Ritorno a fare con voi, cari lettori, qualche riflessione (sempre se la “nuova gestione” permetterà al primo direttore di “punto di stella” di parlare ai suoi amici peschiciani). Ho seguito, anche se a distanza, la campagna elettorale che si è svolta nella nostra amata cittadina. Ovviamente con gli occhi di un napoletano che in questo momento sta vivendo, insieme con i suoi concittadini, una stagione difficile per la sua città e per l’intera regione Campania. Ci aggrappiamo (noi napoletani) alle speranze del nuovo governo che proprio nel capoluogo partenopeo vuole far ripartire il motore del nostro Paese. Adesso che si è conclusa la campagna elettorale (aspra e vivace come è giusto che sia) credo che sia veramente auspicabile la costituzione di un tavolo di dialogo fra le parti (vincitori e vinti, ma non solo) per rimettere in moto il nostro amato paese, benedetto dai santi ma anche dalla natura (invidiata ed amata dai tanti turisti che proprio sul Gargano vengono a trovare ristoro). I problemi sono tanti fra cui metto in primo piano l’attesa ricostruzione ed il rilancio del turismo. Non penso, e lo dico da napoletano, che il problema della sicurezza sia da mettere all’ordine del giorno. È indubbio che nei piccoli centri si avverte maggiormente la presenza della microcriminalità, ma mi piace ancora credere che Peschici sia un’isola felice (soprattutto in confronto con la mia Napoli). È nota la mia stima ed amicizia personale per Michelino Eposito (di cui condivido anche la visione politica a livello nazionale) e se avessi dovuto votare per il Comune non gli avrei certo negato il mio voto. So che anche all’opposizione non farà mancare il suo apporto competente e amorevole verso Peschici. Non conosco di persona il sindaco eletto. Gli formulo i miei più sinceri auguri di buon lavoro nella speranza che l’etica sia sempre al primo posto non solo nel suo mandato di primo cittadino, ma soprattutto nella sua vita. E spero che egli vorrà porre attenzione non solo alla risoluzione immediata delle grandi questioni che ho citato prima, ma anche ai piccoli e fastidiosi problemi che rendono “movimentata” la vita del paese (mi riferisco, tra l’altro, all’anarchia (o meglio al governo di “pochi eletti”) che vige nel centro storico soprattutto nel periodo estivo). Infine mi permetto un suggerimento: il nostro Gargano vivrà in questo anno quarantennale dalla morte di San Pio da Pietrelcina un boom di turismo religioso, se le previsioni, come credo, saranno confermate. (Anche se reputo molto improbabile la visita del Santo Padre a San Giovanni Rotondo il prossimo anno - i viaggi del Papa si programmano l’anno prima per l’anno dopo - per diversi motivi di cui, se vorrete, spiegherò successivamente in maniera approfondita). Perché anche i paesi adiacenti non si organizzano per incrementare il turismo religioso? Nel nostro territorio abbiamo diverse realtà religiose da valorizzare. Forse è il momento di iniziare a farlo. Magari partendo proprio dall’Abbazia di Calena.