Giorni che non verranno dimenticati
facilmente perché le ferite sono tante -
Ci sono degli avvenimenti della nostra infanzia che serbiamo più di ogni altro, soprattutto se riferiti a momenti felici e spensierati come le vacanze estive di un bambino, un adolescente. Molti dei miei ricordi sono legati a quelle trascorse al mare nel paese della mia famiglia che ogni anno cadevano negli stessi giorni della festa del santo patrono Elia Profeta. Sì, proprio lui, santo non molto conosciuto, figura biblica assai complessa.
Ne è conseguito allora che pian piano imparassi a conoscerne la storia, i passi dell’Antico Testamento che ne narrano la divina missione in terra. Per un bambino era bello vivere appieno l’atmosfera da festa di paese, con la banda musicale, le bancarelle di dolci e giocattoli, le luminarie stradali, il momento toccante della processione serale e gli affascinanti fuochi artificiali incendiati durante le notti sul mare.
Ma su tutto mi è rimasta impressa l’associazione che si fa di Sant’Elia col fuoco. Difatti è quasi sempre rappresentato con una spada di fuoco in mano. Mirarne così, ogni volta, la spada sfolgorante, mi spaventava non poco ripensando allo ster-minio che fece degli idolatri di divinità pagane. Col tempo ho meglio compreso il significato simbolico di quel fuoco che dovrebbe ardere dentro di noi come autentici portatori della parola di Dio per divenire altrettanto brucianti testimoni di fede. Solo Elia e i santi possono arrivare a tanto, ma almeno, da credenti, il pensiero non dovrebbe mai abbandonarci.
C’è da dire, però, che dall’estate scorsa ho avuto modo, perché molto scosso, di ripensare spesso al fuoco del profeta. Dopo diversi anni d’assenza, ho voluto essere di nuovo presente nei giorni dei festeggiamenti per rivivere le emozioni di un tempo. Ed è stato ancora così! Il rito di onorare il santo si è sviluppato come sempre secondo gli usi di centinaia d’anni di devozione popolare. Solo che, a poche ore dal clima di festa, si è stati travolti da un’immane tragedia che ha colpito in pieno un paese, migliaia di villeggianti e in particolare, in modo nefasto, la mia famiglia. Tragedia causata proprio dal fuoco, generato però dall'umana miseria.
Quei giorni non si dimenticheranno tanto facilmente, le ferite sono tante! Per la maggior parte della gente colpita sarà molto evidente accostare Sant’Elia a un evento simile. Tutto s'è svolto nel periodo a lui dedicato: s'è pregato e s'è pianto ai piedi della sua effige troneggiante tra gli addobbi della chiesa dedicatagli. A lui si penserà, attraverso le parole dell’arcivescovo locale, quale tramite che ha rapito le vittime, come lui rapite nel fuoco verso la gloria dei cieli. E a distanza di mesi ci si ritrova ancora a scorrere quelle immagini e quei momenti fortemente partecipati.