fronte della spesa corrente è da registrare una contrazione rispetto al dato del 2009, prodotta dagli interventi di razionalizzazione e ottimizzazione della spesa e dei servizi (anche grazie all’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative che hanno portato a un potenziamento dell’informatizzazione e delle forme di e-government) e necessaria, fra l’altro, per rispettare gli impegni assunti dall’Ente in tempi passati. Complessivamente le riduzioni della spesa corrente sono stimate in un 15 percento con riferimento all’acquisto di beni di consumo; in un 21 percento per la spesa per fitti passivi e solo nell’1 percento per la spesa destinata al personale.

Molti i contributi alla discussione arrivati dai consiglieri presenti in aula: Paolo Mongiello (PdL), Carmine D’Anelli (Alleanza di Centro), Massimo Colia (Italia dei Valori), Paolo Agostinacchio (La Destra), Rino Pezzano (Pd), Nicandro Marinacci (Udeur), Antonio Prencipe (Pd), Antonio Angelillis (Pd), Pasquale Pellegrino (UdC), Michele Bonfitto (UdC), Rocco Ruo (La Capitanata prima di Tutto), Michele Augello (Indipendente). “Ringrazio tutti i Consiglieri intervenuti per l’apporto costruttivo dato al dibattito - ha commentato il presidente Pepe. - Intendiamo fare tesoro delle loro indicazioni e recepirle, ovviamente nella misura in cui esse siano compatibili con le nostre capacità finanziarie”.

Sul piano politico, infine, Pepe ha chiarito che le questioni che attengono i rapporti interni alla coalizione di maggioranza “non hanno mai inciso sull’operatività dell’Ente e sulla sua efficienza amministrativa e politica. Le elezioni - ha proseguito - sono state vinte da un’alleanza di cui l’UdC era parte integrante, anche se successivamente il partito ha operato scelte diverse. Il recupero di questo rapporto di collaborazione è all’attenzione degli organismi dirigenti del Popolo della Libertà. Attendiamo i risultati di questo confronto - ha concluso - impegnandoci a condividerne gli esiti con tutte le forze politiche e le liste che hanno concorso alla vittoria elettorale” (provincia.foggia.it).

LE VOCI CONTRARIE (ma non tanto) = “Azione amministrativa da rifondare”, “stallo politico non più sostenibile”, “incapacità e irresponsabilità dei vertici regionali e nazionali del PdL”. A Palazzo Dogana, la maggioranza di centrodestra ha giocato anche il ruolo dell’opposizione criticando il presidente della Provincia, Antonio Pepe, per quelle 4 poltrone vacanti in giunta non ancora riempite. Ma alla fine, quello stesso presidente ha incassato i voti di approvazione al bilancio di previsione 2010 e all’intera manovra; e ha portato a casa anche l’astensione, ben due voti, dell’UdC. Un’astensione determinante: senza quei 2 voti non ci poteva essere alcuna approvazione in prima seduta del documento contabile. Di fatto, la prova che Pd e civiche di centrodestra non hanno più i numeri in Consiglio.

L’opposizione presente con 7 consiglieri ha votato contro. Mentre Paolo Agostinacchio (La Destra), al momento del voto non era in aula. La seduta del Consiglio, che doveva servire a pezzi del centrodestra per mettere in riga Pepe e indurlo a nominare i 4 assessori mancanti, di fatto ha messo in luce un gruppo consiliare poco incisivo sul piano dei fatti. Nessuno ha avuto il coraggio di far mancare il proprio voto per mandare un segnale. Anzi, il presidente alla fine della seduta ha ricordato: “La recente normativa per le Amministrazioni provinciali come la nostra ha previsto, dalle prossime elezioni, un massimo di 6 assessori. Noi al momento ne abbiamo 7. Chi dice che non si possa amministrare lo stesso?”


L’OPPOSIZIONE = “Un bilancio di previsione privo di qualunque sostanza programmatica; un permanente e paralizzante conflitto politico e d’interessi interno alla maggioranza. Fatte queste premesse, non ci si può meravigliare se la manovra finanziaria è stata votata favorevolmente dalla minoranza dei componenti il Consiglio provinciale”. Il giorno dopo la discussione del bilancio di previsione, il capogruppo Pd, Antonio Prencipe, sottolinea “la qualità politica delle critiche che diversi consiglieri della destra hanno espresso nei confronti della Giunta Pepe prima di abbandonare l’Aula o dichiarare il proprio voto favorevole solo per logiche di schieramento o per non essere additati come gli artefici dello scioglimento dell’Assise, evitato grazie alla salvifica e contraddittoria astensione dell’UdC”.

“La Giunta si è presentata in Aula con un bilancio insipiente e inconsistente - continua Prencipe - nell’inutile tentativo di mettere a tacere le contraddizioni della maggioranza, al contrario esplose con ancora più violenza e veemenza a causa del mancato rispetto degli impegni assunti col territorio”. Anche il risultato amministrativo di maggiore spessore (la stabilizzazione di 128 precari alle dipendenze dell’Ente) “deve essere condiviso con la precedente Giunta e con l’intero Consiglio; non può essere rivendicato da una sola parte politica”.

Al contrario, a esemplificare la “disattenzione verso i problemi reali della Capitanata” c’è lo stanziamento per i contributi destinati alle aziende agricole in crisi: 50mila euro. “E’ immaginabile accantonare una cifra così minima per un problema tanto vasto?” ha chiesto provocatoriamente il capogruppo Pd. Rispetto al piano delle alienazioni, la Giunta non offre alcuna indicazione su “ciò che è opportuno vendere e ciò che è da valorizzare a scopi istituzionali”. L’assenza di una politica delle entrate emerge dal fatto che “si elencano nel dettaglio i minori introiti, compresi i tagli decisi dal Governo a trazione leghista, e non c’è traccia di una programmazione per l’attivazione di nuove fonti di entrate o per la razionalizzazione di spese consolidate”.

Poco o niente si sa delle aziende partecipate, se non che alla Scuola di Pubblica Amministrazione è stato tagliato il 70 percento del contributo annuo - “forse anche per ragioni politiche, visto il dissenso del presidente Paolo Agostinacchio” - o che si continua a finanziare il consorzio A.P.E.A.C. - “oggetto di un contenzioso politico e amministrativo particolarmente virulento” - o il consorzio per l’Università “senza che dell’uno e dell’altro si sappia cosa fanno e come lo fanno”. “Possibile che da tutti questi fondi non si possano recuperare le risorse necessarie agli interventi più urgenti sulla rete viaria - ha sottolineato il capogruppo Pd - o al completamento del programma di stabilizzazione dei precari?”

“La confusione amministrativa è frutto della confusione che regna nel PdL - ha incalzato il consigliere Rino Pezzano, responsabile Enti Locali della segreteria provinciale, - un partito sempre più lacerato dalle lotte tra capibastone e messo sotto tutela dai livelli regionale e nazionale. E’ una contraddizione affermare in Consiglio, come pure qualcuno ha fatto, ‘approviamo il bilancio e poi andiamo a casa’: il senso del dovere istituzionale e, ancor più, il rispetto dovuto alla comunità di Capitanata impone al presidente Pepe di smascherare se stesso e la propria maggioranza a composizione variabile con le dimissioni da un incarico mal sopportato e peggio esercitato”.

“L’atteggiamento ambiguo dell’UdC ha consentito alla Giunta di continuare a galleggiare e alla destra di tappare qualche falla - è la sintesi conclusiva del capogruppo Pd - mentre la crisi rischia di far annegare la Capitanata”.

 
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