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29/04/2011

PELO E CONTROPELO DI… GATTA (il petrolio in Adriatico)

 Dal consigliere regionale PdL, Giandiego Gatta, riceviamo e pubblichiamo.


“Sarò a Termoli per la manifestazione di protesta del 7 maggio p.v. contro la decisione del ministro Prestigiacomo di autorizzare indagini sismiche finalizzate, in prospettiva, alla coltivazione di idrocarburi (per i comuni mortali leggi, estrazione petrolio). Non sono infatti convinto che la decisione del ministro di richiedere all’omologo dello Sviluppo Economico la convocazione formale di una Conferenza di Servizi sulla questione delle ricerche petrolifere in Adriatico sia risolutiva delle legittime preoccupazioni espresse dalle popolazioni nei confronti di tale scelta. Per chi, come me, viene da una città (Manfredonia) che ha pagato uno dei più alti dazi ai disastri ambientali, occorrono infatti parole chiare e, soprattutto, definitive, che non appartengano al lessico “politichese”, sull’uso del quale si stanno esercitando in molti nelle ultime ore.

“Lo faccio con convinzione, pur militando nello stesso partito della Prestigiacomo, e questo perché la tutela dell’Ambiente non ha colori, né casacche, né deve rispondere a bieche logiche di appartenenza, bensì alla sensibilità di ciascuno di noi, all’Amore che nutre per il proprio territorio. Voglio solo augurarmi che, in virtù di tale principio, la manifestazione di Termoli non sia strumentalizzata da alcuno per evidenti finalità elettoralistiche, tanto più perché tale evento coincide il sabato precedente con la consultazione per il rinnovo di alcune Amministrazioni comunali, ma dia invece il segnale forte dell’unità di un territorio, meglio sarebbe dire di territori, la Puglia, il Molise e l’Abruzzo, che non intendono piegarsi a decisioni sciagurate calate dall’alto da parte di chi avrebbe dovuto avvertire il dovere politico e morale di coinvolgere le comunità locali.

“Ma, probabilmente, chi così ha deciso non conosce il Gargano, nonostante sia stataspiù volte invitata a farlo, e forse troppo poco l’Adriatico, e per questo non si rende conto dell’immane danno conseguente alla propria decisione. Auspico solo che il ministro voglia rivedere la propria decisione, dando prova di senso di responsabilità e di spirito democratico, rispettoso di quella sovranità popolare a cui tutti dovrebbero inchinarsi” (Giandiego Gatta).

 
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