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  LETTERA AL GIORNALE ......

 

19/08/2012

UN ATTO DI AMICIZIA

 Epicedio composto per l'amico professor Salvatore Guastamacchia (1924-2012) che per molti decenni ha insegnato ai nostri giovani all'Istituto Magistrale al Liceo Classico di Foggia per diversi decenni (per una lettura più consona al genere letterario, si consiglia di cliccare sulla testatina LETTERE AL GIORNALE DAI LETTORI quindi sul titolo che interessa).


“AEQUUS PROBUSQUE VIR”

Un mese fa, di te parlavo per la strada /
con il nostro amico e tuo collega /
Antonio l'arianese, e pochi giorni orsono, /
mi sei tornato nella mente - o, forse, /
sei venuto nei miei sogni, non so dire, /
ché sono emozionato e non connetto. /
Come spesso è capitato, /
retrospettiva ho fatto della nostra vita /
e dell'amicizia di quasi cinquant'anni. /
Ho ricordato i primi tempi /
del settembre o dell'ottobre /
del sessantacinque, quando, /
sapiente e saggio, mi prendesti / sotto tua custodia per prepararmi /
al grande salto della maturità. /
Ed ho ricordato quelle lunghe sere /
trascorse nel tuo studio, a far filosofia, /
quella della vita, finalmente, /
che tanto beneficio m'ha portato. /
Ma, prima ancora, avevo registrato /
la tua gioia per il voto riportato /
alla Sapienza: un modesto centodue /
- a te io dissi, e tu mi rispondesti /
ch'ero con te, nello stesso Olimpo /
perché il voto mio era uguale al tuo /
e che contento fossi, come l'eri tu. /
Fosti mio fratello ed un po' padre, /
anche se l'età tua di tanto /
non sopravanzava quella mia. /
Ho ripensato a quel sonetto /
che t'ho dedicato ("l'andar pensoso/trasognato serio" - debuttava), /
ed ai momenti in cui mi consentivi /
di prender la parola con i tuoi studenti, /
ai quali - come a me- tu davi i tuoi precetti, /
a memoria recitando Dante e la sua Guida, /
ciascuno nella propria lingua. /
E come, adesso, non pensare pure /
al nutrimento che davamo al corpo, /
dopo che dato l'avevamo all'intelletto? /
Che pranzi! Che cene! Che vini! /
Allegro me n'andavo sempre via, /
ben sobrio, senza mai barcollamenti. /
Poche, le nostre passeggiate per le vie /
di Foggia, la tua città natale, la mia /
città di tanta sofferenza, di quel dolore /
che tu lenir sapevi da maestro. /
Ho ricordato tante altre cose /
della nostra vita e sempre le ricorderò, /
con amicale affetto, con fraterno amore.

Enzo

 
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