Dal sindaco della cittadina garganica riceviamo e pubblichiamo la seguente nota relativa al possibile inserimento, da parte dell’Unesco, della suggestiva Processione delle Fracchie nel Patrimonio immateriale dell’Umanità.

“Da notizie non ancora ufficiali abbiamo saputo che proprio in questi giorni è stato deciso l’inserimento di un nuovo elemento italiano nella lista del Patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco, ovvero ‘la tradizione dei liutai cremonesi’, mentre, nonostante il gran clamore di stampa e gli ampi servizi televisivi regionali riguardanti l’inserimento anche delle ‘Feste delle grandi macchine a spalla’ (Viterbo, Sassari, Nola e Palmi), tale notizia non trova ancora fondamento. E’ arrivato quindi il momento che anche le autorità regionali e provinciali pugliesi si diano una ‘mossa’ e promuovano iniziative atte a dare un contributo alla valorizzazione della nostra ‘Processione delle Fracchie’ non lasciando da soli, nell’impari agone, i volontari che finora hanno portato avanti tale candidatura.

“In questi giorni il sottoscritto non è certo stato con le mani in mano. Ha contattato la Commissione italiana dell’Unesco e il sottosegretario ai Beni culturali on. Francesco Giro, titolare della delega sull’argomento, rivolgendo loro l’invito a venire a vedere, a constatare di persona in cosa consiste la ‘nostra’ secolare Processione delle Fracchie (ricordiamo che si svolge oggi 6 aprile – leggi http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5404; ndr), un evento di popolo genuino e spontaneo che identifica non solo la nostra comunità, ma tutto il popolo garganico, tutta la cultura contadina del Mediterraneo, e non solo, come hanno dimostrato anche le mostre dedicate all’argomento sui rituali notturni del fuoco esistenti in innumerevoli punti del globo che vengono ben rappresentati proprio dal nostro evento.

“Il riconoscimento di ‘Meraviglia italiana’ e l’emissione di un francobollo in due milioni e mezzo di esemplari, emesso dal Ministero per lo Sviluppo economico proprio in questi giorni, è motivo ulteriore di orgoglio per la nostra comunità e una premessa importante all’ambìto riconoscimento. Non vogliamo dettare alcunché alla Commissione Unesco ma è evidente che se la realizzazione di queste grandi fiaccole esprime da secoli l’identità di un popolo a partire dalla loro ideazione e costruzione, e costituisce un patrimonio che accomuna e unisce in questa pratica tradizionale, indistintamente, tutti i ceti sociali, non altrettanto si puo’ dire per altre candidature che hanno veramente poco di ‘immateriale’ o addirittura fanno capo a vere e proprie ‘industrie’, seppure artigianali e tradizionali, con tanto di profitto (on. Angelo Cera, sindaco di San Marco in Lamis).