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  LETTERA AL GIORNALE ......

 

09/03/2009

UNA PROPOSTA

 Mai come quest’anno la festa della donna ha svelato la sua valenza ideologica. Tra le parole pronunciate dal Presidente Napolitano e le manifestazioni femministe andate in scena nelle città d’Italia, si è finalmente capito che le donne non festeggiano l’8 marzo per chiedere più rispetto e dignità, ma per combattere l’antagonista uomo. A dar fuoco alle polveri ci ha pensato Napolitano con un accorato discorso sulle magnifiche conquiste professionali e politiche delle donne in carriera e concludendo l’apologia del prototipo donna-Rambo rammaricandosi che ancora troppe poche femmine affollano le stanze dei bottoni e del potere. La festa omofoba ha raggiunto il parossismo quando, nelle piazze italiane, folte delegazioni di femministe e lesbiche hanno tuonato contro la “violenza-bruttezza” dell’universo maschile. Pare incredibile che nessuna donna (o uomo) abbia avuto l’ardire di ricordare il valore intrinseco della donna nel contesto familiare. Parole come mamma e casalinga sono state totalmente bandite! Ma non è tutto: surrettiziamente è stato fatto passare il messaggio che la donna che rimane a casa, a curare la famiglia, è una donna di serie B. E che dire di quei 5 milioni di bambini abortiti dalle donne da quando nel 1978 la ‘194’ è diventata legge di Stato? Non sarebbe il caso che qualche associazione di donne coscienziose, serie e non ideologizzate, proponesse l’abolizione di questa anacronistica festa classista?

 
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