PARLAMENTO = E’ all’attenzione della Commissione Ambiente della Camera la risoluzione presentata da Michele Bordo, deputato Pd, per impegnare il ministro dell’Ambiente a non autorizzare i progetti di trivellazione del fondo marino nello specchio di mare tra Lesina e le Isole Tremiti, poiché si tratta di “un’area di particolare pregio naturalistico ed in prossimità di centri la cui economia si fonda essenzialmente sul turismo e sulla pesca”.

“Impegni istituzionali mi impediranno di essere presente al Consiglio provinciale opportunamente convocato in seduta straordinaria a San Domino - spiega il deputato - ma con la presentazione della risoluzione ho avviato il percorso istituzionale necessario a garantire la difesa di uno dei più belli e incontaminati ambienti marini e costieri d’Europa”.

L’autorizzazione tecnica già ottenuta dalla multinazionale irlandese “non facilita il nostro compito - continua - ma non per questo possiamo e dobbiamo astenerci dal manifestare al ministro all’Ambiente e all’intero Governo la nostra contrarietà al progetto, i cui effetti collaterali potrebbero essere letali per l’ecosistema, il turismo e la pesca. A fronte del positivo attivismo della Regione Puglia, è davvero sconfortante registrare, per l’ennesima volta, il silenzio dell’unico ministro pugliese e della stragrande maggioranza dei parlamentari di maggioranza eletti in Puglia - conclude - a conferma che, per tutti costoro, la Capitanata non ha gli stessi diritti di rappresentanza e tutela di altri territori”.

PROVINCIA = “La convocazione del Consiglio provinciale alle Tremiti ha prodotto quanto da noi auspicato al momento della sollecitazione: l’intera Capitanata è finalmente mobilitata a tutela delle comunità, dell’ecosistema marino e dei comparti economici che sarebbero irrimediabilmente danneggiati dall’estrazione di petrolio nello specchio d’acqua tra il Gargano e le Diomedee”. Lo afferma il capogruppo Pd a Palazzo Dogana, Antonio Prencipe, tra i sottoscrittori della proposta di riunione straordinaria e monotematica dell’Assise a San Domino. I consiglieri Pd hanno predisposto un documento che “sottoporremo all’attenzione delle altre forze politiche come contributo alla discussione, a cui parteciperemo con spirito costruttivo e volontà unitaria - sottolinea Prencipe - perché non è su questi temi che si devono e possono rimarcare le differenze politiche. Ciò che conta è impegnarsi per il territorio che si rappresenta”.

Il documento ribadisce e documenta le ricadute negative sull’ambiente marino prodotte già in fase di trivellazione esplorativa, giacché “le compagnie petrolifere utilizzano per la trivellazione speciali fluidi e fanghi perforanti, necessari a portare in superficie i detriti perforati, che sono tossici e difficili da smaltire, poiché lasciano tracce di cadmio, cromo, bario, arsenico, mercurio, piombo, zinco e rame; questi elementi pesanti sono nocivi e si bioaccumulano negli organismi marini, a partire dai pesci destinati all’alimentazione come dimostrano diversi studi redatti da agenzie governative europee, e non, che hanno verificato livelli di mercurio particolarmente alti nei pesci pescati vicino alle piattaforme petrolifere”.

Se si arrivasse all’estrazione, si avrebbe un incremento esponenziale nell’apporto di inquinanti di derivazione petrolifera - “già oggi pari al 47 percento dell’intero volume di materiale che insozza il mare” - e l’insorgenza del rischio di gravi incidenti industriali “in cui potrebbero essere coinvolti - sottolinea Prencipe - anche le navi passeggeri di linea e le imbarcazioni da diporto. La realtà dei fatti è che non c’è alcuna ragione per acconsentire alla trivellazione del nostro fondo marino - conclude - ed è bene che a ministro dell’Ambiente e Governo giunga forte e chiara la contrarietà dell’intera Capitanata: non consentiremo a nessuno di avvelenare il nostro mare”.