"Com'è triste, com'è amar' sta ass'tat' a guardà"... canta Pino Daniele. Ma si ha poca voglia di cantare dopo aver udito in tv con quale foga certa politica ci ha detto tutto il suo odio, sicuramente non rendendosi conto che la catastrofe del 24 luglio non ha colore se non quello della disperazione di chi ha prima dovuto inventarsi un lavoro onesto per non lasciare la sua terra e poi, dopo il danno, sentire usare la propria sciagura a fini politici e sentirsi chiamare "criminale". Criminale non è un padre che a fine stagione non ha portato a casa il pane ai suoi figli per rimborsare di tasca propria i suoi clienti compagni di sventura, non è la mamma che con 45 gradi ha dovuto lasciare la casa nel cuore del paese coi figli terrorizzati, non lo è neanche la bimba di due anni che dopo sette mesi ancora grida la notte: "Palura Foco"! Sicuramente lo è molto di più chi crede che abbiamo bisogno di elemosina, chi sfrutta la situazione a proprio vantaggio politico. Grazie a Dio anche questa volta ci rialzeremo, non ci serve aiuto da chi ci ha fatto arrivare il fuoco sotto il letto mandando il primo elicottero alle 12.45. Non si abbassi però a sfruttare la situazione perché a Peschici c'è gente che vive del proprio onesto lavoro e paga regolarmente le tasse, non ha il pane facile del politico che oltre a non saper rispondere alle domande cambia discorso e offende chi lo paga e dovrebbe da lui essere rappresentato.