Il Presidente Napolitano non ha sparato cavolate, dicendo-suggerendo che agli stranieri nati sul suolo italiano si dia, fin dal primo momento, la cittadinanza italiana (‘ius soli’). Si sono citati gli esempi di vari Stati europei e si sono indicati quali sono più “permissivi”, più “ospitali” e quali meno. Non sono stati citati gli Usa. Questi, da quel che per esperienza quasi diretta ne so io, attuano lo ‘ius soli’ fin dal primo vagito del neonato/della neonata.

Non si arrogano il diritto di imporre la cittadinanza statunitense, concedono il diritto di doppia cittadinanza. Si lascia all'individuo, una volta raggiunta una certa età (12 o 16 anni, questo non ricordo bene), la facoltà di scegliere tra le due cittadinanze. Statunitense per sempre o cittadino dello Stato di provenienza (anche di semplice passaggio della durata di pochi mesi o, forse, di poche settimane, addirittura!) dei genitori.

In Italia, come ci è solito, facciamo diventare queste questioni così pallottolose che poi si rischia sempre di pervenire alle liti politiche, ad accusare di razzismo o troppo buonismo o… Il fatto è, probabilmente, che non si vuole, da una gran parte di parlamentari soprattutto, che questa questione sia trattata e risolta dal professor Monti che, secondo loro, in qualità di presidente del Governo per più o meno breve tempo, dovrebbe trattare solo di questioni amministrativo-contabili e non, anche, di quelle a carattere esplicitamente politico.

Gli Usa sbagliano sicuramente quando si intestardiscono a voler esportare l'inesportabile democrazia, ma (pur con le dovute eventuali eccezioni a livello individuale) la attuano abbastanza correttamente sul loro suolo.

Vincenzo Campobasso