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19/04/2011

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IL TRISTE DESTINO DEL MUSEO DI GROTTA PAGLICCI

Clicca per Ingrandire Alla fine dei lavori per la creazione del primo Museo di Grotta Paglicci siamo punto e accapo. Nell'ex-Municipio di Rignano Garganico è il caos più totale, con opere mai ultimate, cartongesso che cade a pezzi, pavimentazione sollevata, pannelli da reincollare, vetrine eternamente chiuse, fili elettrici penzolanti, infiltrazioni d'acqua piovana, sporcizia e incuria. Tutto ciò mentre sono stati spesi finora miliardi di vecchie lire prelevati direttamente dalle casse dei contribuenti. L'ultimo progetto del Parco Nazionale del Gargano, titolare delle strutture interessate, prevedeva di spendere (e sono stati spesi) circa tre miliardi di vecchie lire per creare un polo di attrazione turistica senza precedenti e tecnologicamente all'avanguardia. A tal proposito il Comune ha impegnato ben tre strutture, l'ex-asilo pubblico, l'ex-Chiesa del Purgatorio e il suddetto ex-Municipio.

I risultati ottenuti finora? Devastanti! Il Museo è chiuso da tempo, saltuariamente viene aperto l'ex-asilo municipale, che attualmente ospita l'unica vera attrazione dell'opera, il laboratorio di archeologia sperimentale per giunta ideato gratuitamente da un'associazione esterna, il Centro Studi Paglicci. Per il resto sono visibili dei filmati, mentre non esiste praticamente alcun materiale divulgativo, fatta eccezione per qualche cartolina, depliant o libro prodotto dal Centro o da altre strutture locali. Il Parco, spendendo tre miliardi (o molto di più?) allo stato attuale ha prodotto un contenitore vuoto e per molti versi fatiscente. E' il caso dell'ex-Municipio, destinato a implodere su se stesso se non si interviene con celerità.

Tant'è che nei giorni scorsi il sindaco Antonio Gisolfi (d'accordo col Parco) ha inviato alla Riserva Nazionale una dettagliata relazione sullo stato delle cose. Nella missiva c'è scritto pressappoco quello che stiamo lamentando noi e stiamo dicendo da diversi anni, da quando è partito in malo modo un progetto che a questo punto era meglio non iniziare. E sì, perché il vero risultato prodotto è stato quello di allontanare da Rignano il flusso turistico legato alla grotta paleolitica, creato con enormi sacrifici negli ultimi decenni da associazioni e aziende locali che hanno scommesso nel sito preistorico.

Ora, di tutto quel lavoro rimane ben poco, dei 50-60 pullman all'anno ne restano sparuti 2-3, con netto decremento degli introiti per gli esercizi commerciali del posto e le guide del museo, formate proprio dal Parco e di fatto abbandonate a se stesse. Notizia di ieri, pare che il Parco voglia spendere altri 70mila euro, avanzati dall'ultimo progetto finanziato da Regione Puglia e Comunità Europea (è da diversi mesi che però se ne parla, ma senza risultati evidenti), per riattare l'opera, quindi riparare il tetto e proseguire con le opere incompiute. Ci crediamo poco, visti i risultati ottenuti finora, ma l'impegno del nuovo commissario dell'Ente, Stefano Pecorella, fa ben sperare per il futuro.

Pecorella sta dimostrando coi fatti che è possibile recuperare ai danni creati da una passata gestione "all'acqua di rose" della Riserva Nazionale, che aveva venduto per arrosto abbondante quello che in realtà si è rilevato solo nero fumo. Lo dimostra il fatto che finora nessuna struttura del Parco è stata del tutto completata a livello garganico e non si riesce in concreto a gestire quelle funzionanti. Il problema gestione si affaccia anche a Rignano, dove stando così le cose sarà difficile avviare un bando di evidenza pubblica rivolto alla conduzione del Museo.

Per questo approfittiamo della circostanza e avanziamo una proposta concreta a Pecorella: per una volta si facciano da parte gli Enti pubblici e si dia la possibilità ai privati di recuperare il tempo perduto. In paese esiste da anni il Centro Studi Paglicci, che ha gestito con brillanti risultati la ormai chiusa Mostra-Museo di Paglicci e ha esperienza da vendere nel campo turistico, ambientale e culturale. Si potrebbe affidare l'opera a questo sodalizio, magari fornendo all'associazione un contributo straordinario di 50-100mila euro per rilanciare il tutto attraverso il ripristino degli itinerari turistici, la stampa di materiale divulgativo, la pubblicizzazione degli stessi attraverso il web e i nuovi media, la formazione continua delle guide e via discorrendo.

Sappiamo che il Parco può decidere anche in tale direzione e accoglierà come costruttiva la nostra proposta. Ultima cosa: il popolo di Rignano e le sue giovani braccia e menti sono stanchi di sentirsi prendere in giro dalla classe politica in generale e ora vogliamo vedere concretamente i frutti dei tanti bla-bla-bla dei colletti bianchi di turno venuti in paese a promettere mare e monti, ma che in realtà hanno lasciato solo incuria, miseria e indigeribili obbrobri.

Angelo Del Vecchio


PS = Sulle strutture c'è da tempo l'interesse di "Striscia la Notizia" e delle "Iene", che stanno premendo per un servizio dettagliato e facilmente documentabile.

 Comunicato stampa

 

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