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05/03/2010

STUDENTI RODIANI AGGREDITI (aggiornamenti continui)

 06/03/2010 IL SINDACO RISPONDE = Gent.ma prof.ssa Rauzino e Gent.ma prof.ssa De Nunzio,
ho letto con attenzione il resoconto della visita a Lecce degli studenti dell’Istituto Superiore “Mauro del Giudice” di Rodi Garganico, e, non solo da Sindaco, ma anche da cittadino leccese, devo ammettere di essere rammaricato e stupito da quanto accaduto. L’episodio è chiaramente deprecabile, poiché mai si può ammettere la violenza quale mezzo di risoluzione di eventuali conflitti, ma è stato sicuramente un evento isolato che non rispecchia la realtà della nostra bellissima città e la proverbiale accoglienza dei miei concittadini.
I ragazzi, proprio a causa della loro giovane età, a volte possono amplificare ed enfatizzare eccessivamente parole ed atteggiamenti, con il rischio di creare situazioni spiacevoli come quella descritta.
Spero che gli alunni dell’Istituto Superiore “Mauro del Giudice” abbiano la possibilità di visitare nuovamente Lecce, affinchè l’ospitalità della nostra città possa far loro dimenticare quanto accaduto.

Cordiali saluti. Paolo Perrone



Beniamino Piemontese (Osservatorio Torre di Belloluogo) torna a scrivere al sindaco di Lecce (1) e intanto riceve la condanna del Sottosegretario di Stato all'Interno on. Alfredo Mantovano (2).


(1) All'Ill.mo Dott. Paolo Perrone - Sindaco della Città di Lecce

Da una parte: ammirazione, contemplazione, felicità, innocenza, spensieratezza. Dall'altra: cattiveria, fanatismo, inciviltà, rabbia, violenza. Due diversi mondi sono venuti a contatto, brutalmente. Due mondi opposti che a volte convivono in una miscela esplosiva dentro una stessa persona, disumanizzandola e rendendola un mostro. A volte in una stessa famiglia; oppure in una stessa comunità, in una città. La conflittualità tra persone è diventata sempre maggiore, ha investito i gruppi, ha superato la soglia di guardia persino tra partiti e fazioni politiche avverse, e spesso persino collegate.

Può bastare a raccontare la violenza esercitata da quei facinorosi che si sono scagliati contro gli studenti dauni, la testimonianza delle persone coinvolte, o l'ascolto del racconto del titolare del bar che ha soccorso i ragazzi dandogli asilo e riparo nel suo esercizio commerciale, trasformatosi di colpo in un fortino, o le registrazioni audio al pronto intervento della Polizia e dei Carabinieri? No, non può bastare. Ci vorrebbero gli assistenti sociali, i sociologi, gli psicologi, i criminologi.

Ma chi è - come chi scrive - parte ed espressione della comunità civile, e chi - come chi legge - è rappresentante istituzionale dell'Autorità costituita, può aspettare il tempo di un'indagine scientifica, psicologica, sociologica, assistenziale, medica, per dare una risposta e compiere un atto di civiltà? Si potrebbe provare tutti a mettersi per un attimo nei panni degli ospiti venuti dai piccoli Comuni del Gargano in visita al capoluogo del Salento, provando a riflettere ed a rifletterci sulla condizione dell'ospite in una città famosa per le sue bellezze artistiche e per la sua accoglienza. Proviamo solo per un attimo.

Desidereremmo e vorremmo gentilezza. Solo ed unicamente quella. Ed è giusto che sia così. Per questo noi abbiamo scritto, abbiamo esposto con sincerità e convinzione la nostra riprovazione per quanto accaduto. Chi vorrà dare una risposta civile, non farà altro che restituire dignità al senso sacro dell'ospitalità che la Città capoluogo di questa Terra Salentina, che si dice legata alle sue origini Magno Greche, non può disconoscere verso chi è venuto da una città che della Greca Rodi ha il nome unito all'appellativo Garganico.


(2) Gent.mo Sig. Piemontese, comprendo appieno il Suo sdegno per l’aggressione subita nei giorni scorsi a Lecce dalla comitiva di studenti foggiani per mano di un gruppo di facinorosi che ben qualifica nella Sua lettera. Il fatto, la cui gravità mi ha spinto a testimoniare la mia vicinanza alla prof.ssa Rauzino, è da condannare senza riserve e contribuisce a gettare discredito su una comunità universalmente riconosciuta come composta e accogliente. Proprio tale considerazione deve indurre a inquadrare le proporzioni dell’accaduto, ma posso dirLe che non esistono elementi concreti per affermare che Lecce sia una città ostaggio di teppisti e violenti; dipingerla come tale non offrirebbe un quadro aderente alla realtà.

Premesso che si può fare sempre meglio nella tutela dell’ordine pubblico, sono certo che verrà ulteriormente elevata l’attenzione in tal senso. La ringrazio per il Suo contribuito, motivato da alto senso civico e da un legame profondo con la nostra città.

Alfredo Mantovano

 
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