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  LETTERA AL GIORNALE ......

 

11/11/2008

SOLLECITO

 Di seguito le lettere giunte al sito per il sindaco di Peschici da cui si attende risposta. °°°°°
1) Interrogazione Urgente - Centro Studi Martella del 14/10/2008 (questo il link: http://www.puntodistella.it/AR_Articoli_news.asp?id=1268) °°°°°

2) Sono un turista che passa solitamente le ferie in un villaggio della costa peschiciana e il primo cambiamento che ho notato in paese è stata l’assenza dei parcheggiatori, confermandomi la notizia che prima di partire per le vacanze avevo già letto su un quotidiano della zona, “l’Attacco” se non sbaglio. Ho chiesto in giro il motivo della loro scomparsa e mi hanno risposto che era stata una decisione della nuova Amministrazione. Contento di non dover sborsare quasi ogni sera da uno a tre euro, varie volte anche di più, ho chiesto se la delibera comunale valeva solo per la zona abitata. Mi hanno risposto: “E’ valida per tutto il territorio peschiciano”. A questo punto dalla contentezza sono passato alla rabbia. Perché? Ma perché la sera prima mi avevano chiesto cinque euro, la bellezza di 5 euro (se andiamo col vecchio conio, come diceva in tivù Paolo Bonolis, erano diecimila lire) per una sosta nello spiazzo sovrastante una Baia dove di solito si tengono feste notturne volendo io partecipare a una di queste. E allora la domanda che rivolgo al Sig. Sindaco è, anche se mi avevano consigliato senza dirmi il perché di inviarla a… qualche altro amministratore quando minacciai di scrivere a tutti i giornali nazionali: “La delibera è solo parziale o ci sono delle zone franche, lontane dagli occhi di chi controlla o dovrebbe controllare?” (A.C.) °°°°°

3) Gentile Sig. Sindaco di Peschici, approfitto della sua rubrica per segnalare un fatto che secondo me potrebbe portare a conseguenze spiacevoli. Passando vicino alla villa per la strada in discesa che va verso la farmacia, ho notato una cassetta dell’Enel aperta e un filo bianco, che porta al lampione, uscire da questa e collegarsi con altri due cavi con del semplice nastro isolante nero. Il tutto debitamente allo scoperto. Per evitare che si chiuda la stalla dopo che i buoi sono scappati (leggi incidente che sta sempre dietro l’angolo), si può provvedere a mettere il tutto in sicurezza? E poi, quella cassetta Enel sempre aperta… Grazie. (V.M.) A QUESTA LETTERA ABBIAMO GIA' AVUTO RISCONTRO POSITIVO. IL COMUNE HA EFFETTUATO, TRAMITE L'ENEL, L'INTERVENTO. °°°°°
4) Carissimo Sindaco Vecera, su questo stesso sito che ci invita ripetutamente a scriverle, ho letto qualche settimana fa che a ottobre i toscani (di Pistoia, se non ricordo male) ci avrebbero portato ottomila alberi in regalo. Ottobre è passato e io non ho visto niente. A questo punto, o il sito ci ha rifilato una bufala, oppure la storia degli alberi era la solita fregatura alla quale ancora non ci abituiamo. Che cosa mi risponde, anche per non far fare una brutta figura ai suoi “amici” di Punto di Stella? (R.D.) °°°°°

5) A 90 metri sopra il mare è ipnotico affacciarsi per ammirare lo spettacolo delle onde che si infrangono ai piedi della scogliera, laggiù, in fondo. Lo scenario è al termine di una romantica passeggiata nel centro storico di Peschici. Il mare, visto dalla Rupe del Castello, è un panorama incantevole, finalmente illuminato da un faro (bolletta della luce a carico dei proprietari; ndr).
Questa estate, i giovanissimi innamorati l’avevano eletto meta di un pellegrinaggio, attaccando alla ringhiera metallica sovrastante i lucchetti dei loro voti di amore eterno. Bisogna ricordare che l’estate 2008 è stata una delle stagioni più torride da duecento anni in qua. La sera, perciò, era necessario concedersi un giro, grazie all’aria rinfrescata, per godere un po’ di refrigerio dal calore diurno. Così, ci ritrovavamo tutti fuori per quattro passi.
Agli innumerevoli e graditi ospiti estivi si era, però, mescolato - come ospite fisso e indesiderato - un fetido odore persistente, provocato dai miasmi dell’impianto di depurazione che in linea d’aria si trova a poche decine di metri da quell’incantevole panorama, che nulla ha da invidiare alla costiera amalfitana.
Il depuratore, questo necessario convitato di pietra della cittadina, è ubicato nella località dello “Scalandrone”, un quartiere che ha il suo termine naturale nella piccola Cala, un’ombrosa spiaggetta ricca di ciottoli e dei tanti ricordi di un’infanzia felice di quanti scendevano lì per il bagno, percorrendo pericolosamente un sentierino scosceso appena delineato nel costone di roccia.
Quel sentiero, ormai, è stato reso impraticabile dai recinti e dai numerosi cani padronali dei residenti che hanno “privatizzato” tutto il costone dirimpetto a “Tuppo delle Pile” (nella foto, visto dalla Baia di Procenisco; ndr), un nuovo abitato sorto negli ultimi anni, tuttora non allacciato al depuratore. La balneazione nella spiaggia sottostante, perciò, è vivamente sconsigliata. L’amena caletta azzurra sottostante è degradata a ribollente Stige infernale dall’ingombrante impianto tanto necessario!
L’impianto di depurazione delle acque fognarie, formato di tre vasche con tettoie di copertura, è visibile (poiché non sono stati previsti pannelli di sbarramento, né barriere di alberi, né tanto meno la chiusura di almeno tre lati delle vasche), dalla corte dell’ex “Hotel Calazzurra”, reso “ex” presumibilmente dalla sua ingombrante e nauseabonda presenza.
Altro che i 100 metri della “fascia di rispetto”: gli abitanti del quartiere dove è ubicato il depuratore non sono stati tenuti in nessun rispetto! La salute pubblica non è stata tenuta neppure in considerazione! Mosche e zanzare possono attingere alle vasche e spargere microbi per la città! Febbri misteriose e di oscura provenienza possono attaccare le persone più debilitate e le cause rimanere sconosciute, senza che l’Asl s’interroghi più di tanto, preferendo la beata e più “comoda” ignoranza.
La costituzione di un comitato di cittadini attivi potrebbe richiedere, ove lo spostamento dell’impianto non sia fattibile, una manutenzione ordinaria e straordinaria più assidua (con la rimozione dei fanghi profondi) e la costruzione di spazi chiusi in cui ricoverare gli impianti, attualmente “en plein air”, a ridosso delle abitazioni e costituiscono un pericolo per la salute pubblica.

 
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