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10/06/2010

CRISI PESCA

 “La virulenza con cui è esplosa la crisi del settore ittico impone l’adozione di misure straordinarie a sostegno alle aziende anche a livello locale”. E’ la premessa politica da cui il capogruppo del Pd nel Consiglio provinciale dauno, Antonio Prencipe, fa discendere la proposta di estendere alle imprese della pesca i contributi in conto interessi che l’Assessorato provinciale all’Agricoltura “ha pubblicamente sostenuto di voler garantire alle aziende in crisi, anche se non si conoscono gli esiti dell’annuncio a mezzo stampa diramato un mese fa”.

La ‘ratio’ amministrativa della proposta è riconducibile alla “omogeneità dei due comparti - spiega Prencipe, - entrambi classificati come ‘primari’ e soggetti alla competenza degli stessi Ministero e Assessorato regionale”. La motivazione sostanziale è nella “grave crisi che anche il settore della pesca sta attraversando” a causa dell’entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario.

“E’ nostro dovere compiere ogni sforzo possibile per scongiurare il fallimento di centinaia di aziende e il licenziamento di migliaia di addetti - continua - e la Provincia, che finalmente sembra intenzionata a svolgere un ruolo attivo per fronteggiare l’emergenza in agricoltura, può adottare misure a sostegno, ad esempio, della riconversione delle attrezzature da pesca, a partire dalle reti, prevedendo stanziamenti specifici nel bilancio che sarà discusso di qui a poco”.

“La filiera ittica ha compiuto molti sforzi per innovare imbarcazioni, metodi di pesca e commercializzazione, a livello locale e internazionale - conclude - e anche noi abbiamo il dovere di operare per scongiurare che un altro pezzo della nostra economia di qualità e della nostra cultura sia cancellato dal contesto nazionale ed europeo”.

Sulla crisi del settore ittico interviene anche il deputato Pd Michele Bordo commentando l’intervento in Aula del ministro per le Politiche agricole, Giancarlo Galan, provocato da un’interrogazione dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario. “Il Governo italiano - dice - sta contribuendo ad affondare il comparto della pesca. Nessun impegno finanziario è stato assunto dal Governo anche solo per alleviare gli effetti negativi delle nuove norme”.

“Il Ministro Galan - continua - ha escluso che il governo italiano possa intervenire sulla Commissione europea, come invece avevano chiesto le marinerie, a partire da quella di Manfredonia, per ottenere una proroga del vecchio regime o una deroga alle norme dell’OCM sulla larghezza delle maglie delle reti. Non ha detto assolutamente niente sulla richiesta dei pescatori di allungare il fermo biologico. Non ha previsto alcun intervento straordinario a sostegno del comparto, limitandosi ad affermare che verificherà, caso per caso, l’eventualità di sostenere le imprese per i costi che sosterranno relativamente alla sostituzione delle reti.

“Il Governo - sottolinea - sta sottovalutando le conseguenze sociali di questa ennesima crisi del settore della pesca, che rischia di determinare la chiusura di molte imprese e centinaia di licenziamenti, e si sta assumendo la responsabilità di spingere la crisi strutturale dell’intero comparto a un punto di non ritorno. L’economia ittica è decisiva per l’equilibrio sociale di importanti aree del nostro Paese, alcune delle quali già gravate dagli effetti della ristrutturazione avviata negli anni passati – conclude. - Affrontare quest’altra mareggiata senza il sostegno del Governo può provocare il naufragio di intere comunità”.


 
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