La presidente del Centro Studi “Martella” di Peschici, Teresa Maria Rauzino, scrive all’assessore regionale all'Urbanistica Angela Barbanente in merito alla “storia infinita” dell’Abazia peschiciana di Calena. Di seguito il testo.

“Gent.ma assessore Barbanente,
seguiamo con apprensione il congelamento del caso Abbazia di Kàlena da parte della Regione Puglia, dopo le note vicende che hanno decapitato i vertici e l'Ufficio Tecnico dell'Amministrazione Comunale di Peschici. E' passato oltre un anno dall'annuncio dello stanziamento di 3 milioni di euro da parte dell'Ente Regione Puglia, ma temiamo che, come è successo per ben due volte anni fa con fondi ministeriali, annunciati, mai assegnati e spesi, anche questi fondi restino soltanto una promessa. La solita demagogica promessa, non sostenuta da una reale volontà di risolvere il caso, una volta per tutte...

“Purtroppo, per noi del Centro Studi “Martella” che operiamo a Peschici e seguiamo costantemente il caso Kalena dal 1997, soltanto una cosa è certa ed evidente: il crollo progressivo di una delle strutture medievali più antiche d'Italia, un'agonia di pietra destinata ormai al triste, ineluttabile epilogo della morte dell'abbazia. Le chiediamo, gent.ma Assessore, di fare qualcosa.

“SUBITO, perchè l'abbazia non può attendere altre dilazioni!

“Se la Regione non ritiene affidabile il Comune di Peschici, perché non prende direttamente il mano la situazione, procedendo finalmente nel binario giusto? Perchè non acquista l'intero complesso e lo restaura, destinandolo ad una funzione di pubblica utilità, e di culto (riguardo le due chiese)? O lo espropria, come sarebbe sacrosanto dopo le 4 ingiunzioni della Soprintendenza di Bari di procedere ai lavori obbligati, e neglette finora dai proprietari Martucci?

“Forse è davvero l'unica via per risolvere definitivamente il caso, venendo incontro alle legittime aspettative non solo della popolazione di Peschici, ma di tutti coloro che vorrebbero questa secolare testimonianza della storia medievale italiana ritornare a risplendere... com'è giusto in un mondo civile. Ci aspettiamo molto dalla Regione Puglia, e non soltanto da adesso.

“La saluto cordialmente, restando in attesa di una sua risposta, magari in un incontro pubblico da realizzare, in una data da fissare a sua discrezione, nella sala Consiliare del Comune di Peschici.”

prof.ssa Teresa Maria Rauzino


LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE

Gentile dottoressa,
capisco la sua amarezza e la sua stanchezza, ma non posso certo condividere che le nostre sono solo promesse. Come lei sicuramente sa, con la proprietà il Ministero ha in atto un contenzioso del quale credo sia stata messa al corrente anche la nuova Direttrice regionale. Mi risulta, infatti, che i fondi stanziati dal Ministero non furono utilizzati per opposizione della proprietà. Quanto alla Regione, le risorse sono state allocate ma, come lei sa, non sono utilizzabili per immobili di proprietà privata.

Nel frattempo, la Provincia ha messo a punto un progetto di restauro che prevede l'acquisizione bonaria della parte destinata al restauro nei limiti del 10% dei fondi necessari (3 milioni di euro). Più che organizzare manifestazioni pubbliche, proprio per evitare quegli annunci che non amo specie quando non ho sufficienti garanzie che l'operazione possa giungere a buon fine (non per nostra volontà ma per mancanza di volontà della proprietà), e in una fase abbastanza critica per il Comune di Peschici, credo sia necessario acquisire la formale disponibilità della proprietà a cedere la parte dell'immobile da restaurare al prezzo suddetto.

Infatti, guai ad avviare un contenzioso con la proprietà in opposizione all'espropriazione regionale: andrebbero via degli anni e gli esiti sarebbero tutt'altro che scontati. Questo compito era stato assegnato al Comune di Peschici che non solo naviga in cattive acque, ma che nel frattempo altro non ha fatto che continuare a chiedere di allocare nella piana, oltre l'abbazia, la famosa 167... Se ha altre migliori idee mi faccia sapere. La tutela dell'abbazia di Peschici sta a cuore anche a noi. Purtroppo temo che il contesto non sia dei più favorevoli per garantire l'interesse pubblico alla conservazione di un bene e l'allocazione efficace di risorse regionali... ma proprio per questo non desisteremo e, anzi, rafforzeremo il nostro impegno. Con i migliori saluti Angela Barbanente


LA RAUZINO INSISTE

Gent.ma Assessore Barbanente.
La ringrazio dei chiarimenti.
Menuccia Fontana, presidente di Italia Nostra Gargano, mi parlava di una fondazione in cui entrerebbe anche la Famiglia Martucci.
E' una soluzione che come Centro Studi Martella e Italia Nostra avevamo prospettato (con tutte le istituzioni intervenute al Convegno "Insieme per Kàlena", era presente anche la Regione) nel lontano 2005, subito scartata dopo aver visto l'esito della Fondazione Petruzzelli.

Credo sia anacronistico proporla oggi... come ricorderà la corte dei Conti (se non erro) assegnò al Comune di Bari il Teatro restaurato, escludendo la famiglia Nemagni da ogni rivendica nella Fondazione in quanto non avevano speso un centesimo di euro per il restauro. Che facciamo per Kalena? Una fondazione in cui entrano i proprietari (dopo che hanno fruito di 300mila euro per l'acquisto bonario delle chiese) mi sembra un controsenso...

Capirei se non avanzassero alcuna pretesa...
Non so... A questo punto, se siete convinti che sia la via giusta, e se anche i Martucci sono d'accordo, perchè non procedere speditamente sulla via che state seguendo? A quanto mi risulta, il sindaco pro-tempore e l'Assessore alla cultura del Comune di Peschici erano pronti a procedere sulla via indicata dalla Provincia... Sono persone che ritengo affidabili, almeno su Kalena.

E' una vita che Peschici attende e nessuno avrà da ridire se risolvono, insieme alle altre istituzioni, questo tormentone!

La saluto cordialmente.

Teresa Rauzino