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18/02/2010

LA FALENA DEL POMODORO

 “Costituire, coordinare e finanziare l’attività di una task force tecnico-scientifica per contrastare la diffusione della falena del pomodoro, il cui proliferare mette a rischio una delle produzioni agroindustriali di maggior pregio della Capitanata”. Ad avanzare la richiesta all’Amministrazione provinciale e alla Camera di Commercio è Mirko Di Cataldo, responsabile Agricoltura della Segreteria provinciale del Partito Democratico, “dopo avere visto e valutato personalmente quali devastanti effetti ha sulle piante di pomodoro questo lepidottero e, di conseguenza, il prevedibile incremento dei costi per la difesa delle coltivazioni”.

La “Tuta absoluta”, o falena del pomodoro, attacca tanto le parti vegetative (foglie e steli) che quelle produttive (bacche) delle piante di “oro rosso”. In assenza di controllo, l’esito della sua azione è la vera e propria distruzione delle colture. Segnalata per la prima volta lo scorso anno in Sicilia, si è ormai diffusa in tutte le regioni d’Italia. In Capitanata, la sua presenza è stata già monitorata nei bacini produttivi del pomodoro in pieno campo e sotto serra.

I protocolli di difesa utilizzati fino a oggi prevedono l’uso di sostanze attive diverse per meccanismo di azione che hanno un costo elevatissimo: circa 650 euro per ettaro, con un incremento del 70 percento dei costi mediamente sostenuti durante la stagione passata. “Non possiamo correre il rischio che il nostro ‘oro rosso’ sia falsificato dall’azione di questo insetto - continua Di Cataldo - mettendo a rischio la produzione di 25 milioni di quintali di pomodoro, decine di milioni di euro di fatturato e migliaia di posti di lavoro nella raccolta e trasformazione”.

Ora che la campagna è in fase di preparazione - è la proposta del Pd - Provincia e Camera di Commercio dovrebbero attivarsi per costituire un’unità di crisi operativa in cui coinvolgere la Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia, al cui interno è attivo il Dipartimento di Scienze Agro-ambientali, Chimica e Difesa Vegetale (DiSACD), il Servizio fitosanitario regionale, l’Ufficio provinciale Agricoltura, i responsabili tecnici delle Organizzazioni di Prodotto operanti nel bacino del pomodoro e dell’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali (ANICAV).

“Invece di trovarci domani a fronteggiare l’ennesima emergenza, dobbiamo cogliere oggi l’opportunità di attivarci per prevenire il rischio o limitare i danni - conclude Mirko Di Cataldo - garantendo i fondi necessari a svolgere adeguate attività di ricerca e controllo, il cui effetto indotto è la riduzione dei costi di difesa che gli imprenditori del settore dovranno affrontare per salvaguardare produzione e reddito”.

 
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